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Animali selvatici: in regione 2,3 milioni di danni all’agricoltura- Lega Nord: “La Regione si svegli”

Oltre 2,3 milioni di euro di danni da animali selvatici subiti nell’ultimo anno dalle aziende agricole dell’Emilia Romagna. Sono questi i numeri per difetto della lotta quotidiana che gli agricoltori dell’Emilia Romagna conducono per salvare campi e allevamenti da animali ormai fuori controllo.

Lo hanno denunciato questa mattina a Bologna migliaia di agricoltori di Coldiretti Emilia Romagna provenienti da tutta la regione, scesi in città per protestare contro l’abbandono in cui versa il territorio regionale che potrebbe peggiorare nei prossimi anni anche a causa di una proposta di legge dell’assessorato regionale all’Agricoltura che abbasserebbe gli indennizzi riconosciuti agli agricoltori che già oggi non coprono tutti i danni per colture e allevamenti.

Secondo le stime di Coldiretti a rischio sono oltre 25 mila posti di lavoro, 18 mila dei quali nel solo settore degli allevamenti. Solo negli ultimi dieci anni – ricorda Coldiretti – in Emilia Romagna hanno chiuso oltre 1.500 allevamenti bovini, passando dalle 5.000 stalle del 2005 alle 3.500 del 2015. In sofferenza soprattutto gli allevamenti di pecore e capre: in soli 6 anni, tra il 2010 e il 2016 hanno chiuso oltre 700 allevamenti (–23 per cento), passando da 3.306 a 2.554.

A rischio – spiega Coldiretti regionale – sono innanzitutto gli allevamenti di pecore e capre colpiti da lupi e da cani rinselvatichiti che solo nell’ultimo anno hanno ucciso oltre 300 pecore, ma non mancano i danni indiretti per gli allevamenti bovini a causa di danni alle colture foraggere e ai cereali, e per i prodotti frutticoli, sottoposti tutti i giorni agli attacchi degli uccelli, e a molti prodotti orticoli danneggiati dalle nutrie.

Le colture di mais, grano e foraggere sono danneggiati soprattutto da cinghiali, ormai fuori controllo. Branchi di questi animali scorrazzano indisturbati nei campi danneggiando i cereali e i prati-pascolo rendendo inutilizzabile il foraggio, alimento fondamentale per gli allevamenti che producono Parmigiano Reggiano per cui fondamentale è l’utilizzo di foraggere provenienti dal territorio regionale. I danni da cinghiale indennizzati nell’ultimo anno hanno superato i 700 mila euro di valore, un dato inferiore ai reali danni prodotti da questi animali. Anche perché la loro rapida diffusione su tutto il territorio crea situazioni di pericolo perfino sulle strade. Secondo i dati dell’Asaps, Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale, nel 2015 ci sono stati in Italia 214 episodi gravi di incidenti di animali stradali, di cui 171 con animali selvatici, in cui hanno perso la vita 18 persone e 145 sono rimaste ferite.

La situazione dei danni è grave anche per la frutta sottoposta agli attacchi degli uccelli. Corvi, storni, ghiandaie, piccioni procurano danni per 500 mila euro. Un discorso a parte meritano le nutrie, animali completamente estranei al territorio dell’Emilia Romagna che hanno ormai colonizzato più dei due terzi del territorio regionale (71%), fino a raggiungere, secondo le stime di Coldiretti regionale, il rapporto di una nutria ogni cinque abitanti, con danni diretti alle colture agricole (foraggi e ortaggi, soprattutto cocomeri e meloni) per 173 mila euro. I danni più rilevanti provocati da questi animali riguardano però gli argini dei canali e dei fiumi, provocando smottamenti e causando esondazioni che mettono in pericolo anche mortale persone e abitazioni (vedi l’esondazione del fiume Secchia a Modena nel 2014).

“Controllare la diffusione degli animali selvatici – ha detto il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – è un imperativo per la tutela dell’ambiente e del territorio perché mettono a rischio anche la biodiversità. Chiediamo perciò alla Regione efficaci politiche di controllo della diffusione di animali selvatici per la tutela delle imprese agricole e del territorio”.

IL COMUNICATO “POST-MANIFESTAZIONE”, AGRICOLTURA: MANIFESTAZIONE COLDIRETTI
SOLO I FATTI POTRANNO DARE SODDISFAZIONE AGLI IMPRENDITORI AGRICOLI – Chiameremo ancora in causa il presidente della Regione Emilia Romagna perché si faccia garante delle promesse fatte davanti a 7.000 agricoltori di Coldiretti che hanno lasciato i campi in piena campagna di raccolta per manifestare oggi a Bologna per denunciare i problemi della burocrazia inutile e dei danni nei campi da animali selvatici. È quanto afferma Coldiretti Emilia Romagna dopo l’intervento in videoconferenza con la piazza del presidente Stefano Bonaccini che si trovava a Roma per impegni istituzionali precedentemente assunti.

Il presidente della Regione, chiamato in causa da Coldiretti per i colpevoli ritardi dell’assessore all’Agricoltura Simona Caselli, ha annunciato l‘intenzione di voler convocare immediatamente un tavolo di confronto sul tema dei danni da fauna selvatica e di voler confrontarsi anche Bruxelles sulle gestione degli animali selvatici che – ricorda Coldiretti – in Italia è patrimonio indisponibile dello Stato, mentre nella maggioranza dei Paesi europei è proprietà privata degli agricoltori o res nullius (bene a disposizione di tutti). Sulla burocrazia, il presidente della Regione ha ricordato che per l’applicazione del silenzio assenso è pronto a confrontarsi con i rappresentanti degli agricoltori per estendere i provvedimenti per lo snellimento della burocrazia, come chiesto oggi da Coldiretti.

“Ci preoccupa – ha detto il presidente regionale di Coldiretti Mauro Tonello – che la Regione abbia deciso solo all’ultima ora di reperire risorse sull’agroambiente e di prendere alcuni provvedimenti sulla burocrazia, che attendevamo da anni. Accogliamo con soddisfazione le promesse fatte dal presidente Bonaccini, e per questo terremo monitorate le decisioni della Regione, affinché gli impegni presi davanti alla piazza gremita si trasformino in azioni. Solo i fatti potranno dare soddisfazione a Coldiretti e ai suoi associati”.

IL COMMENTO DELLA LEGA NORD – “Giù le mani dal nostro territorio. Questa la richiesta che questa mattina si è levata forte e chiara dagli oltre 5mila agricoltori che si sono dati appuntamento sotto il palazzo della Regione per chiedere alla giunta maggiore attenzione per il comparto. E hanno pienamente ragione. Per questo noi della Lega Nord ci siamo da subito schierati al loro fianco”.

Così Fabio Rainieri, vicepresidente dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna interviene a seguito della manifestazione della Coldiretti che ha portato i trattori in via Aldo Moro.

“Gli agricoltori – attacca Rainieri – non possono attendere che si sblocchi la burocrazia, visto che da diverso tempo aspettano risposte in merito al Psr che disciplina ormai tutti gli aspetti dell’attività agricola. Oppure vogliamo parlare della Pac? L’assessore all’agricoltura lombardo, Gianni Fava, ha annunciato che la sua Regione anticiperà 96 milioni ad oltre 27mila aziende del territorio. In questo senso, la Regione Emilia-Romagna avrebbe molto da imparare. Insomma – continua l’esponente del Carroccio -, il Psr rappresenta un quadro di misure che potrebbero dare risposte, ma che, causa l’inerzia degli apparati, sta creando un intralcio a chi produce e ha cura del territorio dimenticandosi che le imprese agricole lavorano oggi, circa tre mesi e mezzo all’anno, per pagare gli oneri nei confronti dell’erario. Mentre le istituzioni non sono altrettanto prodighe di attenzioni, quando gli agricoltori chiedono rispetto degli impegni; nonostante muovano un volano importantissimo per il territorio regionale, con colture apprezzate in tutto il mondo ed eccellenze che sono un patrimonio da valorizzare”.

“In piazza gli agricoltori hanno chiesto immediati interventi anche contro la fauna selvatica che continua a creare grave danno alle colture e agli allevamenti. E l’assessore? Solo fumo, ma di arrosto e di risposte nemmeno l’ombra. Assessore Caselli – aggiunge Rainieri – adesso basta con le promesse e le parole. Nei campi ci si stringe la mano e si fanno i fatti. Quelli che qui, purtroppo, ancora non si vedono. Adesso, come recitavano molti cartelli esposti dai manifestanti è il momento che l’assessore si svegli. Il nostro sistema agricolo non può continuare ad aspettare che il palazzo si smuova dal torpore che lo circonda, altrimenti per il nostro settore primario sarà la fine ”.

“Certo – conclude Rainieri – visto che di solito l’assessore, come hanno lamentato gli stessi agricoltori oggi in piazza, non risponde, e che l’ultima volta sull’etichettatura del latte mi ha fatto rispondere sui giornali e in maniera comunque errata dall’onorevole Romanini, mi chiedo questa volta a chi chiederà di rispondere al posto suo”.

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