Home » Politica » Rifiuti: a Parma gli artigiani pagano il 20% in più. Folli: “E’ colpa del Governo”

Rifiuti: a Parma gli artigiani pagano il 20% in più. Folli: “E’ colpa del Governo”

1443626809080.jpg--contenitori_dei_rifiuti_per_la_raccolta_differenziata_E’ botta e risposta sul costo della raccolta rifiuti tra Confartigianato e l’assessore all’Ambiente Gabriele Folli.

Se la prima, dopo uno studio analiticp, fa notare che gli artigiani pagano il 20% in più, Folli ribatte: “E’ colpa del Governo centrale”

LA NOTA DI APLA – In Italia le tariffe per la raccolta dei rifiuti corrono ben più dell’inflazione: secondo una rilevazione di Confartigianato, negli ultimi cinque anni sono aumentate del 22,6%, vale a dire il 14,6% in più rispetto al tasso di inflazione (+8%) e il 12,8% in più rispetto alla crescita media del costo di questo servizio (+9,8%) registrata nell’eurozona.

Confartigianato ha calcolato il costo del servizio d’igiene urbana per le tasche di famiglie e imprenditori che in media, nel 2014, hanno pagato 168,14 euro pro capite, per un totale di 10,2 miliardi. Ma con una vera e propria impennata negli anni 2012-2015 che si è tradotta in un rincaro del 12,5%, nove volte e mezzo in più della crescita del costo della vita (+1,6%) e con una differenza del 7,4% in più rispetto alla media dei rincari nell’Eurozona fermi al +5,1%.

L’Emilia-Romagna si piazza al 9° posto della classifica delle regioni con le tariffe più alte ed è sopra la media nazionale con 168,51 euro di spesa procapite.

L’ufficio studi Confartigianato Imprese Apla ha analizzato l’andamento delle tariffe, nel Comune di Parma, per categorie specifiche di attività artigianali come acconciatori ed estetiste, falegnami, idraulici, fabbri, elettricisti, carrozzieri, autoriparatori, elettrauto ma anche per le attività industriali con capannoni di produzione. Per ognuna di queste categorie, nel periodo 2012-2015, l’ufficio studi ha registrato un aumento del 19,84%.

«Ci stiamo domandando – ha dichiarato Leonardo Cassinelli, presidente di Confartigianato Imprese Apla Parma – qual è l’azienda che in quattro anni ha aumentato i propri ricavi del 20%, tenuto conto del periodo di recessione vissuto. Ma il servizio di raccolta è stato così migliorato da giustificare un aumento del genere? Per non parlare del fatto che i rincari sono ancora meno giustificati a fronte delle promesse fatte in occasione della costruzione dell’inceneritore che, secondo le teorie di tutti gli enti coinvolti, avrebbe consentito una riduzione consistente delle tariffe. Infine e lo abbiamo più volte ribadito, bisogna chiedersi per quale servizio pagano le imprese, visto che gran parte dei rifiuti che producono vengono smaltiti attraverso canali diversi dal servizio messo a disposizione dal Comune».

LA REPLICA DELL’ASSESSORE ALL’AMBIENTE FOLLI – In relazione ad una nota di APLA Parma, che evidenzia aumenti fino al 20% per le utenze non domestiche sulla tassa sui rifiuti dal 2012 ad oggi, si fa notare che gran parte di questi incrementi sono dovuti ad azioni del governo centrale e non al cambiamento del modello di raccolta, che anzi potrà produrre dei risparmi per le utenze più virtuose.

E’ infatti nel 2013 che il governo Letta ha emanato il DL 35/2013 che faceva passare da tariffa a tributo il pagamento del servizio di gestione rifiuti, con molteplici effetti negativi.

Per effetto del tributo le utenze non domestiche hanno visto incrementare le proprie bollette del 10% per l’impossibilità di scaricare l’IVA, mentre pure le utenze domestiche hanno subito l’effetto di un incremento del costo del servizio dovuto al fondo per il contenzioso e non riscosso, che tutti i Comuni hanno dovuto aumentare per mettere in sicurezza le casse pubbliche.

Altro effetto di non poco conto, è che, mentre prima del 2013 circa il 45% delle utenze nel nostro Comune avevano la domiciliazione bancaria dei pagamenti della bolletta, oggi con il passaggio al tributo si è dovuti obbligatoriamente passare alla riscossione con modello F24, con non pochi ritardi nelle scadenze di pagamento, che prima avvenivano in modo assolutamente automatico.
In aggiunta a ciò il Comune di Parma aveva attuato una serie di agevolazioni negli anni 2014 e 2015, riducendo il coefficiente di calcolo della tassa per alcune categorie commerciali con sconti tra l’8 e il 27% destinati al piccolo commercio, approfittando di una possibilità fornita dalle norme di variare i coefficienti delle utenze non domestiche di più o meno 50% rispetto alle tabelle standard. Anche in questo caso però il governo sembra non voler rinnovare questa norma scaduta nel 2015 per gli anni a venire con possibili ripercussioni negative per queste categorie (ristoranti, bar, edicole, tabaccai, negozi di abbigliamento, etc)
“Ho portato queste istanze all’attenzione dell’ultima commissione ambiente ANCI svoltasi a Roma il 2 dicembre scorso (commissione in cui è stato recentemente nominato presidente il nostro Sindaco) – fa sapere l’assessore Gabriele Folli – incassando l’approvazione dei colleghi presenti e l’impegno del delegato a portare all’attenzione di governo e parlamento emendamenti dedicati a queste tematiche sulla legge di stabilità di prossima approvazione o su altri strumenti legislativi che impediscano di gravare ulteriormente su categorie già fortemente vessate negli anni scorsi”.

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*