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Alluvione, Pizzarotti iscritto al registro degli indagati – La replica di Pellacini: “Ecco i fax della Protezione Civile”

alluvione-parma-3Lo aveva annunciato il Movimento Nuovi Consumatori, che il sindaco “sapeva dell’arrivo dell’ alluvione, ma non aveva fatto nulla, (LEGGI) la Procura si sta muovendo”.

Ed ecco che gli ingranaggi della giustizia sono partiti: il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, il capo dei vigili Gaetano Noè il direttore dell’Agenzia regionale di protezione civile Gabriele Mainetti, l’ex responsabile del servizio tecnico di bacino Gianfranco Larini e l’ex dirigente della protezione civile della Provincia Gabriele Alifraco sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di disastro colposo in merito all’alluvione che nell’ottobre 2014 ha causato a Parma milioni di euro di danni.

L’iscrizione nel registro degli indagati risale alla scorsa settimana, scrive la Gazzetta di Parma, ma non sarebbe ancora stata trasmessa alcuna informazione di garanzia agli indagati, perché finora la Procura non ha svolto atti che richiedano la presenza di un difensore.

Il sindaco è indagato per disastro colposo in quanto massima autorità di protezione civile in città. Il fascicolo era stato aperto contro ignoti dal Pm Paola Dal Monte pochi giorni dopo l’esondazione che allagò la zona sud della città provocando milioni di euro di danni ma non provocò vittime. Le indagini sono state condotte in questi mesi dal Corpo forestale dello Stato e dalla stessa polizia municipale. Nulla però trapela sul fronte investigativo anche se l’attenzione degli inquirenti non sarebbe rivolta solo sulle eventuali inadempienze di Pizzarotti ma di tutto il sistema dell’allerta della protezione civile. In particolare sulla catena di comunicazione delle allerte meteo. A partire dal fax partito dalla prefettura sabato 11 ottobre alle 13:49 e protocollato al comune di Parma solo lunedì 13, lo stesso giorno del disastro.

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Così torna a far sentire sulla città i propri echi l’alluvione che la scosse profondamente nell’ottobre 2014, lasciando Parma in ginocchio per giorni e giorni e causando danni inqualificabili e lasciando una cicatrice che forse mai si chiuderà del tutto: il pontino della Navetta crollato, il container incastrato sotto l’arcata del Ponte, hanno fatto il giro d’Italia e del mondo, e sono impressi negli occhi di chi c’era.

Ora per il sindaco di Parma, a un anno delle elezioni, dopo la richiesta di espulsione dal Movimento, ancora “pendente”, e l’iscrizione al registro degli indagati per abuso d’ufficio nelle assegnazioni degli incarichi al Teatro Regio, la situazione diventa ancora più “scomoda”.

Che ne sarà di lui, oggi in Cina per missioni istituzionali?

LA REPLICA (DOCUMENTATA) DI PELLACINI – 

I Fax della Protezione civile:

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Mister Trasparenza-Pizzarotti dalla Cina commenta il voto di Bologna ma nulla ha da dire sulle indagini per l’esondazione del Baganza del 13 ottobre 2014. Dirà che si tratta di un atto dovuto, in effetti dovuto perché non è stato fatto poco o nulla dopo otto (8) fax della Protezione Civile che annunciavano la coda della perturbazione di Genova (8 ottobre). Serviva molto a capire cosa poteva succedere, viste le immagini di Genova? Sono sicuro che chi legge ora ancora ricorda.

Pizzarotti diceva che il fax non si usa più. Non dice però che si tratta di otto comunicazioni urgenti recapitate via Pec che potevano essere agevolmente “girate” via email. Sorge un dubbio atroce: se il Sindaco non è presente, il sistema d’emergenza non entra in funzione? Non provi il Sindaco a scaricare le responsabilità sui funzionari della Protezione Civile per responsabilità che sono solo ed esclusivamente solo sue. Non si tratta nemmeno del primo giorno dopo le elezioni, erano già passati due anni.

“Ne arrivano tanti di fax così” disse Pizzarotti all’epoca. Il numero di protocollo permette di capire che in un anno erano arrivati solo una quarantina di segnalazioni a copertura di tutta la provincia di Parma. Si trattava quindi di una comunicazione importantissima!
Perché non doveva essere considerata quella segnalazione, anche se arrivata di sabato?

Il delirio di re Federico dava già i primi segni, evidentemente. Sono intervenuto in Consiglio comunale a dicembre 2014, dove ho portato e letto quei “fax” che sono da considerarsi con particolare attenzione già quando contengono 4 o 6 caselle nere, questi ne contengono 21: altissimo pericolo! Pizzarotti ha detto in Consiglio che si tratta solo di chiacchiere da bar!

Le comunicazioni arrivate al Comune indicano precisamente “Fiume Baganza” e indicano fra gli effetti attesi: “Sono previsti allagamenti di aree golenali con interessamento di abitazioni o attività” e in precedenza: “Sono possibili danni alle opere idrauliche, di difesa e di attraversamento e alle attività antropiche in prossimità dell’alveo”. Fra le azioni da intraprendere: “Si raccomanda la tempestiva evacuazione delle abitazioni e attività”.
Fra quelle attività c’è un’ospedale, è venuto giù un ponte, ci sono stati circa 100 milioni di euro di danni. Il resto, per fortuna perché non ci sono state vittime, è storia.

Pizzarotti scaricherà le responsabilità su Aipo, Regione, sul Governo e chissà chi altri ma dimentica che seguire i lavori della cassa d’espansione e, soprattutto, attivare lo stato d’emergenza già al primo fax, era un suo preciso dovere a cui non ha tenuto fede. Come a molti altri punti del suo mandato.

Giuseppe Pellacini
Capogruppo Consiglio Comunale Unione di Centro (UDC)

 

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