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Maria Luigia e borghi limitrofi, lotta alle “mamme elefante” che rendono la strada un caos

imagesE’ un placido quartiere residenziale quello che circonda il Maria Luigia, ricco, bello e curato da sempre, l’unico angolo di centro ancora intonso da movida degrado e morbi vari che si stanno portando via l’Oltretorrente e altre zone del centro.

Ma ci sono un paio di orari in cui diventa inferno: la mattina tra le sette e le otto, la fascia tra le 12,20 e le 13,30, il pomeriggio tra le 15 e le 16. Orari di entrata e uscita da scuola, quel Maria Luigia che dalla prima elementare alla quinta liceo raccoglie alunni su alunni. E genitori su genitori, che, soprattutto nel caso dei più piccoli, potessero porterebbero i figli fino al banco scolastico.

Federica tiene per mano Emma, prima elementare. Arriva a piedi, col fiatone, cerca di attraversare, tra la selva di scooter che arrivano contro mano e si assiepano dove trovano un angolo di parcheggio. “Io la porto sempre in bicicletta” – racconta – “abitiamo in Via Solferino, faccio prima e voglio che impari a non usare la macchina per fare un metro. In questo giorno è raffreddata e veniamo a piedi, così non prende aria. Venire in auto? Se non sta male da stare a casa da scuola, può fare anche due passi”.

Ma è un caso pressochè unico. Maurizio ha appena parcheggiato la sua potente familiare sul marciapiedi, in curva. Si guarda intorno seccato perché non c’è posto più vicino all’ingresso. “Scusi ho fretta – borbotta – ho fatto una coda infernale, da via XXII luglio a qui. Devo lavorare io cosa crede?”.

Il motivo della coda infernale è l’Hippy Bus. Ha trovato gli stalli occupati e si è fermato dove ha potuto. Bloccando il traffico, la colpa ovviamente di chi ha messo la macchina al posto sbagliato. Come Maurella, che esce da scuola, probabilmente ha portato il figlio davanti alla classe, e cerca di giustificarsi: “Abitiamo lontano…”.

Sull’auto in bella mostra il permesso per la Ztl, quello che permette di passare il varco di Via XXII luglio, evidentemente così lontano non abita, ma…

Nonno Corrado arriva a piedi, da Borgo Regale: “Veniamo da in fondo a Via Sidoli, parcheggio sempre un po lontano da scuola sennò li avveleniamo che sono ancora piccoli” – ammonisce.

Ma mentre lui parla, il sottofondo sono clacson, portiere che sbattono, genitori imbestialiti che hanno fretta di lasciare i figli e andare, scagliandoli giù dall’auto come pacchi dopo essere arrivati a un millimetro dall’ingresso.

E i residenti non ne possono più. Già mesi fa avevano presentato un’interrogazione al capo dei vigili, ed ora promettono di coinvolgere nuovamente le forze dell’ordine per una collaborazione atta a reprimere il continuo via vai di auto. Perché si, oltre alla scuola, del quartiere esistono i residenti.

Che anche loro lavorano, e vorrebbero uscire di casa, prendere la macchina, potersi spostare. Senza code, aria inquinata, trambusto e rumori.

 

 

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