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Tep in vendita. Fa gola a investitori esteri?

TepGrandi manovre e (forse) interessi stranieri in Emilia per la gestione del trasporto pubblico locale.

Ormai archiviata la stagione delle proroghe, entro il 15 febbraio i possibili investitori, vecchi o nuovi, dovranno recapitare le lettere di manifestazione d’interesse in vista della gara tutta da scrivere entro l’estate (ma a decorrere probabilmente dal primo gennaio 2017) per rilevare il servizio trasporto pubblico locale a Parma e provincia, tuttora a cura dell’azienda locale Tep spa.

Entro aprile, poi, dovrebbe toccare a Piacenza. Considerando Parma, l’ultima procedura aperta, due anni fa, finì con un nulla di fatto nonostante qualche buona aspettativa: il copione però, secondo diversi addetti ai lavori, potrebbe ora non ripetersi. Allora, del resto, si trattava di acquisire sia la gestione del servizio sia l’azienda tutta: un impegno a dir poco gravoso, e infatti adesso si cambia.

Entro febbraio la ricerca delle manifestazioni di interesse (che consentiranno a chi si affaccia di vedere i conti) riguarderà il servizio, dipendenti e mezzi inclusi, ma in sostanza non l’intero ‘pacchetto’.

Chi si farà avanti? Il tam-tam corre già nelle stanze dei bottoni dei soci pubblici locali. Tep è considerata un’azienda sana ed efficiente, lo era anche prima dell’avvento ai suoi vertici del manager bolognese Mirko Rubini: divisa saldamente a metà tra Comune e Provincia, la spa ducale vanta un parco mezzi più giovane rispetto a quelli delle altre città emiliane e tradisce una certa diffidenza alle integrazioni calate dall’alto con le aziende limitrofe, soprattutto quelle che fino a qualche anno presentavano bilanci traballanti.

In sostanza, è immaginabile che Tep venderà cara la pelle in vista di febbraio e della gara successiva, cercando di confermare per sè a suon di nuovi investimenti il servizio dei trasporti tuttora gestito. Al netto di possibilità e probabilità, la logica dice che potrà essere Seta a farsi avanti anche a Parma.

La spa guidata dal modenese Vanni Bulgarelli, fedelissimo del sindaco ed ex assessore regionale Muzzarelli, si occupa già da tempo senza particolari ‘sbilanci’, anzi con dei piccoli utili negli ultimi esercizi, dei bacini di Modena, Reggio e Piacenza.

L’impegno è già gravoso ma appunto, manca Parma, e la frattura è sotto gli occhi di tutti. Se non Seta, potrebbe manifestare interesse per Tep la stessa Tper, il colosso regionale che ha inglobato in questi anni le ferrovie ex Fer gestendo il tpl nell’area di Bologna e Ferrara. Tper, fra l’altro, è anche socia di Seta: ma, azzardano i ben informati, il percorso verso il grande obiettivo generale, che è poi l’unica azienda per l’emilia-romagna anche se non si può immaginare quando, sembra meno tortuoso se si procede per gradi. E quindi, prima l’emilia a ovest di Bologna unita, poi il resto.

Aspettando altri eventuali concorrenti, e ricordando che in fondo ‘tutti’ possono partecipare, in questo quadro potrebbe irrompere a parma un player straniero.

Nella vicina Cremona, primo caso in italia, l’azienda degli autobus è passata totalmente in mano a un gruppo privato straniero.

A fare shopping nella bassa a nord del Po è stata la multinazionale anglo-tedesca Arriva, gruppo privato che ha come azionista di controllo le ferrovie pubbliche Deutsche Bahn: è vero che era già socia da anni al 49% dei gestori locali, ma poi ne ha acquisito senza indugi il capitale al 100%…(Dire).

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