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Parma 360: l’alfabeto venuto dal mare di Liuccia Buzzoni

 

di Titti Duimio 

 

Liuccia Buzzoni ha sempre dialogato con la scienza per fare arte. Un lungo curriculum lo testimonia. E’ del 1988 la mostra ‘Proibito’ e la sua prima pubblicazione sul viaggio dell’uomo nello spazio dove si interroga sull’esigenza di trovare nuove dimensioni anche per il linguaggio dell’arte, un interesse continuo che la portera’ ha seguire anche un corso di Astrofisica e a non smettere mai di coniugarlo con la sua espressione artistica.

E nello spazio della libreria ‘Diari di bordo’ in b.go Santa Brigida espone in occasione di Parma 360 Festival le sue ricerche del passato che trovano una soluzione nel presente. Un viaggio nel cammino di un’artista che davanti ad un dubbio procede con il sapere fino a trovare le risposte che cercava.

“Perche’ c’e’ sempre una risposta, basta saperla aspettare” ci dice Lucia Buzzoni mentre illustra le sue opere.

Nel 1997 alla Galleria Petitot della Biblioteca Palatina ci fu una mostra dal titolo ‘Tipo-Arte-Grafia’ dedicata alla tipografia bodoniana e Liuccia espose ispirandosi ai metalli che servivano a costruire i caratteri soprattutto al rame raro all’epoca.

‘Le mie opere rappresentano la fusione dei metalli che diventeranno poi caratteri di stampa e il rame era quello che mi affascinava di piu’. Mi accorsi alla fine che le mie opere non avevano forma, sembravano incompiute, incomplete. Un processo alchemico che preludeva ad un fine ma non lo accennava. 15 anni dopo su una spiaggia di Vernazza dopo un’alluvione con forte mareggiata vidi dei pezzi di metallo che il mare aveva depositato sulla battigia e osservandole da vicino mi resi conto che sembrava una sorta di alfabeto. Ed ecco la risposta, la forma che non c’era allora mi e’ arrivata dalla natura’

Conferma la teoria dell’artista la fisica Lara Albanese divulgatrice scientifica,fondatrice dell’associazione Googol e scrittrice di libri per bambini.
‘L’arte coglie significati che vanno oltre la mera realta’ e spesso si avvicina alla scienza. I pezzi di metallo trovati da Liuccia sulla spiaggia sono stati modificati dal mare, dal moto ondoso perpetuo che leviga e trasforma gli oggetti cosi’ come l’uomo, ispirandosi alla natura, ha imparato a creare nuove forme simulando e riproducendo leggi naturali. Tante volte la scienza si trova davanti a modelli apparentemente inspiegabili e ci vogliono anni per confermare, attraverso la ricerca, la veridicita’ delle tesi scientifiche. Liuccia ha seguito questo percorso scientifico e a distanza di anni dalle opere apparentemente enigmatiche come quelle delle fusioni dei metalli, dal mare e cioe’ dalla natura sono comparse le lettere che allora aveva forse solo ipotizzato.’

La mostra si chiude con un’installazione che comprende un grande quadro di mare in burrasca, sospesi sulla spiaggia i piccoli pezzi di metallo completati dalla proiezione di lettere e segni luminosi come un’idea che raccontano il movimento e il tempo che passa scandito dal suono di una musica in tema.

 

La mostra ‘L’alfabeto venuto dal mare’ di Liuccia Buzzoni rimarra’ aperta fino al 1 Giugno 2017

Libreria ‘Diari di bordo’ b.go Santa Brigida 9

diaridibordo.jimdo.com

www.parma360festival.it

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