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Cos’è una “doula”? Le facilitatrici della maternità che accompagnano durante il parto

di Giulia Danieli

A volte basta solo uno sguardo, una mano da stringere, un sorriso: quando la solitudine e la paura impediscono di vivere con gioia quello che dovrebbe essere il momento più felice della vita di una donna, la nascita di un figlio. Per questo un tempo era un’altra donna ad assistere la puerpera prima durante e dopo il parto: una tradizione che nasce dall’antica Grecia e che a Genova è stata riportata alla luce – mentre in altre città e regioni esiste già – da due mamme che hanno fatto diventare un lavoro quella che era una tradizione famigliare.

Francesca D’Alessandro e Francesca Posenato, professione doule, (dal greco: serva di un’altra donna) non sono né ostetriche né infermiere, ma basano la loro attività su evidenze scientifiche che hanno stabilito come la loro presenza a fianco di una partoriente abbassi notevolmente il suo stato di ansia: in percentuale cala l’utilizzo di farmaci durante il travaglio (solo il 7,8% delle partorienti ricorre ai farmaci antidolore contro il 55% che sono prive di questo tipo di assistenza), mentre la riduzione sia della durata del travaglio che dei cesarei arriva addirittura al 51%.

«Grazie al nostro supporto – raccontano – le partorienti acquisiscono maggiore consapevolezza della propria forza e questo le aiuta a stabilire un migliore rapporto con il personale medico, le rende più sicure e le prepara al lieto evento». Anche perché quando nasce un bambino “nasce” anche una nuova donna.

Francesca D’Alessandro con un passato di economista e Francesca Posenato pedagogista, nel 2013 hanno lasciato le loro professioni e per trasformarsi in doule hanno fatto un corso presso la scuola di formazione (www.mondo-doula.it) grazie al quale sono diventate una sorta difacilitatricidella maternità raggiungibili attraverso il loro sito www.welovemoms.net, che spiega nel dettaglio i loro servizi. Un portale costituito da professionisti, associazioni, attività commerciali che si occupano della cura del sostegno e del benessere di mamme e future mamme. La scuola di formazione non insegna un “insieme di tecniche” ma un “esserci”, nei molti modi e sui molti piani in cui una doula può essere nella relazione con la futura madre. La scuola fornisce una preparazione su più livelli tenendo conto di tutti questi piani: da quello fisico tramite massaggi, rilassamento, aiuto organizzativo e pratico, a quello emozionale con tecniche di counseling, elaborazione della storia del parto, comicoterapia, a quello mentale che fa uso di immagini, metafore, visualizzazioni, informazioni teoriche, culture del parto, a quello spirituale dove si coltiva la presenza e la consapevolezza con la meditazione).

«Il nostro approccio con la futura mamma – spiega Posenato – segue diverse fasi. Si comincia con un colloquio individuale di conoscenza, nel quale si decide anche come proseguire. A volte si concordano pochi incontri pre-parto, seguiti da altri dopo la nascita e il periodo dell’allattamento e dell’accudimento del neonato. In altri casi può bastare anche un solo incontro per fugare paure e dubbi. Le nostre parole chiave sono ascolto e accoglienza».

Nel corso dei secoli questo ruolo è sempre stato svolto da sorelle, zie, nonne. Ora, soprattutto nelle grandi città, nel momento delicato della gravidanza e del parto non è raro che la solitudine procuri depressione e sfoci anche in gesti disperati.

Paesi come Belgio, Olanda, Inghilterra, Francia e anche gli Usa, affrontano da tempo questa “emergenza” favorendo l’attività delle doule. Che è raccomandata pure dalle linee guida per la gravidanza dell’ Oms 2016, e prevista nel welfare di diversi sistemi sanitari nazionali.

E anche le linee guida italiane “Gravidanza fisiologica”, dell’Istituto Superiore di Sanità, che si rifanno a quelle inglesi (NICE), descrivono come l’assistenza ostetrica in gravidanza, durante il parto e dopo la nascita, sia ciò che è necessario, per ottenere benefici quali “minori ricoveri in gravidanza, minori interventi ostetrici durante il parto, maggiore frequenza di inizio di allattamento al seno, minore durata dell’eventuale ricovero del neonato”. Per chi volesse approfondire la conoscenza e, perché no, diventare una doula, può iscriversi e partecipare ai corsi di formazione che si terranno su tutto il territorio nazionale. Il prossimo 22 gennaio anche a Parma inizierà il corso di formazione, le iscrizioni sono già aperte.

Per informazioni: http://www.studiogrounding.it

 

 

 

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