Home » Sindacale&Sociale » Rete diritti in casa: “Chi non ha lavoro come può pagare l’affitto”?

Rete diritti in casa: “Chi non ha lavoro come può pagare l’affitto”?

“Oggi militanti della Rete Diritti in Casa e facchini del SICobas sono intervenuti congiuntamente a Fidenza per evitare lo sfratto di Adel, un facchino del magazzino Bormioli di Fidenza che è stato licenziato insieme ad altri 20 facchini per avere rifiutato di accettare l’accordo capestro stipulato tra la cooperativa CAL che gestisce la logistica all’interno del magazzino Bormioli e Cgil e Cisl.

La minaccia dello sfratto arriverà a breve non solo per tutti gli altri facchini licenziati, ma con ogni probabilità anche per tutti coloro che hanno accettato il contratto capestro sottoscritto con la cooperativa subentrante nell’appalto Bormioli.

Il nuovo contratto ha comportato infatti una netta riduzione della retribuzione in busta paga a causa dell’inquadramento a livelli inferiori, della perdita degli scatti d’anzianità maturati con la precedente cooperativa, della mancata garanzia delle ore lavorative previste dal precedente appalto.

Inoltre per i facchini rientrati al lavoro sono aumentato i ritmi (con conseguente aumento dei rischi) e l’introduzione del regime delle “tutele crescenti”(Jobs act) ha nettamente aumentato i rischi di licenziamento così che la prospettiva aziendale di ridurre il personale in pianta stabile sembra purtroppo essere sempre più vicina. Alla faccia dell’entusiasmo della Cgil per il nuovo contratto.

Con la netta riduzione degli importi in busta paga dei facchini, si aggrava il rischio di non riuscire a pagare le spese fondamentali e tra questi l’affitto e le utenze.

A Fidenza la situazione di emergenza abitativa rischia quindi di aggravarsi notevolmente aggiungendo un numero considerevole di famiglie sotto sfratto alle tante già in questa condizione.

Per affrontare questa situazione occorrerebbe che il Comune intraprendesse politiche abitative straordinarie, dopo che per anni la situazione è stata ampiamente trascurata.

Il 22 gennaio scorso Cgil e Cisl hanno marciato, in combutta con il PD e con l’azienda, per protestare contro il picchetto degli operai Sicobas davanti ai cancelli della Bormioli Rocco. Se veramente avessero avuto a cuore la condizione degli operai e la tutela della situazione produttiva non avrebbero dovuto far altro che lottare al fianco dei facchini in sciopero, risolvendo la questione con il sostegno delle rivendicazioni operaie e non le esigenze di sfruttamento. In questo modo la vertenza si sarebbe conclusa molto prima.

Per quel che ci riguarda saremo sempre al fianco dei facchini in lotta e non permetteremo che nessuno venga sfrattato e messo per strada senza soluzioni accettabili”.

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*