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Aprite le strutture di ricovero per gli anziani”: la proposta dei sindacati unitari provinciali

Villa AlbaControlli obbligatori e a sorpresa, coinvolgimento dei familiari, iniziative per aprire a tutta la comunità le strutture per persone anziane di Parma e provincia.

Cgil, Cisl e Uil rispondono così ai gravi episodi di abusi e violenza che si sono verificati ai danni delle persone più fragili nelle strutture.

Le organizzazioni sindacali hanno presentato venerdì 25 marzo, simbolicamente davanti alla casa famiglia Villa Alba di via Emilia overst, la loro proposta di protocollo sulle strutture di ricovero e alloggio per persone anziane, per favorire una maggiore tutela e dignità degli utenti e degli operatori.
La proposta verrà consegnata al Comune di Parma, per promuovere e sollecitare un percorso – anche a livello regionale – di contrasto a questi fenomeni.

“Gli episodi di violenza e sopraffazione che hanno visto gli anziani come vittime in questo territorio, con gli scandali che sono esplosi a Villa Alba e Villa Matilde, ci hanno portato qui” ha detto Massimo Bussandri, segretario generale della Camera del Lavoro di Parma, presente insieme alle organizzazioni di categoria dei pensionati e della funzione pubblica.

“Oggi presentiamo a tutta la collettività e alla comunità di Parma un protocollo, che parte dalla regolamentazione che c’é già, e la implementa con tre misure: la prima riguarda la governance pubblica, l’idea di sorveglianza di Comune e azienda sanitaria che non deve mai mancare, la seconda è l’idea di un maggiore coinvolgimento da parte delle famiglie e la terza è l’ingresso della società civile in queste strutture, con comitati di sorveglianza e l’ipotesi di un white list che definisca quali caratteristiche debbano avere queste strutture per poter ospitare degli anziani”.

La proposta di protocollo, presentata da Cgil, Cisl e Uil, per le strutture di ricovero e alloggio per anziani, insiste su queste misure da mettere in campo.

La prima proposta è quella di introdurre l’obbligatorietà dei controlli, anche a sorpresa, di verifica dell’idoneità della struttura e dei servizi agli ospiti.

Altre azioni da condividere a livello territoriale sono l’attenzione al personale dipendente, perché sia in possesso delle qualifiche necessarie per svolgere l’esercizio delle attività rivolte agli anziani, e perché siano applicati i contratti di lavoro nazionali adeguati.

I sindacati suggeriscono inoltre l’istituzione di un numero di telefono gratuito, per segnalare episodi di maltrattamenti e violenze, con la garanzia dell’anonimato.

Un’altra proposta è di aprire le strutture alla società civile, rendendole accessibili ad associazioni e a commissioni di vigilanza, per verifiche periodiche. Per le organizzazioni sindacali occorre una maggiore governance pubblica, perché le strutture non possono essere considerate l’alternativa privata ad un sistema pubblico che non riesce a rispondere ad un aumento della popolazione anziana e delle patologie croniche.

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