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Matrimoni gay, per Pizzarotti “un balzo di civiltà”. La replica di Pellacini: “Inascoltabile e incostituzionale”

Per il nostro sindaco, considerare una coppia omosessuale, ancorchè sposata, una famiglia, è un “balzo di civiltà” che si augura attraversi presto l’Italia intera. Ripercorre la storia di Pablo e Ruben, Federico Pizzarotti, per intervenire sul tema delle unioni civili. “Sono due ragazzi che si amano”.

In Argentina sono sposati, in Italia non sono riconosciuti. Pablo ha la cittadinanza italiana, Ruben no. Grazie anche al nostro appoggio nei mesi scorsi hanno ottenuto dalla Questura di Parma il “permesso di soggiorno per motivi di famiglia” concesso al cittadino argentino, che altrimenti non avrebbe potuto vivere in Italia con suo marito.

Per noi sono una famiglia, perché a Parma i diritti dell’individuo hanno un valore e rappresentano la civiltà. Oggi ho letto della sentenza del Consiglio di Stato: mi auguro che l’Italia riesca a fare il prima possibile un balzo di civiltà, noi a Parma lo abbiamo già fatto.”

Chiaramente, meglio pensare alle coppie gay che ai problemi della città, no? Cosa sarà mai la non sicurezza, l’inceneritore, la crisi al cospetto?

LA REPLICA DI PELLACINI (UDC): FOLLIA –  “Già un anno fa l’Udc di Parma prese posizione criticando la palese illegittimità della decisione del sindaco di Parma Federico Pizzarotti sulla trascrizione dei matrimoni gay celebrati all’estero.

Eravamo solo noi a Parma e pochi altri. In questi giorni la decisione del Consiglio di Stato, collegiale e presa da ben cinque magistrati, ha ribadito la incostituzionalità del provvedimento. L’ideologia passa, i valori restano.

La deriva ideologica “neo-giacobina” e di stampo radicale dei vari Pisapia, Pizzarotti e Marino vede ora calare inesorabilmente il sipario grazie a una constatazione di realtà che a doverla spiegare viene solo da piangere: secondo la Carta Repubblicana il matrimonio si fonda sulla differenza sessuale.

Gli esterofili nostrani continuino nelle loro goffe imitazioni, per noi dell’Udc l’articolo 29 della Costituzione rimane il faro a cui sempre ispireremo le politiche familiari. I “registri” passano, mentre i valori restano”.

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