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Parma città per ladri? La fascia sud-est affollata da “topi d’appartamento”

imagesI malviventi non riposano mai. Nemmeno, a Natale. Anzi, complici le nebbioline confuse dalle luminarie e le uscite extra per sedute di shopping estremo, entrano con maggior facilità in azione in questi ultimi giorni prefestivi.

E, nel week end appena trascorso, si sono “dedicati” alla fascia sud-est della città, quella adiacente Via Traversetolo: intorno all’ora di cena, al rientro a casa, numerose famiglie hanno trovato la sgradita sorpresa, proprio mentre alcuni residenti in zona Botteghino lanciavano l’allarme dopo aver notato un paio di persone andarsene con molta fretta da alcune abitazioni monofamiliari.

Via Traversetolo, Strada Antina, strada Argini Parma, via Paolo il Danese, via Pastrengo, via Sant’Eurosia, tutti colpi con la stessa tecnica, anche se è impossibile dire se sia stata la stessa banda: appartamenti al piano rialzato e al primo piano, tranne, in alcuni casi direttamente ville o villette, penetrati da finestre o portafinestre raggiunte arrampicandosi si tubature e strutture sporgenti dalla facciata. Poi, tapparelle scassinati, vetri rotti.

Il maltolto, sempre il medesimo: gioielli, bigiotteria, contanti quando trovati. Bottino: qualche migliaio di euro.

 

FURTI ANCHE IN ALTRE ZONE DELLA CITTA’ – E, cambiando zone, denunce analoghe sono pervenute in Questura anche da Via Bacchini (Via Emilia Est) e Via Muzzi (Via Toscana): Parma non è più una città per gioeilli, diciamocelo. Ma diciamola proprio tutta, Parma è una città per ladri.

 

MALVIVENTI IN AZIONE A SALSO AL RISTORANTE “LA PORCHETTA” – Sono entrati dal retro, sabato notte, negli uffici del noto ristorante pizzeria La Porchetta. Approfittando dello spazio, buio e deserto, tra la piscina Leoni e il ristorante, i malviventi sono arrivati con una scala fino al lucernario. Poi, da li, si sono calati negli uffici, accanendosi prima contro il registratore di cassa, che conteneva però solo qualche spicciolo da “fondo cassa”, poi aggredendo la cassaforte con un’ascia e un piccone.

Poi se ne sono andati da dove erano venuti, con un bottino ancora da quantificare e lasciando sul luogo gli “attrezzi del mestiere”, ora sotto sequestro da parte dei Carabinieri di Salso che cercano di risalire agli autori del gesto.

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