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EDITORIALE – Femminicidio: esistono vittime di destra o di sinistra?

scarpe_rosse_0Riceviamo e pubblichiamo con un’attenta riflessione di una nota professionista della città, che preferisce non palesarsi pur definendosi “vicina al centro destra”,  forse anche a sua parziale discolpa per alcune frasi al vetriolo. Lettera che non necessariamente condividiamo, ma che riteniamo giusto abbia spazio.

“Egregio Direttore, premetto che sono un elettore di centro destra. Ma alcuni recenti fatti mi spingono ad alcune riflessioni. Secondo lei esistono assassini di destra o di sinistra? Le spiego il senso della mia domanda.

Quando a dicembre Mohamed Jella, tunisino, pregiudicato, gravato dal foglio di via, ha ammazzato la povera Alessia (Dalla Pia, ndr) destra sinistra e centro della scena politica locale si sono schierati contro il tunisino. Persona sicuramente deprecabile, che una giustizia giusta (e lo dico da professionista della legge) avrebbe allontanato da lei moto prima.

Quando l’altro giorno un parmigiano ha ucciso una conterranea solo il vice sindaco, per dovere istituzionale, Patrizia Maestri e Giorgio Pagliari del Pd si sono schierati contro l’accaduto. Mi chiedo, ma se un parmigiano uccide è legittimato a farlo perché a casa sua? Perché nessuno della destra locale ha proferito parola, solo perché non poteva attaccare il Prefetto, o il sistema carcerario?

Esistono vittime di serie B, carnefici di destra o di sinistra?

Si poteva intervenire sulla necessità di educazione sociale, per tutti. Sull’insegnare agli uomini a non odiare le donne. Capire cosa ha sbagliato una società che ha lasciato un uomo talmente solo e con se stesso, in una situazione di disagio professionale, tanto da esplodere in cotanta violenza.

Si poteva solidarizzare con le due famiglie, facce diverse della stessa medaglia di disperazione. Che non ha destra o sinistra.

Si potevano fare tante cose, salvo stare zitti. Che è pure peggio di dire “se l’e cercata”. L’ignorare alimenterà il male, non lo anestetizzerà. E un assassino resta tale.

Un femminicidio resta squallido e deprecabile. Chiunque lo compia. E se la giustizia spesso ha molte colpe, la società le ha sempre. Perché il disagio padre e madre dei delitti non ha inclinazione politica, o colpevoli schierati.

Solo chi lo capirà, dietro qualsiasi bandiera stia, renderà la città, il paese, migliore”.

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