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Spacciavano agli amici, per i pusher “figli di papà” condanne fino a 3 anni

Spacciavano cocaina alla Parma bene (leggi), ed erano finiti in manette a fine maggio: giovedì mattina i patteggiamenti davanti al gup Maria Cristina Sarli.

G.Z., parmigiano, era quello più nei guai: doveva rispondere per dodici capi d’imputazione, accusato di aver veduto ai conoscenti fino a 4 grammi di cocaina. Dopo un breve periodo dietro le sbarre, poi tramutato in domiciliari prima, obbligo di dimora poi, gli è stata riconosciuta la lieve entità del reato: è stato condannato a 3 anni e 10mila euro di multa. Per lui il giudice si è riservato in merito alla revoca della misura cautelare.

Per l’amico, F.B, di Langhirano, la cui posizione è sempre stata considerata “più leggera”, tanto che non ha mai messo piede in carcere, è stato revocato anche l’obbligo di dimora: per il solo capo d’imputazione di aver ceduto 2,1 grammi di cocaina, se l’e è cavata con una condanna a dieci mesi e venti giorni, oltre quattro mila euro di multa, pena sospesa.

Quattro mila euro di multa anche per O.E, nigeriano, accusato di aver venduto cocaina e marijuana a quattro diversi acquirenti, tra cui, appunto, G.Z: per lui la condanna a due anni.

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