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Rapporto annuale sull’economia dell’Emilia-Romagna: moderata ripresa

Riresa-economicaL’economia regionale è tornata a espandersi, interrom­pendo una prolungata fase recessiva. In base alle stime di Prometeia, nel 2015 il PIL è cresciuto dell’1,0 per cento, lievemente al di sopra della media nazionale.

L’espansione ha continuato a benefi­ciare della dinamica positiva delle esportazioni cui si è affiancata quella dei consumi e il riavvio degli investimenti.

La ripresa è stata trainata dall’industria e dai servizi a fronte di una congiuntura ancora debole nelle costruzioni.

Secondo le indagini della Banca d’Italia, il fatturato dell’industria manifatturiera è aumentato del 2 per cento; la crescita è stata più accentuata per le imprese esportatrici, ma si è estesa anche a quelle più orientate al mercato interno. La dinamica degli ordini è stata più favorevole per le grandi imprese e ha riguardato tutti i principali comparti, ad eccezione del tessile-abbiglia­mento. Le esportazioni hanno continuato a crescere (4,4 per cento), trainate da quelle verso gli Stati Uniti; sono al contrario diminuite le vendite all’estero verso i paesi emergenti che hanno mostrato un indebolimento dell’attività economica. Il miglioramento del quadro congiunturale e delle condizioni di accesso al credito hanno favorito la crescita degli investimenti (1,1 per cento).

Nelle costruzioni i livelli di attività rimangono bassi ed è proseguita la riduzione della base produttiva, sia in termini di imprese sia di addetti; la diminuzione dei prezzi delle case e dei tassi di interesse sui mutui hanno stimolato le compravendite residenziali (in crescita del 6,8 per cento).

Nei servizi privati non finanziari il fatturato è aumentato del 7,3 per cento. Nel commercio le vendite sono tornate a crescere, soprattutto per i beni durevoli e nelle imprese della grande distribuzione; anche le presenze turistiche sono aumentate (2,8 per cento), trainate dalla componente italiana a fronte di una flessione di quella straniera.

Il miglioramento del quadro congiunturale e i provvedimenti adottati dal Governo si sono favorevolmente riflessi sul mercato del lavoro. L’occupazione è aumentata dello 0,4 per cento, trainata da quella dell’industria. Tra i nuovi contratti hanno prevalso quelli a tempo indeterminato: le assunzioni nette di lavoratori con tale tipologia contrattuale hanno superato le 68.500 unità. Il tasso di disoccupazione è diminuito dall’8,3 al 7,7 per cento.

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La flessione dei prestiti alle imprese si è atte­nuata nel corso dell’anno (‑1,0 per cento contro il ‑3,1 del 2014). La dinamica è stata divergente tra i settori di attività economica: i prestiti sono tornati a crescere nel manifatturiero mentre continuano a diminuire nei servizi e nelle costruzioni. Come negli anni precedenti, inoltre, i prestiti sono aumentati per le imprese con una migliore situazione economica e finanziaria e, nel 2015, anche per quelle con un profilo di rischio intermedio; continuano a calare, al contrario, i prestiti alle imprese più rischiose.

La domanda di credito è stata sostenuta dalla componente finalizzata agli investimenti produttivi e al finanziamento del circolante; dal lato dell’of­ferta le condizioni di accesso al credito sono migliorate, sia in termini di spread applicati sia di quantità erogate. I tassi di interesse sono diminuiti beneficiando delle misure di politica monetaria della BCE.

I prestiti alle famiglie sono tornati a espandersi (0,8 per cento), beneficiando della marcata crescita dei nuovi mutui per l’acquisto di abitazioni. Anche il credito al consumo è aumentato, grazie alla ripresa degli acquisti di beni durevoli. I depositi delle famiglie sono cresciuti a tassi simili a quelli del­l’an­no precedente.

Il miglioramento del quadro congiunturale stenta a riflettersi sul rischio di credito delle imprese che rimane su livelli storicamente elevati in particolare per il settore delle costruzioni. Gli ingressi in sofferenza in rapporto ai prestiti sono lievemente aumentati (al 4,2 per cento); gli indicatori sulle altre anomalie del credito e che anticipano la dinamica degli ingressi in sofferenza mostrano, tuttavia, segnali di miglioramento. La vulnerabilità finanziaria delle famiglie rimane nel complesso contenuta.

Secondo l’indagine della Banca d’Italia la ripresa dovrebbe consolidarsi nel 2016 ed estendersi anche alle imprese delle costruzioni. Il ritmo di crescita dell’economia rimarrebbe, peraltro, moderato; su tale scenario gravano le incertezze sull’evoluzione del commercio mondiale e sull’in­ten­sità della ripresa della domanda interna.

Il rapporto contiene anche numerosi approfondimenti di carattere strutturale. Con riferimento all’economia reale, questi includono analisi su specifiche specializzazioni produttive della regione (la cosiddetta motor valley e il distretto biomedicale di Mirandola) e sulla variabilità dei prezzi delle case sul territorio. Per quanto riguarda il mercato del lavoro e la situazione economica e finanziaria delle famiglie, sono riportate analisi sulla dinamica, negli anni della crisi, del reddito, dei consumi e della ricchezza. Un approfondimento esamina la dinamica delle iscrizioni dei giovani alle università e l’offerta formativa degli atenei regionali. Sul mercato del credito, alcuni riquadri approfondiscono i processi di deleveraging e di consolidamento del debito tra le imprese e il livello di indebi­tamento e le situazioni di vulnerabilità finanziaria tra le famiglie.

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