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Legambiente: in questo modo il greto diventa un nido per le zanzare tigre

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Legambiente vuole richiamare l’attenzione su una situazione di degrado connessa alla cassa di espansione del torrente Parma, sul lato verso Marano. Nei pressi dell’argine nord vi sono due grandi colline ricoperte da teli di plastica. Oggi, dopo anni, alcune piante e piccoli arbusti sono cresciuti qua e là, sfruttando piccoli accumuli di terreno, forse fuoriuscito. Cosa sia accumulato sotto i grandi teli neri è stato più volte oggetto di dibattito: il sospetto è che, insieme a terra di scavo, vi siano ancora tonnellate di rifiuti riemersi dal letto del torrente.

Ma, ancora più evidenti, sopra i teli e frammezzo alla vegetazione pioniera, ecco apparire sterminate distese di copertoni di pneumatici. Ce n’è per tutti i gusti: piccoli, grandi, perfino da trattore e da camion, posizionati lì, certamente, per fermare i teli di copertura ed impedire che vento e pioggia se li portino via. E già qui sorge il primo problema di degrado: sono davvero brutti, buttati a casaccio, senza un ordine, a tinteggiare di nero un’area già devastata dagli scavi e ingrigita dall’enorme diga. Mettendo però da parte l’aspetto paesaggistico (in realtà troppo spesso snobbato), non può essere tralasciato quello funzionale: infatti i copertoni, così come gli stessi teli, sono ideali per un ospite quanto mai sgradito e invasivo: la zanzara tigre. Alle larve della zanzara tigre è sufficiente una piccola quantità d’acqua e pochissimi giorni per svilupparsi, e qui, tra le migliaia di copertoni abbandonati sulla cassa d’espansione, di acqua stagnante ce n’è in abbondanza, accumulatasi con piogge leggere e che grazie alle particolarità concave e protettive dei pneumatici non evapora e senza che alcun tipo di predatore (pesci, anfibi) possa “mangiarsi” il gran numero di larve.

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Insomma la cassa d’espansione del torrente Parma, tenuta in queste condizioni, è il più grande bacino di “allevamento” delle zanzare tigre del parmense. E dunque è necessario che gli enti competenti intervengano a dovere.
Ricordiamo a tal proposito che, non più tardi di dieci giorni fa, il Comune di Parma ha annunciato il piano di disinfestazione estivo-autunnale con un richiamo pressanti ai cittadini “chiamati a fare la loro parte: … innaffiare poco e spesso per non creare avvallamenti stagnanti nel terreno, svuotare regolarmente qualunque tipo di cisterna o contenitore a partire dal semplice sottovaso (lo sviluppo delle uova della zanzara tigre avviene in quantitativi di acqua molto ridotti).” Ancora più chiaro quanto richiesto ai propri cittadini dal confinante Comune di Montechiarugolo: “ … non accumulare copertoni e altri contenitori che possono raccogliere anche piccole quantità di acqua stagnante; non lasciare che l’acqua ristagni sui teli utilizzati per coprire cumuli di materiale e legna…”

Se ai cittadini è giustamente richiesto di impegnarsi in buone pratiche contro la zanzara tigre, medesimo impegno va domandato ad Aipo, gestore delle casse di espansione, e agli stessi Comuni di Parma e di Montechiarugolo, competenti per territorio. Anche perché sorge spontaneo domandarsi se davvero non esista un altro modo, efficace almeno quanto i copertoni di pneumatici, ma meno dannoso, per immobilizzare i teli che ricoprono gli accumuli di terra e rifiuti.

Pertanto Legambiente richiede che si proceda senza indugi alla rimozione e sostituzione dei copertoni posati sugli argini della cassa d’espansione, poiché si otterrebbe un triplice risultato: lotta efficace alle zanzare tigre; riduzione del negativo impatto paesaggistico, esempio di buona pratica per i cittadini nella cura del territorio. Gli effetti sarebbero utili soprattutto per chi vive o transita in prossimità delle casse d’espansione, lungo strada Argini Parma, direttrice assai trafficata, e per tutta la zona sud della città.

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