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Consiglio comunale: approvato il bilancio col solo “favore” dei 5 Stelle

Consiglio comunale

Tutto “secondo copione”: il bilancio di previsione 2016 da 224 milioni di euro del Comune di Parma è stato approvato dal consiglio comunale. Con il solo voto della maggioranza a 5 Stelle (19 favorevoli), dal quale si distingue il solito Nuzzo.

Ma non è stata una seduta facile. Con l’opposizione tentata dall’Aventino dopo che la giunta non replica alle osservazioni dei consiglieri comunali sul bilancio di previsione 2016. Il sindaco Federico Pizzarotti, unico a parlare in sede di replica, ha manifestato soddisfazione per essere arrivati ad approvare due bilanci in sei mesi, dicendo di non aspettarsi nulla di che dalle successive dichiarazioni di voto, invitando i consiglieri a portare “a termine un copione già scritto”.

Tanto è bastato per accendere gli animi con Paolo Buzzi, evidentemente offeso, che sottolinea come ci si attende quantomeno che “una Giunta seria respinga al mittente le critiche fatte dall’opposizione”. Denuncia l’assenza mai registrata prima in una seduta di bilancio del direttore generale e dei revisori dei conti, e annuncia sostanzialmente che in mancanza di considerazione verso i consiglieri “il bilancio ve lo votate da soli”. Bizzi si associa alla protesta, parlando di “atteggiamento da stigmatizzare”. E Maria Teresa Guarnieri chiede subito una pausa di 10 minuti per un confronto tra le opposizioni. Si comincia a paventare l’ipotesi che la minoranza possa abbandonare l’aula al momento del voto. Ma così non è. Al ritorno in aula la Guarnieri sottolinea che, pur essendo la condotta dell’amministrazione “lesiva del confronto democratico”, per rispetto dei cittadini “l’opposizione farà le proprie dichiarazioni di voto”.

Incidente chiuso, ma le dichiarazioni dei consiglieri di minoranza sono delle vere e proprie bordate contro i contenuti del documento di programmazione proposto dalla giunta. Giuseppe Pellacini ricorda come ogni anno il sindaco Pizzarotti annunci sempre il momento della svolta e sottolinea come “a furia di svolte stiamo girando attorno”. Non solo, lamenta pure che “in tre anni e mezzo non è stato fatto alcun progetto, neppure uno schizzo” e sferra un duro attacco all’assessore Laura Rossi sul problema delle politiche abitative.

Per la Guarnieri quello proposto è “il bilancio della presa in giro del consiglio comunale e dei cittadini”, approvato senza partecipazione e senza confronto. Un documento, aggiunto, “fatto di aria fritta”. “Dire che avete risanato il bilancio del Comune di Parma – ha poi concluso la Guarnieri – è una bugia. Il consuntivo 2012 del commissario Ciclosi aveva già un avanzo di 16 milioni, mentre voi avete continuato ad accumulare risorse per mettere in atto in questo ultimo scorcio di mandato qualcosa che avete in mente solo voi”.

Dichiarazioni al vetriolo anche da Roberto Ghiretti, secondo il quale “si cercano di recuperare quattro anni in uno“, mentre Nicola Dall’Olio denuncia il “delirio di onnipotenza del sindaco”, che “dal taxi del Movimento 5 Stelle è sceso da un bel pò”. Per il capogruppo Pd non tornano neppure i numeri: “L’anno scorso pareva non ci fossero soldi per nulla, poi si sono trovati 25 milioni di avanzo e 193 milioni di entrare correnti. Il debito lo hanno pagato i cittadini di Parma spremuti con le tasse ai massimi mentre le azioni Iren saranno svendute come faceva Ubaldi per fare marciapiedi, per fare opere una tantum”. Dall’Olio punta l’indice anche sulla mancata modifica del Psc, loasciando così quello “di Ubaldi che ha ancora in pancia 1500 ettrai di previsione edificatoria”.

Per Giuseppe Bizzi, “Pizzarotti non ha saputo replicare sul documento di programmazione” e profetizza: “non sarete rieletti perché avete tradito la rivoluzione annunciata diventando da subito civici e da stasera anche cinici”. A Marco Bosi, come era già capitato durante tutto il pomeriggio, il compito della difesa d’ufficio dell’amministrazione e della maggioranza a 5 Stelle. Bosi nega di aver mai parlato di risanamento dei debiti del Comune, ma ha ribadito come “i revisori hanno certificato che noi abbiamo fatto una ristrutturazione del debito che ha messo in sicurezza i conti” e rinfaccia all’opposizione di non aver trovato appigli economici per attaccare il bilancio, a differenza di quanto avveniva in passato quando era “fin troppo facile”.

Nuzzo ha annunciato di non poter votare un bilancio non partecipato e contesta la spesa di 115mila euro per Moroder, mentre Paolo Buzzi ha parlato di mancanza di “visione strategica”.

 

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Il documento delle opposizioni in Consiglio comunale

Quanto è avvenuto oggi nel corso della discussione per l’approvazione del bilancio preventivo 2016 rappresenta un vero e proprio vulnus della dialettica democratica, una ferita che mai la nostra città aveva subito in modo tanto sfacciato e irrispettoso dei ruoli istituzionali.

Due intere sedute del Consiglio comunale dedicate alla presentazione delle nostre valutazioni politiche e di merito su quanto scritto nel bilancio sono state di fatto cancellate dalla decisione del Sindaco di non consentire risposte puntuali su ciascun punto sollevato.

A questa discussione, la sola che può dare dignità all’approvazione di un bilancio, si è preferito proporre un intervento solitario, denso di retorica e sprezzante del lavoro della minoranza, svolto dal Sindaco con la consueta arroganza. Un intervento che in estrema sintesi diceva una sola cosa: “questo è il nostro bilancio, grazie per avere partecipato”.

Avremmo voluto abbandonare l’aula. Avremmo voluto farlo per rispetto al nostro lavoro, al tempo dedicato a leggere le centinaia di pagine in cui si compone questo documento per annotare i passaggi poco chiari o contraddittori o politicamente discutibili. Ma abbiamo un mandato elettorale che ci è stato consegnato direttamente dai cittadini con il loro voto. Un punto che il nostro Sindaco dimentica troppo spesso, cullandosi nell’illusione che lui e lui solo ha l’esclusiva della rappresentanza dei parmigiani.

L’epilogo di stasera rappresenta la conclusione coerente di come è stato preparato questo bilancio: un documento affrettato, privo di solide basi politiche, pieno di richiami di facciata il cui solo intento è quello di irretire la città.

Perché non si sono calate le tasse vista l’abbondanza di entrate? Perché i servizi educativi ancora una volta aumentano le tariffe? Perché l’attività di contrasto all’evasione fiscale è ridotta ai minimi termini? Queste sono solo alcune delle domande alle quali i parmigiani non avranno mai risposta grazie all’amministrazione che aveva fatto della trasparenza e del dialogo le sue bandiere elettorali.

Gli altri ordini del giorno

Dopo il voto che ha portato all’approvazione del bilancio, i lavori sono proseguiti con la discussione sul prolungamento del contratto di servizio Tep, anche questo passato poi con i voti del M5S e 7 astenuti. Ma già nel pomeriggio si erano viste una serie di schermaglie tra maggioranza e opposizione, che ha visto la bocciatura di diversi ordini del giorno.

Continua la polemica sul referendum relativo agli asili nido, con Bizzi che contesta il ritardo con cui il comitato promotore è stato informato (il 14 dicembre su una decisione assunta il 2), ma il vicesindaco Nicoletta Paci ha assicurato che i 90 giorni per la raccolta delle firme partono proprio dal 14 dicembre e ha motivato il ritardo con l’indirizzo sbagliato al quale era stata inviata la prima raccomandata.

Approvata all’unanimità la proposta di Dall’Olio sulle aree verdi del Montanara, così come l’odg riguardante i servizi integrativi agli alunni disabili per il prossimo anno scolastico proposto da Alessandro Volta. Ci sarebbero 200mila euro disponibili. Da registrare un duro confronto tra la Guarnieri e il sindaco Pizzarotti.

No del Consiglio, invece, alla proposta di Buzzi che mirava a far acquisire al Comune i cimeli dell’Arma di cavalleria da portare magari nel complesso di San Paolo. Per il sindaco Pizzarotti ci sono i fondi. Passa invece all’unanimità la richiesta di bilancio partecipativo avanzata da Pierpaolo Scarpino del Pd, con l’assessore Ferretti che ha annunciato che la giunta lo attuerà già dal 2016.

Nulla fare per l’ordine del giorno di Dall’Olio sul Parma Point e sui suoi sette dipendenti, con il consigliere che chiedeva di trasferire la struttura nel complesso di San Paolo. Per Dall’Olio è arrivato ancora un no dopo quello dello scorso anno, sulla questione della vendita degli alloggi di edilizia convenzionata. Il capogruppo del Pd chiedeva la possibilità di farli acquistare agli assegnatari, cioè a coloro che ci vivono, invece di metterli a mercato. Respinto anche l’odg sui lavori al Parco Nord. Ampia discussione in aula, infine, sulla cessione delle quote del Comune di Parma in EmiliAmbiente. Per l’opposizione si priva il Comune di Parma di un’opportunità, per la maggioranza non sarebbe un problema cedere la quota a un altro ente pubblico della provincia perché EmiliAmbiente non fornisce servizi a Parma. Anche questo ordine del giorno è stato quindi respinto.

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