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Palazzo dell’Univiersità di Parma si svela con le giornate Fai

di Francesco Gallina

 

Le Giornate Fai di Primavera approdano per la prima volta nel Palazzo centrale dell’Università di Parma e fanno il pieno. Grandissimo è stato l’interesse di parmigiani e turisti che nella giornata di ieri, 26 marzo, hanno partecipato numerosi alla visita guidata della sede storica dell’Ateneo parmigiano tenuta dalle giovani leve del Corso di Laurea in Beni Culturali, apprendisti ciceroni per passione, come si legge sulle rotonde spille gialle appese alle loro magliette.

Grande protagonista il Palazzo, in origine Collegio della Compagnia di Gesù, dalle linee controriformistiche e antibarocche che dal 1768 è sede universitaria. Il percorso della visita è iniziato dall’atrio principale di ingresso, il monumentale atrio delle colonne coperto da volte a crociera sostenute da colonne tuscaniche con basamento in pietra. I visitatori hanno potuto godere di alcuni gioielli raramente aperti al pubblico, quali l’Aula dei Filosofi, lo scalone d’onore con la statua di Gian Domenico Romagnosi, l’Aula della Bandiera e il lapidario a memoria dei docenti illustri, nonché il Rettorato, gli incantevoli ambienti del Museo di Storia Naturale contenente l’intera collezione zoologica eritrea raccolta da Vittorio Bottego, e il corridoio del piano terra con le sculture giovanili donate da Arnaldo Pomodoro.

Dalla splendida Aula Magna con vestibolo tappezzato con le foto dei Rettori si è giunti alla verdeggiante corte interna, al cui centro campeggia Grecia capta, scultura di Carlo Fontana che centra appieno il messaggio alle cui radici affonda un tempio della cultura quale è quello universitario. Come la Grecia venne sottomessa dai romani, ma fu lei stessa a conquistare culturalmente i romani, così l’Università di oggi ha il compito e il dovere di aprire gli occhi sulla sempre più complessa realtà contemporanea, le cui insidie forse non si possono eliminare, ma sicuramente sfidare con metodo critico. La cultura può essere un’ancora di salvezza, anche nei momenti storici più bui.

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