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Area Vasta, Parma e Piacenza fanno le prove in attesa di Reggio

Erano presenti in gran numero i sindaci del Parmense e del Piacentino,  al teatro Verdi di Fiorenzuola, all’incontro con l’Assessore regionale al Riordino istituzionale Emma Petitti, organizzato dai Presidenti delle Province di Parma Filippo Fritelli e di Piacenza Francesco Rolleri per discutere dell’accordo quadro che si sta stipulando tra le Province di Parma e Piacenza.

Rolleri, che è anche Sindaco di Vigolzone, ha illustrato le ragioni dell’accordo: i fortissimi tagli ai bilanci, il blocco delle assunzioni e la drastica riduzione del personale provinciale, il processo di riforma costituzionale che porterà in autunno al referendum per l’abolizione definitiva delle Province, il nuovo progetto di Area vasta. “Alcuni dei nostri uffici sono ora svuotati di personale e per continuare ad erogare un buon servizio al territorio abbiamo iniziato la sperimentazione di un cammino di collaborazione tra le due Province, che porta a una organizzazione unitaria di tali uffici – ha spiegato – I due Enti mantengono la loro indipendenza e la loro identità territoriale, ma alcune funzioni, come il turismo e la gestione del brand Emilia potrebbero essere gestite in futuro anche con altre Province, soprattutto Reggio Emilia, che per ora non aderisce, ma che avrà la possibilità di essere coinvolta in seguito, a partire da questo accordo quadro.

E i segnali di apertura da Reggio non mancano, come ha comunicato il Presidente della Provincia di Parma e Sindaco di Salsomaggiore Filippo Fritelli, che ha incontrato ieri gli amministratori di oltre Enza al Fuori orario di Taneto, insieme al Sindaco di Parma per parlare proprio di area vasta, incontro organizzato da una forza politica locale.
“Partiamo da uno stato di necessità, ma vogliamo impostare un discorso costruttivo, che ci porti a superare i confini provinciali e iniziare a programmare insieme sulle politiche ambientali, dei rifiuti e dei trasporti – ha affermato Fritelli – Ora, con questo accordo, partiamo facendo lavorare insieme le persone, che non è poco, ma poi l’Area vasta dovrà diventare più un ente di programmazione che di gestione, per governare il cambiamento, anziché subirlo.”

L’accordo quadro, illustrato dal Direttore generale della Provincia di Piacenza Vittorio Silva, prevede la programmazione, il coordinamento e supporto ai Comuni in alcune funzioni amministrative: centrale unica di committenza, servizio Europa, servizio legale, con sperimentazioni anche sulla pianificazione territoriale e la promozione turistica. Si tratta di uno strumento flessibile che in soli sei punti indica un chiaro percorso di collaborazione. I Consigli provinciali saranno chiamati a votare e per ciascuna attività sarà poi stipulata una specifica convenzione. L’accordo è aperto fin da subito all’adesione di altri enti.

Numerosi gli interventi dei Sindaci, a partire da quello di Fiorenzuola Giovanni Compiani, secondo cui “questa sperimentazione di Area vasta è un passo importante per mettere in relazione i territori per valorizzarli meglio, farli uscire dalle dimensioni ristrette delle Province per sviluppare forza e coesione.”
Per Paolo Bianchi Sindaco di Collecchio e Delegato provinciale “dobbiamo già pensarci come un territorio unico, sapendo che gli altri ci vedono già così”, valorizzando le esperienze positive di collaborazione in corso, come quella dell’Ente Gestione Parchi.
Per Patrizia Calza, Sindaco di Gragnano e Vice Presidente Provincia di Piacenza: “Gli amministratori locali vogliono essere protagonisti in questo processo di riforma. La dimensione territoriale è già superata: ce lo dicono gli altri, innanzitutto gli operatori economici.”
Crede nell’Area vasta di Parma, Piacenza, Reggio, e anche oltre, il Presidente dell’Unione Pedemontana e Sindaco di Traversetolo Ginetto Mari, secondo cui: “Il cambiamento è necessario, ed è essenziale anche per i piccoli comuni mettersi insieme, superando le logiche di campanile per avere buoni servizi e un territorio attrattivo, semplificando anche i processi amministrativi”.
L’Area vasta è indispensabile anche per il Sindaco di Cerignale e Consigliere provinciale Massimo Castelli, che ha richiamato la necessità di un supporto tecnico per attuare politiche tese a far restare la popolazione in montagna, e se possibile farla aumentare:
Il Sindaco di Sorbolo e Presidente dell’Unione Bassa Est Parmense Nicola Cesari ha frenato sul tema delle fusioni (“che devono rispettare la storia degli enti”) e ha indicato le eccellenze da valorizzare insieme, dall’agroalimentare al Po.
Il Presidente del Consiglio comunale di Parma Marco Vagnozzi ha auspicato un cambio delle regole a favore della semplificazione amministrativa (ad esempio in materia di urbanistica), ha proposto di inserire anche l’Ufficio Anticorruzione nel protocollo di intesa, ha proposto una maggiore collaborazione per ottenere finanziamenti europei, ad esempio con progetti enologici, e si è detto favorevole all’apertura dell’Area vasta alle Province di Reggio e Modena.
Critico sul percorso di costruzione dell’Area vasta il Sindaco di Lugagnano Val d’Arda Jonathan Papamarenghi, che ne ha lamentato la scarsa condivisione, esprimendo il timore che possa aumentare i costi e allontanare le decisioni dai territori.
Favorevole alle fusioni, più che alle unioni, il Sindaco di Monticelli d’Ongina Michele Sfriso, che ha richiamato la necessità di lavorare insieme per promuovere il turismo puntando su Po, enogastronomia, castelli e identità dei territori, “lavorandoci da protagonisti”.

“Questo accordo quadro è l’inizio di un percorso virtuoso di due Province che hanno colto il senso della sfida, che è culturale ed economica, non solo amministrativa – ha concluso L’Assessore regionale al Riordino istituzionale Emma Petitti, complimentandosi per l’iniziativa – Qui non si cancellano le identità, ma si unificano e semplificano i costi, esprimendo consapevolezza e volontà di protagonismo, con l’obiettivo di creare sviluppo e competitività, dando una prospettiva anche ai lavoratori. E c’è anche l’attenzione del Governo alla nostra sperimentazione sulle Aree vaste e sulle Unioni di Comuni, che rappresentano ormai un esempio a livello nazionale, in vista di nuove leggi sulla materia.“

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