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Finanziamenti farlocchi ad aziende in difficoltà, in manette Pietro Aldo Ferrari (e altri 5)

 

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Al termine di una complessa attività di indagine durata oltre due anni e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, la Guardia di Finanza di Parma ha smascherato, nell’ambito di un’operazione denominata “RE MIDA” un’associazione a delinquere composta da 14 persone e capeggiata dal noto faccendiere parmigiano Aldo Pietro Ferrari già coinvolto in precedenti vicende giudiziarie fin dagli anni ’90, tra cui uno strano furto avvenuto nella sua villa (LEGGI). Ferrari, era denominato Re Mida da quanto vennero trovati nel giardino della sua villa di Tizzano oltre 15miliardi di lire in valuta estera nell’ambito di un’indagine per riciclaggio.

L’operazione, scattata all’alba di questa mattina, ha visto impegnati, oltre agli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria di Parma, anche le Fiamme Gialle di Forli-Cesena, Bolzano, La Spezia, Lodi, Frosinone, Siracusa e Palermo, che in queste ore stanno ancora eseguendo ordini di custodia cautelare in carcere e provvedimenti di arresti domiciliari nei confronti degli affiliati.

Grazie all’utilizzo di particolari tecniche di indagine, a pedinamenti, all’analisi di centinaia di contratti, nonché ai numerosissimi riscontri sulle banche dati in uso al Corpo, i finanzieri hanno potuto ricostruire un articolato sistema di truffa a danno di decine di imprenditori italiani ed esteri, spesso in stato di difficoltà, che per ottenere finanziamenti si erano rivolti alla società neozelandese INTERNATIONAL WORLD INVESTMENT LOANS (I.W.I.L.). Molti di questi imprenditori sono parmigiani.

Quest’ultima, dipinta come ente di intermediazione finanziaria, era in realtà una società fantasma, sebbene – come emerso dalla documentazione sequestrata e dalla pubblicità in rete – vantasse sedi in Nuova Zelanda, Delaware (USA), Israele, Giappone, Singapore e Grecia.

Dietro la fantomatica I.W.I.L. si celava, in realtà, un’organizzazione che fingeva di operare alla luce del sole utilizzando un immobile di pregio nel quartiere Moletolo, Parma, così da apparire come un normale operatore nel settore finanziario.

La truffa veniva perpetrata proponendo contratti di finanziamento a tassi agevolati, senza le necessarie misure di garanzia e con la sottoscrizione di un fittizio contratto di investimento che addirittura serviva ad abbattere i costi dell’operazione. A servizio della società lavoravano diversi procacciatori che una volta adescati i clienti in giro per l’Italia e all’estero li indirizzavano alla loro sede di Parma. Qui venivano accolti calorosamente dalle segretarie e dai commercialisti che presentavano la società e i contratti.

Dopo la sottoscrizione, veniva richiesto il versamento di una somma di denaro a titolo di spese per l’istruzione della pratica, a fronte del quale seguiva anche l’emissione di una fattura fiscale: l’ennesimo artifizio finalizzato a generare una certa rassicurazione nel cliente, tuttavia in grado di permettere all’organizzazione di incassare una somma anche maggiore di denaro. Si richiedeva inoltre al cliente di versare dal 5 all’8% dell’ammontare del mutuo come certificato di deposito. Strumento finanziario realmente esistente ma che non corrisponde a quanto volevano far credere i truffatori. Con queste tecniche la finta società è riuscita a raccogliere in 2 anni più di 2 milioni di euro.

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Come servizio aggiuntivo veniva concessa anche una consulenza dai loro operatori economici che analizzavano i business plan delle aziende dei clienti. Alla fine della consulenza questi consigliavano di aumentare l’ammontare del mutuo richiesto così da far alzare il deposito e le spese di operazione.

Alla fine di tale messinscena, non un solo euro di finanziamento è stato mai erogato. Alle richieste dei clienti venivano campate scuse quali ritardi da parte delle banche di fama internazionale a cui la società vantava di appoggiarsi.

Le indagini hanno permesso di scoprire che sono state vittime del raggiro non meno di 70 titolari di aziende e che alcuni di loro, in gravi difficoltà economiche, hanno successivamente dichiarato il fallimento. In particolare è stata truffata un’agenzia intermediaria che rispondeva a un gruppo di imprenditori rivoltasi a lei per ottenere dei mutui per un ammontare di ben 999 milioni di euro. In media le cifre pattuite per il finanziamento si aggiravano dai 5 ai 100 milioni di euro.

La IWIL è riuscita a perpetuare raggiri anche in territorio spagnolo e portoghese. La Guardia di Finanza di Parma sta collaborando anche con questi Stati per le indagini.

I militari hanno calcolato che il totale dei finti finanziamenti sottoscritti negli ultimi due anni ammontava a non meno di 3 miliardi di euro e che con questo sistema l’organizzazione ha generato illeciti introiti per oltre 2 milioni di euro.

Le fiamme gialle hanno rinvenuto una notevole somma di denaro in contante e preziosi a casa di Ferrrai. Sono in corso gli accertamenti per determinarne la provenienza.

In ragione di ciò, il GIP presso il Tribunale di Parma – dottor Alessandro CONTI – ha disposto l’emissione di due ordinanze di custodia cautelare in carcere, e di quattro provvedimenti di arresti domiciliari, oltre che il sequestro della sede della I.W.I.L. e l’inibizione dell’accesso e l’oscuramento delle pagine web illecitamente utilizzate.

I 14 indagati dovranno ora rispondere del reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e continuata.

Questa mattina, 11 ottobre, sono scattate le manette per il 72enne Ferrari mentre era nella sede della sua finta società in via Giudotti, a Moletolo. Nell’edificio, durante il blitz delle fiamme gialle, era presente anche Paolo Carubba, di Molfetta, che gli agenti hanno scoperto non solo lavorare ma anche dormire nella sede della società.

Sono quindi 2 gli arrestati ora detenuti in carcere. Tra questi il noto e già condannato parmigiano Aldo Pietro Ferrari. Agli arresti domiciliari altre 4 persone che lavoravano nell’immobile ubicato nel quartiere Moletolo. Persone risultate residenti a Palermo, Siracusa, Frosinone, Lodi e La Spezia. Tra gli indagati compaiono residenti di Fornovo, Fidenza, Tizzano, Reggio Emilia e Alpinea.

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