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48 milioni di euro tassando la prostituzione. Ma il Pd in Regione dice “no”

ImmagineIn Regione, la Commissione  dell’Assemblea legislativa ha bocciato il progetto di legge presentato dalla Lega Nord per tassare le prostitute.

 “Avremmo potuto essere la regione capofila nella lotta allo sfruttamento della prostituzione e in quella al degrado. Invece, ancora una volta, siamo relegati alle seconde se non addirittura alle terze file”, grida Matteo Rancan, consigliere regionale della Lega Nord, che su facebook sbotta contro il Partito democratico, reo di aver cassato la proposta.

Proposta che prevedeva, appunto,  l’istituzione di un registro regionale per le prostitute, garantendo assistenza sanitaria e trattamenti previdenziali alle iscritte, ed anche una tassa sul reddito equivalente al 27% degli incassi per redditi fino a 28mila euro l’anno e il 40% per redditi maggiori.

A spanne, in tutta l’Emilia Romagna, il giro d’affari si aggira intorno ai 180 mila euro annui, con un introito “in tasse” che avrebbe potuto corrispondere a 48 milioni annui.

“Una riforma – ha spiegato Rancan – che sarebbe andata a inserirsi in un vuoto legislativo nazionale e che puntava a normare il fenomeno ottenendo nel contempo anche risorse importanti per la Regione. Purtroppo, però, l’apertura che ci aspettavamo da parte della maggioranza non c’è stata. E ancora una volta la sinistra ha detto no a un provvedimento di assoluto buonsenso solo perché proveniva dalla Lega Nord. Questa regolamentazione, avrebbe finalmente messo la parola fine allo sfruttamento e alla tratta di tante donne”.

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