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Omicidio in via Gobetti: nigeriano trascinato per 50 metri. Le dinamiche di quella notte

 

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E’ in carcere Luca Vescovi, il 36enne residente a Poviglio che la notte di Halloween avrebbe ucciso il 22enne nigeriano in via Gobetti, quartiere San Leonardo. L’accusa è di omicidio volontario e rapina impropria, se dovesse confermarsi il reato la pena partirà da un  minimo di 21 anni.

La squadra della Radiomobile della Polizia di Parma, in collaborazione con la sezione antidroga e scientifica hanno permesso di ricostruire le dinamiche di questa inquietante vicenda.

Quella notte Luca si era recato a casa di alcuni amici in centro, tutti suoi coetanei e lì aveva passato la serata. Verso le 2, secondo la testimonianza dei presenti, di sua iniziativa Vescovi avrebbe deciso di andare a comprare un po’ di marijuana per proseguire la serata. Con insistenza ha convinto un amico ad accompagnarlo e insieme hanno preso la macchina del proprietario di casa, quella Fiat Punto grigia che sarà poi il primo tassello che porterà all’arresto.

luca-vescoviArrivati in via San Leonardo hanno individuato uno spacciatore che stanziava all’incrocio con via Gobetti. Il quartiere è noto per la presenza assidua di pusher a quasi tutte le ore del giorno, di sera non è difficile individuarne uno per un rapido scambio. Luca ha accostato la macchina al nigeriano ed è iniziata una trattativa. Trattativa che non ha trovato accordo sul prezzo. L’italiano, che non era mai sceso dall’auto ma parlava col finestrino abbassato, ha proseguito la sua marcia per qualche metro in quella vietta stretta, ramo di via San Leonardo.

Dopo pochi secondi è stato richiamato dallo stesso spacciatore, o forse da un secondo che era sopraggiunto durante la trattativa, e l’ha raggiunto. Inizia una seconda trattativa ma Luca, forse in un momento di follia o di incoscienza, decide di strappare di mano il sacchettino di plastica nera che conteneva la droga.

 Thankgod Omonkhegbele, il 22enne che da lì a pochi secondi perderà la vita, reagisce d’impulso e si aggrappa alla macchina, probabilmente alla portiera col finestrino abbassato. Luca parte a tutta velocità e trascina il ragazzo, altissimo e robusto, per 40-50 metri. Trascinato dall’inizio della via sino all’incrocio e oltre con via Griffith.

Gli investigatori stanno ancora cercando di ricostruire le esatte dinamiche di questi ultimi momenti ma il nigeriano ha lasciato la presa – forse perché ormai stanco, o perché ha urtato contro qualcosa nella stretta via o perché Luca lo ha spinto via con le mani – ed è caduto sbattendo la testa contro un muretto. Un trauma cranico che l’ha ucciso sul colpo. Luca è scappato nonostante le richieste dell’amico di fermarsi.

omicidio-via-gobettiGli agenti, giunti sul posto dopo la segnalazione di due residenti che sentite le urla si sono precipitati fuori casa, hanno rilevato frammenti di un fanalino posteriore rosso sia sul corpo che nelle vicinanze. L’uomo è stato ritrovato alle 3:10 in una pozza di sangue. Alcuni residenti avevano riferito di grida e schiamazzi intorno alle 2:30.

La scientifica è riuscita a ricostruire la forma del fanale, caratteristica di una Fiat Punto. Esaminate le riprese della telecamera con lettura targa più vicina alla zona – all’incrocio di via San Leonardo con via Amendola, davanti alla tabaccheria – hanno individuato proprio l’auto con a bordo Luca e l’amico che, dopo essere sfociato in via Milano ha ripreso la strada principale per tornare a casa degli amici dove poi ha dormito. Agli amici aveva raccontato solo di un piccolo incidente e il mattino dopo è tornato a casa dei genitori senza confessare nulla.

Gli investigatori hanno convocato il proprietario della Fiat che, già sapendo quello che era successo e avendo appreso dai giornali dell’omicidio, ha confessato di aver prestato l’auto a Vescovi. Poco dopo il passeggero che quella terribile notte aveva accompagnato Luca, si è recato spontaneamente in Questura e la sua testimonianza è stata il terzo tassello fondamentale. La comunità nigeriana del quartiere, chiusa in cordoglio, ha mostrato subito disperazione per il tragico fatto lasciando agli inquirenti la quasi certezza che non potesse trattarsi di un’aggressione tra bande rivali del mondo della droga.

Avendo elementi concreti che potevano far temere una imminente fuga dell’accusato, si è proceduto d’urgenza all’arresto nella sera del 3 novembre e all’accompagnamento nel carcere di Reggio Emilia. Luca Vescovi, disoccupato, nato a Parma ma residente a Poviglio con la famiglia, al momento è l’unico indagato ed ha piccoli precedenti per furto, lesioni alla persona, possesso di oggetti atti ad offendere e uso personale di droga. Ora dovrà rispondere di omicidio volontario. (AriBe)

 

 

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