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Scippi su treni e bus: assicurati alla giustizia cinque giovani. Uno è minorenne

polferLa Polfer ha portato a termine tre distinte
indagini di Polizia Giudiziaria che hanno portato all’individuazione di diversi soggetti resisi
responsabili di borseggi avvenuti sia all’interno della stazione ferroviaria che a bordo di autobus in
servizio urbano con fermata sempre nella stazione ferroviaria.

Nel primo caso, in seguito alla ricezione della denuncia, presentata insieme ai genitori da un
giovane minore, inerente il furto con scippo del proprio smartphone, avvenuto all’interno del piano – 2, tramite la visualizzazione delle registrazioni del sistema di video
sorveglianza è stato possibile individuare vari fotogrammi relativi al soggetto resosi responsabile
del reato.

Grazie a tale acquisizioni, nei giorni successivi il giovane autore del reato veniva
individuato all’interno della stazione ferroviaria e, compitamente identificato risultava
anch’esso minorenne.

Nel corso dei successivi controlli tale giovane veniva ritrovato
in possesso dello smartphone sottratto al coetaneo che così poteva rientrare in possesso del proprio
apparecchio telefonico e l’autore del reato, dopo essere stato foto segnalato, veniva indagato in stato
di libertà per il delitto di furto con strappo e riaffidato ad una struttura di accoglienza per minori ove
era stato già collocato in precedenza.

 

In un secondo caso, in esito ad approfondite indagini scaturite in seguito alla ricezione di una
denuncia presentata da una giovane viaggiatrice che lamentava il furto del proprio I-Pod che la
stessa custodiva all’interno della tasca esterna dello zaino che portava alle spalle, evento avvenuto
negli istanti immediatamente successivi al proprio arrivo a bordo treno nella stazione di Parma, gli
agenti, sempre grazie alla visualizzazione del sistema di video sorveglianza della stazione,
riuscivano ad acquisire le immagini relative al borseggio del quale si erano resi responsabili due
giovani le cui generalità risultavano sconosciute agli operatori.

La svolta alle indagini è stata
l’individuazione, operata nei giorni successivi grazie al colpo d’occhio degli operatori impegnati nei
consueti servizi di vigilanza alla stazione, all’interno della stessa stazione di Parma, di uno dei
responsabili del borseggio.

Inoltre, a seguito di ulteriori indagini, risultava possibile risalire alle
generalità del complice, anche a seguito del fatto che i due soggetti si erano resi nel frattempo
responsabili, in concorso tra loro, di analoghi reati di tipo predatorio in varie località della regione.

I due, ventenni, di nazionalità marocchina e rispettivamente residenti nella bassa reggiana e
mantovana, dopo essere stati riconosciuti dalla vittima quali autori materiali del borseggio descritto, sono stati deferiti all’autorità giudiziaria per il delitto di furto aggravato in concorso.

 

Nei giorni scorsi,dopo la denuncia di due studentesse, di due borseggi avvenuti in giorni diversi, a bordo di altrettanti autobus
urbani provenienti da vari istituti scolastici cittadini alla stazione ferroviaria, gli
agenti, valutato l’analogo “modus operandi” adottato dagli autori di tali delitti, in particolare
considerato che in entrambi i casi gli oggetti sottratti, rispettivamente un portafoglio ed uno
smartphone I-phone, erano stati “sfilati” dalle tasche esterne degli zaini che le giovani studentesse
portavano sulle spalle, sono riusciti, grazie alla descrizione dei sospettati fornite dalle stesse vittime,
oltre al prezioso contributo delle registrazioni delle telecamere di video sorveglianza della stazione, ad individuare due giovani di sesso maschile che scendevano dagli autobus, teatro dei borseggi segnalati, proprio alle spalle delle ignare studentesse.

Nei giorni successivi, sulla base delle immagini acquisite, tali giovani venivano individuati
all’interno della stazione ferroviaria e nel corso dei conseguenti controlli venivano trovati in
possesso della refurtiva sottratta alle giovani vittime che potevano quindi rientrarne regolarmente in
possesso.

I due giovani, poco più che ventenni, di nazionalità senegalese e residenti nel parmense, venivano
quindi deferiti in stato di libertà alla locale Procura della Repubblica per i delitti di ricettazione in concorso continuata.

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