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Omicidio Pavarani: mercoledì mattina l’interrogatorio di garanzia

colla-pavaraniSono ore delicate, di indagini incessanti, di domande che piano piano trovano risposta, di tasselli che vanno al loro posto, anche se il posto giusto per un omicidio non esiste.

Sono le ore dell’esame autoptico, e dell’interrogatorio di garanzia a carico del 42enne.

Gli inquirenti stanno lavorando per ricostruire le ultime ore di Elisa Pavarani, uccisa, al di la di ogni ragionevole dubbio, dall’ex fidanzato, Luigi Colla, operaio metalmeccanico fermato alcune ore dopo il ritrovamento del cadavere mentre vagava in bicicletta poco lontano dal luogo del delitto, il suo appartamento, al 61 di Largo Carli, inizio di Via Sidoli.

Ad uccidere Elisa, un coltello da cucina, con il manico colorato, rinvenuto nel lavandino, con la lama spezzata probabilmente dall’impeto dell’uomo, disperato per un addio che non accettava.

Sono state quattro le coltellate che hanno ucciso Elisa, forse cinque, sei, piantate tra sterno e addome.

Ma a che ora è accaduto? L’ultimo cenno della ragazza, la telefonata ad un’amica, appena arrivata nell’appartamento che nel week end, prima di prendersi una pausa di riflessione, divideva con Colla, suo fidanzato da 13 anni nonostante la storia stesse vivendo una burrasca, intorno alle 15,00.

Poi il silenzio assordante, un vuoto pneumatico riempito solo dal cellulare di Elisa che squilla, risponde Luigi, rifiuta di passarla all’altro capo del filo. “Dovevano chiarirsi, parlare, lei forse doveva recuperare gli ultimi vestiti – racconteranno poi le amiche disperate – si era presa un po di tempo per riflettere, lui inizialmente ha rispettato la scelta di Elisa, poi ha ricominciato a cercarla”.

Il vuoto, fino alle 20,30. Quando le amiche, il fratello, la cugina, si recano alla Corte Sidoli, nessuno apre la porta, chiedono le chiavi alla madre di Colla, che abita nello stesso stabile. Entrano, e li, tra soggiorno e angelo cottura, ecco il corpo di Elisa dilaniato dai colpi di un coltello da cucina, coperto da un lenzuolo.

Quale sia stata la ferita mortale, lo stabilirà l’autopsia, che verrà effettuata martedì pomeriggio dal medico legale Edda Guareschi.

Colla, incensurato, a carico del quale non risultano precedenti segnalazioni per comportamenti violenti, da quando è stato fermato, intorno alle due di domenica mattina, si trova in carcere, dove verrà sentito dal Gip Maria Cristina Sarli mercoledì mattina.

Per ora ha rilasciato piccole ammissioni, confessando un gesto compiuto d’impeto, che collocherebbe, nella nebbia di quei momenti, intorno alle 18.

Elisa sarebbe morta sul colpo o quasi, nessuna lunga agonia. Probabilmente nulla l’avrebbe salvata, colpita a morte dall’ex ferito da quel rifiuto ineluttabile.

E su di lui, Colla, siallungano alcune ombre, legate al lungo periodo di assenza dal lavoro per infortunio dopo il trasferimento, seguito a una lite con un collega, dallo stabilimento di San Prospero a quello di San Secondo, un trauma per l’uomo, senza patente e senza auto.

Gli inquirenti non si sbottonano. L’accusa? Omicidio volontario. Aggravanti? Troppo presto per dire se vi fosse o meno premeditazione, anche se Elisa, la sera prima, aveva trovato le gomme dell’auto squarciate da un coltello. Si è giustificato Colla, o lo farà? Forse. Le risposte, mercoledì.

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