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I terroristi non sono musulmani. Le parole del Corano spiegate da Assia Beladhj

di Rossella Assanti

Gli attacchi terroristici si diramano in Occidente seminando morti innocenti e paure. Da Parigi a Berlino, e poi Ankara, Istanbul. La maggior parte rivendicati da Daesh, l’equivalente arabo, Al dawla al islamiya fi al Iraq wal Sham, o anche comunemente chiamato Isis.

Alla velocità di 248 km/h si genera un pensiero, l’impulso che viaggia lungo le fibre nervose del corpo, fino a generare quello che è il 50% dell’opinione pubblica, relaziona in quella frazione di secondi la violenza terroristica alla religione islamica.

Molti si sono chiesti se una religione, intesa come complesso di credenze, sentimenti, riti che legano l’essere umano con ciò che esso ritiene sacro – in modo particolare con Dio, può essere violenta.

La risposta è che nessuna lo è, nessun testo sacro incita alla violenza verso innocenti. Nemmeno il Corano.

Difatti, come ci spiega la mediatrice culturale Assia Beladhj:

«Il Profeta Mohammed proibiva ai soldati di uccidere donne e bambini. Li avvisava: “Non tradire, non essere eccessivo, non uccidere un neonato.” Tra l’altro elencò l’omicidio come secondo di tutti i peccati e avvisava: “I primi casi a essere giudicati tra persone nel giorno del giudizio saranno quelli di spargimento di sangue.” La vita e la proprietà di tutti i cittadini sono considerati sacri, sia la persona un musulmano o meno. Fra l’altro essendo una religione basata sul valore della misericordia non consente il terrorismo.»

Un musulmano, infatti, per essere definito degno e tale deve comportarsi rispettando le leggi della Sharì ah, ossia la legge divina e rispettare i cinque pilastri dell’Islam: la testimonianza della fede, la preghiera, fare zakat – supporto dei bisognosi, digiunare nel mese di Ramadan e il pellegrinaggio una volta nella vita alla Mecca per chi può farlo.

«L’Islam è una religione di pace e tolleranza.» Ci dice El Sayed Abdel, docente universitario presso la facoltà di lingue e traduzione al Cairo. «Lo dimostrano i piccoli gesti quotidiani, a partire dal saluto comune: “Assalamu Alaycum” che significa “la pace sia con voi”. Il terrorismo è un fenomeno mondiale esteso in tutti paesi, causato dalla corruzione presente in ogni settore compresa la politica internazionale.»

Persino le maggiori autorità religiose musulmane si sono schierate contro il califfato di Al-Baghdadi e contro ogni azione terroristica, denunciandone l’inaudita violenza che viola persino le regole della giurisprudenza e ogni valore umano su cui è basato l’Islam.

Gentilezza, giustizia, misericordia. Sono questi i valori ricorrenti nel Corano che colorano l’animo umano rendendolo “nobile” agli occhi di Dio.

Non vi sono sfumature di violenza ingiustificata. Non c’è terrorismo che sia previsto da religione alcuna.

Non esiste, dunque, un terrorismo cristiano, un terrorismo islamico o un terrorismo buddista. Esistono uomini, creati liberi. Esistono uomini invitati ad agire e a farlo per il bene, seguendo i pilastri del cuore. In fondo l’etimologia della parola umanità dal latino humanĭtas, der. da humanus «umano» nel significato di «genere umano», riconduce a ciò che siamo legandolo indissolubilmente anche all’umanità intesa come atteggiamento, sentimento. E’ ciò che rende ogni musulmano, ogni cristiano, ebreo, buddista e ogni uomo un essere umano.

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