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Vi racconto il mio cinema- Sing street: tra i top del 2016

di James Ford 

L’adolescenza rappresenta, senza ombra di dubbio e credo per tutti, uno dei periodi più confusionari e drammatici della vita, quasi come se, oltre all’incertezza su quello che sarà il proprio futuro e la ricerca di una strada, ci si mettesse una sorta di ipersensibilità capace di farci vivere le emozioni – siano esse positive o negative – amplificate rispetto a quanto accada crescendo.

Nel pieno di un periodo così sconvolgente in molti cercano rifugio, conforto e riscatto nell’arte, nella scrittura o nella musica: John Carney, regista dell’ottimo – e consigliatissimo da recuperare – Once, sfrutta l’onda emotiva degli anni ottanta che l’Irlanda visse tra povertà, guerra ed instabilità sociale per raccontare la nascita di una band di liceali che paiono una versione irish dei Goonies, nata per conquistare una ragazza – il Professor Keating de L’attimo fuggene docet – e divenuta una forma di aggregazione ed uno strumento di rivincita per outsiders ed emarginati, nonchè la benzina per il motore dei sogni di tutti quelli che sperano, soprattutto in gioventù, di “andare oltre il mare” per prendere in mano il proprio futuro.

Ma Sing Street – diretto con sincerità e musicato più che alla grande – è molto più di questo, o della dimostrazione che l’Irlanda è un luogo da visitare almeno una volta nella vita – e posso garantire personalmente -: è infatti uno splendido racconto di formazione legato a doppio filo con il concetto di fratellanza, incarnato dal fratello maggiore del protagonista – forse il charachter più riuscito della pellicola -, che chiunque abbia e viva un legame profondo e forte come quello sentirà sulla pelle come quando, con i propri fratelli o sorelle, ci si capisce così al volo da sentire quasi un brivido di paura.

Personalmente, diffido sempre del clamore suscitato dalle pellicole d’autore e di nicchia, ma Sing Street ha fugato ogni dubbio travolgendomi come un concerto iniziato sottovoce, in acustico, e chiuso saltando e gridando a squarciagola in uno stadio.

Il duemilasedici si è appena concluso, ma se dovessi guardarmi indietro e consigliare i dieci film che l’hanno più caratterizzato, e da non perdere, questo sarebbe sicuramente parte della “scaletta”: dunque abbandonate le etichette, alzate il volume, tornate adolescenti e liberate i sogni.

Non può che fare bene.

Voto: 8

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