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Ti-bre: la Provincia ha detto si. La svolta: Tirreno Brennero una priorità per lo sviluppo

slide-Donini-Tibre-7Stamattina si  sarebbero dovuti riunire in seduta monotematica prima il Consiglio Provinciale, poi l’Assemblea dei Sindaci, all’ordine del giorno di entrambi i consessi un “Documento di indirizzo in merito al sistema infrastrutturale della provincia di Parma” e una “Mozione in merito alla proposta della Regione Emilia-Romagna per il programma infrastrutture strategiche”.

Il Consiglio si è regolarmente svolto, l’Assemblea è stata rinviata a data da destinarsi per mancanza di numero legale, data l’assenza del Comune di Parma.

Il Documento di indirizzo, già discusso nella precedente seduta del Consiglio provinciale, è stato illustrato dal consigliere Censi, che ha insistito sul ruolo strategico della TiBre autostradale e ha espresso un invito al governo di procedere velocemente per approvare il progetto esecutivo del primo tratto.

Nella mozione, presentata dalla consigliera Canova, si concorda con il Governo che vadano privilegiati gli investimenti sulle ferrovie, in coerenza con le linee trasportistiche dell’Unione Europea e si esprime apprezzamento per l’impostazione del Programma regionale delle infrastrutture strategiche e l’Assessore Donini. Per la Pontremolese si chiede alla Regione e al Governo che siano recuperate, già con la legge di stabilità 2016 le risorse a suo tempo stanziate dal governo Prodi (236 milioni + 48 milioni di euro) per il raddoppio della tratta ferroviaria Parma-Vicofertile e per la progettazione definitiva del raddoppio Vicofertile – Fornovo e della galleria di valico (tratto Berceto – Chiesaccia) e si chiede alla Regione Emilia-Romagna di raccordarsi con le Regioni Toscana e Liguria di attivarsi congiuntamente presso il Governo per ottenere una programmazione certa dei finanziamenti necessari per il completamento di questa ferrovia.

Per la Cispadana: si chiede alla Regione di impegnarsi per reperire risorse per il completamento della strada Cispadana e per il potenziamento dell’interscambio ferroviario dell’interporto Cepim. Per la TiBre si chiede al Governo di verificare, nelle more dell’approvazione del progetto esecutivo, se susistono le condizioni per evitare di realizzare il primo lotto del raccordo autostradale Ti-Bre, relativo al tratto Fontevivo-San Quirico e di destinare alla Pontremolese le risorse già stanziate. Vi si chiede inoltre alla Regione di rafforzare il collegamenti tra Fiera, Aeroporto e Stazione Mediopadana dell’Alta velocità. Infine si chiede di intervenire presso Trenitalia di garantire alla stazione di Parma almeno due coppie di treni ad alta velocità.

Conti, iniziando la discussione, ha aderito al Documento di indirizzo, ritenendo il corridoio TiBre foriero di grandi vantaggi per il territorio e il suo tessuto socio – economico. Quindi chiede un no alla Regione, che pone Parma in secondo piano rispetto ad altri territori .

Bianchi sostiene che la contrapposizione tra ferro e ruote è fuorviante perché entrambe le vie sono necessarie e complementari e cita come esempio il trasporto del pomodoro, che difficilmente potrebbe arrivare via ferro a Collecchio (dove si trasforma il 100% del prodotto nazionale. Analoghi i problemi per il latte e per il prosciutto di Langhirano. Inoltre, afferma, il tessuto manifatturiero del Parmense consiglia di proseguire nella modalità intermodale. Sulla Pontremolese ha spiegato che la soppressione dei passaggi a livello (che devono precedere il completamento) ad oggi non sono finanziati da Fs, quindi ha sostenuto che rinunciando alla TiBre il rischio è di non avere per i prossimi 50 ani né validi collegamenti su ferro né su ruote. Le due opere vanno sostenute entrambe, quindi, secondo Bianchi.
A favore della TiBre anche il consigliere Giordani, che segnala con favore che la Provincia abbia oggi un atteggiamento differente di quello a suo tempo tenuto per la stazione Mediopadana.
Secondo Serpagli la Regione ha fatto bene a riaprire la discussione per rimodulare il peso del trasporto su gomma rispetto al trasporto su rotaie, ma ha modificato il Piano Regionale trasporti, facendo uscire dalle sue priorità la TiBre autostradale. Parma invece deve rimarcare il peso del suo territorio con una visione strategica sul futuro. Si dice d’accordo con Bianchi e Censi e sostiene l’approvazione del Documento. Anche gli investimenti sulla Pontremolese, secondo Serpagli, vanno fatti e alla svelta, con il miglioramento di un servizio, che serve soprattutto ai pendolari, e che oggi è molto carente, con la soppressione di un treno al giorno, con preavviso di pochi minuti. Ma il raddoppio della Pontremolese, dal punto di vista ecologico è un intervento è doloroso e molto costoso (due miliardi di euro), ha sostenuto, entrambe le opere vanno inserite nelle opere strategiche regionali.

La domanda che Vescovi ha posto al Consiglio è: vogliamo veramente fare di Parma il luogo delle eccellenze agro-alimentare? L’autostrada aumenterà traffico e polveri sottili, aumentando il carico su questa area, Fontevivo è il Comune con meno terreno fertile della Provincia. Su questa linea, che è vecchia, secondo Vescovi diventeremo perdenti a nel medio periodo. La vera opera prioritaria, su cui concentrare i finanziamenti, ha affermato, sono il raddoppio della Pontremolese e il collegamento con Mantova e Verona. Ha poi rilevato che la valutazione di impatto ambientale andrebbe rifatto risale al 2002 – 2006 e ore il territorio considerato rientra nella Zps. Anche le mitigazioni previste –dice- non sono adeguate: occorre pretendere che le prescrizioni siano tutte rispettate; gli amministratori devono essere guidati da un’idea di comunità, in cui siano centrali salute, benessere, qualità della vita e dell’economia, partendo da dati certi, e confrontandosi con una maggiore complessità.

Per Massari il documento ha un compito politico: bisogna sventare il tentativo – ricorrente – di rendere irrilevante questo territorio e occorre anche sfatare il mito che la ferrovia non abbia impatto ambientale. Va ribadito, anche alle altre Regioni, che il corridoio plurimodale che dai porti del Tirreno porta milioni di container è essenziale, pur ribadendo la centralità del ferro, ma allora bisogna trovare i finanziamenti necessari. Propone poi di emendare il Documento e introdurre tutte le richieste avanzate nella mozione della consigliera Canova, tranne quello di destinare le risorse per la TiBre alla Pontremolese.
Cantoni si dice d’accordo per la modifica del Documento chiesta da Massari. Però precisa che la precedente programmazione aveva un senso, e prevedeva entrambe le opere come prioritarie. Ora la scelta non deve essere tra due alternative che si escludano. Ha anche citato l’esempio della Polonia, che raccoglie il 97% dei finanziamenti UE ed è un Paese in forte crescita, Paese che ha puntato non solo sulle ferrovie, ma anche sul trasporto su gomma.

Giordani fa quindi la sua dichiarazione di voto a favore del Documento di indirizzo, ma solo se ribadisce la priorità della TiBre, se no annuncia la propria astensione.

Censi si pronuncia a favore del Documento emendato come proposto daMassari.

Canova replica che molti dei problemi sollevati da Bianchi potrebbero essere risolti dal completamento della Cispadana, con costi molto inferiori rispetto alla TiBre. Perdere la Mediopadana dell’Alta Velocità è stata grave, ma non è paragonabile al tema della TiBre, il cui completamento è stato già finanziato con l’aumento dei pedaggi, che stiamo pagando tutti, sostiene. Il raddoppio della Pontremolese è invece essenziale per Canova. La scelta non è contro il trasporto su gomma, ma tra un’opera utile e una inutile.
Bellini ritiene che la TiBre vada realizzata, e aggiunge che il primo lotto potrebbe essere agevolmente allacciato con la Cispadana. Sottolinea che le opere di compensazione sono estremamente importanti per portare il traffico fuori da numerosi centri abitati.

Alla fine della discussione si vota sull’emendamento Giordani, che viene respinto, poi sull’emendamento Massari, che viene approvato con 7 voti a favore e 3 contro, infine si vota sul documento così emendato, che viene approvato 7 contrari 2: Canova e Vescovi, astenuto Giordani.

La mozione invece raccoglie solo il voto favorevole dei soli Canova e Vescovi e viene respinta.

Il consigliere regionale Rainieri, che era invitato all’Assemblea dei Sindaci, ha informato che proprio oggi vi è all’odg della Giunta regionale lo stralcio della TiBre dalle opere prioritarie.

LA DECISIONE DELLA REGIONE: PONTREMOLESE PRIORITA’ UNO, TI-BRE PRIORITA’ DUE –  Conferma della strategicità degli interventi ferroviari, con la scelta di potenziare la rete e migliorare il servizio passeggeri. Al tempo stesso, una selezione degli interventi sulla rete viaria, puntando sulle aree maggiormente congestionate – a partire dalle tangenziali urbane – e sull’innalzamento dei livelli di sicurezza sulle grandi direttrici, come la revisione del corridoio E45-E55 e il rafforzamento del corridoio Adriatico SS16.

Questi, in estrema sintesi, i punti salienti della nuova proposta (approvata dalla Giunta regionale nella seduta di oggi) che la Regione Emilia-Romagna farà al Governo in merito al Programma infrastrutture strategiche (Pis). Una proposta che prevede una riduzione di circa il 45% del costo complessivo del Programma, che passa da 21.678,89 milioni di euro a 11.950,46 milioni, e una riduzione di circa il 17% del fabbisogno (da 8.421,95 mln di euro a 6.957,23 milioni).

La necessità di una revisione del Programma infrastrutture strategiche (Pis) nasce dal nuovo documento allegato al Def 2015: nelle linee strategiche per il nuovo Programma, viene sottolineato come “nella consapevolezza che la scarsità di risorse impone un approccio pragmatico, concreto e di buon senso, che porti ad una rigorosa selezione”, occorra sostenere il potenziamento della modalità ferroviaria a livello nazionale e il miglioramento del servizio passeggeri (concentrandosi prioritariamente sul completamento della rete centrale europea), la riduzione del congestionamento urbano e metropolitano (con il potenziamento delle reti metropolitane), il miglioramento della competitività del sistema portuale e interportuale, e della rete stradale, attraverso il completamento della rete stradale centrale, in particolare nelle aree maggiormente congestionate, il rafforzamento delle connessioni dei nodi secondari e terziari alla rete globale TEN-T e l’innalzamento del livello di sicurezza sulle grandi direttrici.

La proposta della Regione: due livelli di priorità”Bologna, Tangenziale” (1985) – particolare
La nuova proposta approvata dalla Giunta si articola su due livelli di priorità. In priorità 1, trovano collocazione i lotti di potenziamento per la linea ferroviaria Pontremolese (circa 2 miliardi complessivi). Sempre in priorità 1 ci sono oltre 600 milioni per la variante alla SS16 di Rimini; la Regione propone inoltre un intervento da 50 milioni per rendere funzionale il primo lotto del Ti-bre – di cui è imminente l’avvio del cantiere – collegandolo (con una strada ordinaria) alla Cispadana verso est.

Nella priorità 1 rientrano anche il completamento delle tangenziali di Reggio Emilia (114 milioni per il secondo stralcio) e Forlì (60 milioni per il terzo lotto), e 370 milioni per la riqualificazione dell’E55 e dell’E45 fra messa in sicurezza della Romea e interventi su pavimentazioni, viadotti e gallerie dell’E45, da Ravenna fino al confine regionale.

Per rendere funzionale l’hub portuale di Ravenna, sono previsti interventi ferroviari per 70 milioni e di riqualificazione del sistema della tangenziale (la 309 DIR, la Classicana e la SS67) per un totale di 120 milioni circa, e il bypass del canale Candiano (costo 270 milioni, fabbisogno 90). Sempre in priorità 1 ci sono la bretella Campogalliano-Sassuolo (costo 506 milioni, interamente coperto) e l’autostrada Cispadana (costo 1,3 miliardi, con 400 milioni di fabbisogno).

Il secondo lotto del Ti-bre (300 milioni di euro per la parte dell’Emilia-Romagna) e l’alternativa alla nuova Romea autostradale (850 milioni) sono priorità 2.
Complessivamente, gli interventi collocati in priorità 1 prevedono una riduzione di circa il 56% del costo complessivo del Programma (che passa da 21.678,89 milioni di euro a 9.566,48 milioni), e una riduzione di circa il 46% del fabbisogno (da 8.421,95 milioni a 4.573,25).

4 commenti

  1. TiBre: Una strada ostaggio della politica

    ITALIA UNICA denuncia le speculazioni della politica e la miopia degli ambientalisti

    Da ormai 40 anni si sente parlare del completamento della TiBre, l’autostrada che collegando la
    A15 alla zona di Verona ridurrebbe di almeno 40 Km il percorso autostradale che collega il
    Brennero ai porti e alle spiagge del mar Tirreno.
    Certo chi negli anni 70 ha disegnato questo collegamento non poteva immaginare che il suo
    progetto venisse tenuto così a lungo in ostaggio dalla politica in modo strumentale e scandaloso.
    La politica Nazionale ha fatto tante promesse, quella regionale ha sempre cercato modi di
    distrarre i fondi verso altre opere. Poi c’è la politica locale che vede la TiBre come una occasione
    da sfruttare per ottenere opere compensative forse non proprio proporzionate all’impatto, opere
    che se non ci fosse la TiBre graverebbero sulle spalle del bilancio dei comuni e della provincia. Va
    bene anche così, certo, ma operando in questo modo non possiamo stupirci che ogni chilometro
    realizzato arrivi a costare oltre 50 Milioni di Euro.
    Negli ultimi mesi, ora che è finalmente iniziata la fase realizzativa del primo tratto di 10 Km
    finanziato con dalla società Autocisa, la politica non vuole smettere di tenere in ostaggio la TiBre.
    Da una parte vediamo il fumoso progetto alternativo della regione: un collegamento sghembo
    tutto a Sud del PO, che non arriverebbe a dare neppure la metà del risparmio di percorrenza
    atteso dal progetto originale.
    Dall’altra l’ancor più irrazionale disegno della amministrazione Grillina di Parma che inseguendo da
    sempre ideali felicemente decrescenti vuole impedire un’opera che, come vedremo, porta a una
    sensibile riduzione dell’inquinamento.
    I Grillini amano dire “NO” perché sanno di attirare voti ambientalisti. Ora, sorvolando sul fatto che
    in passato non siano stati capaci di mantenere le promesse, in questo caso deve essere chiarito
    come la TiBre non sia paragonabile all’inceneritore perché la Tibre offrendo una diversa via di
    transito a tanti dei mezzi che oggi sono costretti a transitare vicino alla nostra città sulla A1
    avrebbe impatti positivi sull’inquinamento in Città.
    Abbiamo provato a quantificare l’impatto partendo dal fatto che per ciascuna auto che percorrerà
    il nuovo tratto di 85 Km anziché i 126 attuali si risparmieranno 2/3 litri di carburante, 8 litri per un
    TIR.
    Prendendo i dati di transito della A15, se anche solo il 20% del traffico che oggi percorre la A15 si
    incanalasse sul nuovo tracciato avremmo un milione e mezzo di transiti (76% auto 13% TIR) . Per il
    fatto che oggi sono costretti al percorso più lungo ci ritroviamo a bruciare cinque milioni di litri di
    carburante all’anno in più, non lo bruceremmo se ci fosse già la TiBre.
    Abbiamo calcolato che la mancanza del raccordo ogni anno, produce l’emissione nell’aria di 14
    Mila Tonnellate di CO2 che si potrebbero evitare. I calcoli dicono che per assorbire una simile
    quantità di CO2 occorre un bosco di quasi 500 mila alberi che dovrebbe svilupparsi su circa 800
    ettari, il doppio della superficie occupata dalla TiBre. In altre parole oggi ogni ettaro di TiBre ci
    farebbe risparmiare la CO2 riciclata da due ettari di Bosco.
    Abbiamo anche calcolato come ogni anno la mancanza della TiBre faccia perdere circa 552 mila
    ore di tempo agli automobilisti e 129 mila ore agli autisti degli altri mezzi, sono le ore di lavoro
    annuali di 400 persone.
    I nostri calcoli certo approssimati e perfettibili sono a disposizione di chiunque voglia verificarli e
    migliorarli, ci auguriamo che possano servire a far riflettere gli ambientalisti che, certo in
    buonafede, ci hanno però abituato a prese di posizioni estreme spesso prive di un reale
    fondamento, non supportate da dati reali, posizioni che li portano a dire sempre “NO”. Ci sono
    alcuni casi in cui la difesa dell’ambiente si fa con un “SI” e la TiBre è decisamente uno di questi.
    Come parmigiani sappiamo di vivere in uno storico crocevia naturale, la ricchezza della nostra
    gente, delle nostre tradizioni culturali, agricole ed industriali nasce dalla fertilità della terra ma
    anche dalla fertilità delle idee che è tipica dei crocevia. La TiBre oggi rappresenta il braccio
    mancante del crocevia.
    Italia Unica invita, quindi, le forze politiche che governano la regione e la città a ripensare i loro
    atteggiamenti, a non privare Parma e la sua provincia di un’opera che a fronte di un breve tratto di
    17 chilometri sul nostro territorio riuscirebbe a portare tanti vantaggi all’ambiente e all’economia
    dell’intera provincia.

    Italia Unica
    Comitato Provinciale di Parma

  2. TiBre: il commento dell’Amministrazione provinciale
    Dopo che la Giunta regionale ha deliberato l’inserimento dell’infrastruttura viaria Ti-Bre nel novero degli interventi strategici.

    La Giunta della Regione Emilia Romagna ha deliberato nel tardo pomeriggio di oggi l’inserimento dell’infrastruttura viaria Ti-Bre nel novero degli interventi strategici. Questo il commento dell’Amministrazione provinciale:

    “Il Consiglio provinciale, stamane, ha approvato un documento di indirizzo che recepisce l’importanza delle nuove priorità impostate dal Governo su progetti strategici e fondi correlati. Priorità pensate per spendere meglio le risorse realmente a disposizione e avere risultati certi.

    Il documento approvato sposa convintamente la centralità del trasporto ferroviario – coerentemente con le priorità dell’esecutivo nazionale –, elevandolo a elemento di sviluppo non solo lungo l’asse Pontremolese ma anche per il rientro di Parma e di tutto il suo sistema dentro alla rete dell’alta velocità ferroviaria e della Mediopadana.
    In questo quadro il Documento deliberato mantiene anche l’indirizzo per la realizzazione della parte viabilistica del corridoio Ti-Bre, in linea con la programmazione precedente.

    Programmazione che anche la Giunta regionale ha confermato con la sua scelta odierna”.

  3. CISL-UIL Parma e Piacenza: LA TIBRE PER UNA REGIONE EUROPEA

    Le Confederazioni CISL e UIL di Parma e Piacenza, con le federazioni di categoria dei settori edile FILCA-CISL e FENEAL-UIL e dei trasporti CISL-Reti e UIL-Trasporti, auspicano che la Regione, nella persona dell’Assessore Donini, riveda la discutibile posizione recentemente assunta con la proposta relativa allo stralcio della Tibre dal Piano Strategico Regionale, nonostante l’infrastruttura sia stata confermata anche nei piani di sviluppo delle regioni confinanti.

    Le ricadute in termini di infrastrutturazione logistica, come in termini di occupazione, derivanti da tale realizzazione, sono da tempo ritenute fondamentali per assicurare collegamenti e sviluppo alle attività dei nostri territori, affinché essi non restino marginalizzati ma siano invece inseriti pienamente negli assi europei dello sviluppo, tra i quali risulta da tempo individuato dall’UE l’asse Tirreno Brennero.
    La multimodalità infatti, che costituisce oggi la forma preponderante della mobilità delle merci e delle persone, fa risultare tale opera strettamente complementare alla prosecuzione della progettazione e realizzazione del raddoppio dell’analogo asse ferroviario, che per sua natura richiede tempi più lunghi.

    F.to Federico Ghillani F.to Mario Miano

  4. TiBre: il sindaco Pizzarotti diserta, l’assemblea dei sindaci salta, il partito dell’asfalto ringrazia.


    Legambiente, WWF, LIPU, Il Coordinamento dei comitati contro le autostradeCr-Mn e Ti-Bre sono sconcertati dalla vicenda della mancata partecipazione del sindaco di Parma Federico Pizzarotti all’assemblea dei sindaci di oggi che ha dato sponda alle forze di PD e centrodestra favorevoli all’autostrada Tibre.

    L’importante appuntamento istituzionale, che doveva tenersi questa mattina alle 9.30, prevedeva la discussione sulla proposta regionale di cancellare il secondo lotto dell’autostrada Ti-Bre e puntare invece sulla ferrovia, con il completamento della Pontremolese e del collegamento Parma-Verona.

    Un’occasione storica per il territorio di Parma e per il movimento che da tanti anni, con una forza crescente, contrasta un progetto autostradale insostenibile. I comuni contrari al progetto avevano depositato una mozione (con buone possibilità di approvazione) a sostegno della scelta della Regione, ponendo anche il problema del primo lotto – i primi dieci chilometri di autostrada che da Fontevivo andrebbero a morire nelle campagne di Trecasali – e di una possibile destinazione delle stesse risorse al potenziamento della rete ferroviaria.

    L’assenza del Comune di Parma ha fornito il pretesto per il rinvio dell’assemblea, rinvio avvenuto con tempi e modalità sulla cui legittimità ci sono forti dubbi – dubbi che le nostre Associazioni si riservano di chiarire in tutte le sedi opportune – , e poi ratificato con email spedite a posteriori, mentre un buon numero di sindaci di altri comuni si trovavano già nel Palazzo della Provincia. Un gran brutta pagina di politica, insomma, che ha rubato all’Assemblea dei Sindaci la possibilità di fornire un parere alla Giunta Regionale.

    Per le associazioni si tratta di un fatto gravissimo, che toglie al territorio l’opportunità di esprimersi su un tema così importante come quello delle grandi infrastrutture. La scelta del sindaco Pizzarotti è ancora più grave, in quanto un ordine del giorno approvato dal consiglio Comunale di Parma nel 2013 lo impegnava ad attivarsi per verificare se “sussistono margini per evitare la realizzazione della tratta autostradale” e la Commissione Ambiente ha inviato una nota alle autorità competenti, chiedendo di ”rivedere completamente il progetto in quanto opera infrastrutturale inutile e diseconomica”.

    Da ultimo, è opportuno ricordare anche la lettera, vergata dallo stesso sindaco Pizzarotti solo dieci giorni fa, in cui affermava che la Tibre autostradale era un progetto superato.

    WWF – Legambiente- LIPU- Coordinamento dei comitati contro le autostradeCr-Mn e Ti-Bre

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