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Bando disabili e non solo, appello dei sindacati al comune: “Rispetto per legalità, cittadini e lavoro”

I sindacati Cgil Cisl e Uil dichiarano guerra al Comune sull’assegnazione dell’appalto del servizio disabili ma non solo. Altri appalti assegnati privatamente, al ribasso, o addirittura in violazione della legge in nome del risparmio.

Il Comune non può agire così, con superficialità e leggerezza, predisponendo bandi approssimativi e trincerandosi dietro la formale correttezza. L’economicità rischia di portare all’impoverimento del servizio, ci sono troppi appalti che stanno venendo assegnati al miglior offerente, a costo di offrire un servizio di bassa qualità ai cittadini e di mettere i lavoratori in condizioni di svalutazione e svilimento del proprio operato, oltre che in difficoltà economica perché costretti a poche ore settimanali di attività”.

Questo, in sintesi, il grido di Massimo Bussandri, Fabio Ghillani e  Mario Miano, segretari generali di Cgil Cisl e Uil.

BANDO PER GLI ALUNNI DISABILI – Procedendo con ordine, si inizia parlando del servizio per gli alunni disabili, assegnato alle cooperative Ancora e Aldia al massimo ribasso, assegnazione bloccata dal Tar e già aspramente criticata dai sindacati: lunedì al proposito si è espresso, con parole pesanti, anche il consorzio di solidarietà sociale. Eccole.

“Come Consorzio Solidarietà Sociale (35 cooperative sociali di Parma e provincia che lavorano in diversi ambiti minori, disabilità e disagio adulto) esprimiamo forti preoccupazioni circa i criteri di aggiudicazione della gara sul sostegno scolastico indetta di recente dal Comune di Parma e dei conseguenti esiti.

Non possiamo essere d’accordo con un sistema di aggiudicazione in cui la parte economica assume di fatto il ruolo più importante portando all’identificazione dei criteri dell’offerta più vantaggiosa con il massimo ribasso. E’ una prassi che continua ad essere adottata da molti Enti locali e Istituzioni complici spesso la crisi economica e la relativa riduzione delle risorse disponibili. La cooperazione sociale si trova costretta ad accettare remunerazioni dei servizi non congrui al necessario.

Un ribasso così alto risponde sicuramente ad una esigenza di risparmio da parte dell’Ente locale, ma purtroppo questo risparmio ricade direttamente e prevalentemente sui lavoratori e indirettamente sul servizio di integrazione scolastica e quindi sulle persone che necessitano di sostegno; il costo del personale in qualsiasi servizio alla persona rappresenta circa l’80% dei costi totali e l’offerta rischia per tanto di non coprire tutto il costo del personale. Nonostante le rassicurazioni giunte da più parti, verificheremo come andranno di fatto le cose, a partire dall’esito del ricorso al TAR per il quale il Tribunale Amministrativo ha concesso nei giorni scorsi la sospensiva.

Scelte come questa portano con sé il rischio della demotivazione, perché quando i costi superano i ricavi, i lavoratori rischiano di diventare merce di scambio e di contrattazione, in un rapporto di lavoro, che può trasformarsi in mera prestazione di manodopera riducendo sempre più il valore della professionalità. Sappiamo, infine, che il lavoro raggiunge meglio i propri obiettivi quando si pongono i lavoratori in situazione di agio, si favoriscono processi di valorizzazione delle competenze, sono poste in essere processi di condivisione di responsabilità e di senso di appartenenza.

Come Consorzio Solidarietà Sociale siamo convinti che politiche di questo genere non possano che causare l’abbassamento della qualità dei servizi e delle risposte ai bisogni dei cittadini.

Guardiamo con favore a chi sta facendo scelte diverse, nel pieno rispetto delle attuali norme, come ad esempio percorsi di co-progettazione e sistemi di accreditamento. Per il Consorzio Solidarietà Sociale – Augusto Malerba – Presidente”.

LE PAROLE DEI SINDACATI – “Ci aspetteremmo dalle stazioni appaltanti, leggasi enti pubblici, una maggiore attenzione alla qualità del servizio e dei lavoratori. Ci sono fortissimi dubbi sul rispetto delle loro condizioni contrattuali, ed anche sulla loro stessa riassunzione. Se si permette di lavorare a chi può farlo in perdita, si rischia di trovare con basi d’asta sempre inferiori, dequalificazione del lavoro ed espulsione delle cooperative più qualificate. Con evidenti rischi di infiltrazioni e scarsa legalità” – dicono in coro.

“Il bando è discutibile – ricorda Bussandri – con una base d’asta inferiore a quella definita nel 2014, un ribasso del 10%, con seri dubbi sui diritti contrattuali degli operatori, le ore di lavoro ridotte a 12-13 a settimana.

FRONT OFFICE ANAGRAFE E ALTRI POSTI PUBBLICI – Pesanti le parole di Elisabetta Oppici e Tilla Pugnetti  “Sono coinvolti 128 lavoratori, con stipendi bassi e meno ore. Si pretendono titoli di studio, esperienze per non pagarle. Esistono situazioni – aggiunge Paola Bergonzi – nelle biblioteche e alla Casa della Musica, ma anche al front office dell’anagrafe, di operatori qualificati assunti con un contratto da personale delle pulizie per pagarli meno. Alcuni posti sono stati appaltati a Mediagroup, altri dati con assegnazione diretta, togliendo spazi alle cooperative oneste”.

IL BANDO D’APPALTO IREN – “E’ Un bando con una base d’asta inferiore del 15% rispetto ai criteri attuali – proseguono i segretari generali – con il rischio che a certe condizioni di appalto possa fare offerte solo chi può lavorare in perdita, magari con una provenienza dubbia di capitali. Così si escludono le cooperativi sociali”. Miano non usa mezzi termini: “Il massimo ribasso svantaggia chi propone prezzi onesti e avvantaggia chi non ha etica, e in questo periodo il rischio è maggiore”.

I SERVIZI CIMITERIALI A SALSOMAGGIORE  E LA GUARDIGIA DELLE PALESTRE COMUNALI a Parma- “Sono stati assegnati dal Comune a cooperative che non applicano il contratto di lavoro nazionale, solo perché costano meno. Ma così è stata violata la legge, oltre a non essere stato rispettato quanto chiesto nel bando” – incalzano ed accusano le sigle sindacali.

L’APPELLO – Chiediamo – è l’appello “alle principali stazioni appaltanti, a cominciare dagli enti locali come Comune e Provincia – di definire protocolli d’intesa sugli appalti che rispettino questi criteri: attenzione, trasparenza, legalità. Auspichiamo un sistema degli appalti fondato su trasparenza e contrasto del lavoro povero, nel rispetto della qualità dei lavori e dei progetti. Come primo passo – ricordano – abbiamo già siglato protocollo d’intenti con Gesin-Proges, il principale gruppo cooperativo del territorio, su appalti e responsabilità sociale d’impresa”.

(Francesca Devincenzi)

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