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I pagamenti digitali continuano a dilagare

Eppur si muove: a rilento rispetto ad altri Paesi del mondo, come i Paesi Bassi o, forse in modo più sorprendente, l’India, anche in Italia continuano a diffondersi i sistemi di pagamento digitale e virtuale, con un ritmo di crescita a due cifre rispetto agli anni precedenti. L’ultimo rapporto sulla materia, realizzato da Assofin, CRIF e GfK, conferma il trend dei pagamenti elettronici, ma ribadisce che l’Italia è il Paese del contante.

Aumentano le carte. Come detto, i sistemi alternativi a banconote e monete sono in aumento: in particolare, come si legge sul portale di approfondimento Fisso Variabile, gli italiani stanno prendendo confidenza e dimestichezza anche con le carte prepagate, utilizzate soprattutto per lo shopping online. In generale, il totale dei pagamenti elettronici nel nostro Paese è aumentato del 10.3% a fine 2015, consolidando il trend positivo dell’anno precedente, chiuso a +6.5% sul 2013.

Ma calano i volumi. A far da contraltare alla quantità c’è però l’analisi della “qualità” delle spese, che hanno generato una diminuzione dei volumi complessivi, scesi del 3.6%, così come l’importo medio transato annuo, passato da 1860 euro a 1625 euro. A proposito di numeri in aumento, poi, c’è da segnalare la risalita delle carte di credito, che dopo anni di contrazione hanno rivisto il “nero”, con un +0.9% sul dato finale rispetto all’anno precedente.

I vantaggi del virtuale. Di tutt’altra velocità la diffusione di altri sistemi di pagamento virtuale, come carte di debito e le citate carte prepagate: nel primo caso, la quantità in circolazione è cresciuta del 7% in un solo anno, mentre l’altra modalità ha conosciuto un incremento ancora maggiore, pari al 12.8% rispetto alla precedente rilevazione. Le carte infatti continuano a esercitare attrazione nei confronti della clientela, che in genere considerano questi strumenti più sicuri e affidabili quando arriva il momento di saldare il conto: in particolare, lo studio evidenzia come si stia allargando progressivamente il parco possessori, che sta coinvolgendo segmenti apparentemente più marginali rispetto alla “storia” dei possessori di carte di credito.

Superare il contante. Larga parte degli italiani con carta di credito, infatti, la usa solo quando la somma da pagare è superiore a un determinato importo, mentre ancora influente è la quota di persone che restano saldamente legati all’utilizzo del contante e risultano non titolari di alcuna carta, nonostante i progressi tecnologici e le novità normative (ad esempio, da un lato la tecnologia Near Field Communication – Nfc, che consente di pagare semplicemente lo smartphone al Pos, e dall’altro il decreto legislativo che impone a commercianti e professionisti di accettare i pagamenti con carta di credito e bancomat anche per importi inferiori ai 5 euro).

In India, intanto. Se questa è la situazione in Italia, completamente diverso è il discorso in India, una delle nazioni che si muove in maniera più veloce sul fronte dell’economia. Negli scorsi mesi, il governo nazionale ha deciso di eliminare le banconote da 500 e 1.000 rupie, ritenute “senza valore”, per promuovere la lotta alla corruzione e alla evasione fiscale. In realtà, la mossa del premier Narendra Modi ha avuto effetti devastanti sulla popolazione, perché le due banconote rappresentavano l’86% del contante in circolazione, e per di più in un’economia che basa il 90% delle sue transazioni proprio sul cash.

Futuro remoto? Una crisi di liquidità che ha colpito qualcosa come 1,3 miliardi di indiani, e che potrebbe non essere l’unica (o ultima) rivoluzione in atto nel Paese asiatico: un funzionario governativo di nome Amitabh Kant ha infatti rivelato che nei prossimi tre anni nello Stato saranno superflui i pagamenti elettronici con carta (di debito, credito o prepagata), grazie a un piano che prevede l’impiego dei più moderni sistemi di pagamento biometrico, che usano le impronte digitali o lo scan della retina. Insomma, un nuovo passo verso il futuro.

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