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Animali Fantastici: la lepre del Battistero cucinata alla futurista

 

Benvenuti al terzo appuntamento della rubrica Animali fantastici e dove trovarli nella mia Drogheria dell’Arte. Entrate, non fatevi pregare! Non sentite anche voi questo squisito odorino? In pentola bolle la… lepre.

Con la lepre, dunque, proseguiamo il nostro viaggio lungo le pareti esterne del Battistero di Parma, fra i bassorilievi di questa curiosa creazione scultorea che è lo Zooforo.

La lepre scolpita da Benedetto Antelami si guarda alle spalle, ansimante, perché sta per essere catturata da un levriero, che la rincorre dalla formella adiacente. Ho deciso, dunque, di lasciare alle spalle questo 2016 con il tema della caccia che, a pensarci bene, ben si adatta al vicinissimo cenone. Non sapete ancora come sorprendere i vostri ospiti? Pensate di aver già provato di tutto? Vi sbagliate. Con gusto un po’ profano, invece di sfogliare testi sacri (forse più adeguati), sono andato a sfogliare per voi un raro capolavoro della cucina futurista da abbinare alla lepre del Battistero.

Pubblicato nel 1931, La cucina futurista di Tommaso Marinetti e Luigi Colombo è suddiviso in 8 sezioni: il Formulario futurista per ristoranti e quisibeve fa al caso nostro. Qui, fra un antipasto intuitivo e il dolceforte, tra una fragolamammella e un ultravirile, ci imbattiamo in ben due ricette a base di lepre: Vivanda simultanea e A caccia nel paradiso.

Non vi bastasse, potete consultare il nuovo libro di Andrea Briganti dedicato al brillantissimo futurista parmigiano Piero Illari (Piero Illari, un futurista in Argentina, Uni.Nova 2016), autore del Plasticomibile, pranzo futurista presentato il 1° settembre 1936 in occasione della visita di Marinetti nella redazione della rivista argentina «El Hogar». Per dolce, fragole alla nafta.

Non mi resta che augurarvi di andare a caccia di… cose belle! Bon appétit!

 

 

Vivanda simultanea

(formula dell’aeropoeta futurista Marinetti)

Una gelatina di pollo per metà incastonata di quadrati di carne di giovane cammello cruda. strofinata con aglio e affumicata e per metà incastonata di sfere di carne di lepre stracotta nel vino. Da mangiarsi, inaffiando ogni boccone di cammello con un sorso di acqua del Serino e ogni boccone di lepre con un sorso di Scirà (vino Turco, fatto di Mosto, senz’alcool).

 

 

A caccia nel paradiso

(formula dell’aero pittore futurista Fillìa)

Cuocere lentamente una lepre nel vino spumante dove si diluisce della polvere di cacao, fino a consumazione. Poi tenerla infusa per un minuto in molto sugo di limone. Servirla in un’abbondante salsa verde a base di spinaci e ginepro, punteggiata di bomboni argentati che ricordano i pallini dei cacciatori.

 

 

FRANCESCO GALLINA ha 24 anni ed è pramzän dal säss.

Laureato in Lettere Classiche e Moderne, è critico letterario, docente, blogger, narratore e autore di articoli e saggi accademici su letteratura, poesia, filosofia e arti dello spettacolo.

2 commenti

  1. cristina Brandonisio

    Ti confido che mi piace imparare o ritrovare conoscenze perse negli anni:tu sei il mio pedagogo,tutor,come devo definirti,ragazzo mio? Mi piace seguirti.Ti racconto una storia personale. Mio padre era cacciatore e quando io bambina e ragazzina vedevo la lepre scuoiata provavo una pietà infinita per lei . Quando veniva presentata in tavola,mi rifiutavo di mangiarla.Mio padre,inflessibile,sentenziava” non mangi nient’altro”ed io,caparbia,contestavo mio padre saltando il pranzo!! Ecco perché provo pena anche per la leprotta di pietra ansimante dell’Antelami!

    • Carissima Cristina, che piacere mi fanno le tue parole! Sei tu ad essere pedagoga, semmai; noi giovani abbiamo solo da imparare da voi. Ritrovo nel tuo racconto parole simili a quelle che mi narrava mia nonna. Grazie per aver condiviso questo tuo ricordo!!

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