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CAL in crisi ma aumentano stipendi Cda. Rainieri (LN): “5 stelle e PD vanno d’amore e d’accordo”

cal1“Altro che diversità morale dei 5 Stelle di Parma, ufficiali o presunti che siano, altro che sobrietà nella gestione delle società partecipate dell’amministrazione comunale guidata dal capitan Pizzarotti: il Comune di Parma ha fatto aumentare i compensi degli amministratori di una sua partecipata in pesante crisi finanziaria, il Centro Agroalimentare e Logistico S.r.l., e lo ha fatto utilizzando all’incirca la stessa somma che ha risparmiato licenziando un dipendente per ragioni esclusivamente di riduzione dei costi aziendali. E la Regione Emilia-Romagna targata PD cosa fa? Approva senza colpo ferire. Quando si tratta di Parma, ormai, Pizzarotti e Bonaccini, i 5 stelle e il PD vanno d’amore e d’accordo”.

Queste le parole con le quali il Vice Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ed esponente della Lega Nord, Fabio Rainieri, ha illustrato i motivi dell’interrogazione presentata in Regione sull’aumento dei compensi per gli amministratori del CAL Parma deliberato a maggioranza nei mesi scorsi dai soci tra i quali si annoverano il Comune di Parma con il 53 % e la Regione Emilia-Romagna con l’11,08 %.

Il CAL, Centro Agroalimentare e logistico, di Parma è un’azienda in crisi e una partecipata del Comune di Parma, della Provincia e della Regione. Tra i soci anche banche quali Cariparma e Intesa San Paolo, e la Camera di Commercio. Profondamente in crisi, con debiti per circa 15 milioni di euro, la partecipata aveva ottenuto dal Tribunale, nel novembre 2015, la sospensione di tutte le azioni esecutive contro l’azienda. A dicembre era seguito un incontro con i creditori e debitori in cui si era raggiunto un accordo. L’assessore al Bilancio, Marco Ferretti, aveva presentato quindi un piano di ristrutturazione del debito che è stato omologato dal Tribunale il 7 aprile del 2016. Il piano si basa sulla vendita, entro 5 anni, di tutte le proprietà immobiliari di CAL che non sono strumentali per l’attività. Da tale vendita ci si aspetta un entrata di 9,2 milioni di euro. Inoltre è prevista la riscossione dei crediti dalle società Alfa e STT per 2,5 milioni di euro.

Nonostante l’azienda abbia tirato un sospiro di sollievo, questa non è ancora uscita dalla crisi. Il 29 giugno 2016 tuttavia l’Assemblea dei soci ha deliberato a maggioranza e con il voto favorevole di Comune di Parma e Regione Emilia-Romagna, l’aumento dei compensi annui da 25.000 a 55.000 euro dopo che gli stessi amministratori avevano ricevuto un premio ulteriore di 20.000 euro dopo l’omologa del Tribunale. Prima però dell’omologa, il CdA in data 22 marzo 2016, ha deliberato di procedere a ridurre il personale di un’unità, in considerazione della riduzione delle attività e del Piano di ristrutturazione del debito.

Rainieri ha chiesto conferma alla Giunta regionale se nello stesso Piano di ristrutturazione non sarebbe prevista la necessità della riduzione del personale, ma ha anche considerato che l’aumento di 30.000 euro dei compensi deliberato per gli amministratori corrisponderebbe all’incirca al costo annuo di un dipendente impiegato amministrativo di secondo livello, come quello appunto licenziato.

Alla Giunta regionale l’esponente leghista ha quindi chiesto “se ritiene perfettamente legittimo che l’aumento dei compensi agli amministratori sia stato deliberato mentre è in atto una procedura concorsuale per la stessa società,  se comunque ritiene opportuno che gli amministratori di una società a controllo pubblico in crisi abbiano un consistente aumento dei loro compensi tenuto anche conto che hanno ricevuto un ulteriore premio rispetto alla quantificazione dei compensi precedenti; come valuta il licenziamento di un dipendente prima dell’omologazione del Piano di ristrutturazione del debito e che i risparmi sul costo del lavoro siano, per lo meno in parte, reimpiegati per aumentare il compenso agli amministratori”.

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