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Trasparenza sugli appalti: firmato protocollo d’intesa Cgil-Proges

È stato siglato un protocollo d’intesa tra il Gruppo Gesin Proges e le organizzazioni sindacali confederate (Cgil, Cisl e Uil) sulla trasparenza degli appalti e la responsabilità sociale d’impresa.

Hanno firmato l’accordo Antonio Costantino, (presidente Gruppo Gesin Proges), Massimo Bussandri (segretario generale Cgil Parma), Angela Calò (segreteria ust Cisl Parma e Piacenza) e Mario Miano (segretario generale Uil Parma e Piacenza).

“Il protocollo prevede, oltre all’applicazione dei contratti nazionali e degli accordi collettivi che contraddistingue le vere cooperative, – si legge in una nota – il massimo impegno da parte del Gruppo cooperativo nella prosecuzione delle azioni già avviate in materia di legalità e responsabilità sociale d’impresa, quali l’applicazione della legge 231 sulla responsabilità amministrativa delle imprese e i loro modelli di organizzazione e di controllo, l’applicazione della legge 81 in materia di salute e sicurezza, il mantenimento della certificazione internazionale SA800 sull’etica e la responsabilità sociale, e il percorso certificativo volto ad ottenere il Rating di legalità dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato”.

“Il Gruppo conferma anche il proprio impegno nel rispetto delle clausole sociali che garantiscano, nel cambio d’appalto, il passaggio dei lavoratori in forza al precedente appaltatore – tra queste particolarmente qualificante è la scelta di non considerare i lavoratori assunti in seguito a cambio d’appalto come nuovi assunti, come consentirebbe la recente riforma, bensì in continuità lavorativa – e le clausole sociali previste dalla normativa comunitaria e nazionale per favorire l’avvio al lavoro di soggetti svantaggiati. Gesin Proges, inoltre, considera il confronto e l’accordo con i sindacati il metodo privilegiato per risolvere le controversie individuali fra lavoratore e cooperativa di appartenenza”.

Analogamente le associazioni sindacali s’impegnano a perseguire concretamente in tutte le sedi e con tutte le controparti istituzionali la costruzione di un sistema degli appalti che sappia garantire condizioni di leale concorrenza, e che sappia misurare adeguatamente il valore aggiunto di tutte le azioni intraprese a favore della legalità e della responsabilità sociale d’impresa, per non penalizzare la competitività proprio di quelle imprese che investono risorse per garantire ed implementare tale sistema.

“Quello che negli ultimi sei anni abbiamo chiamato crisi – ha commentato Antonio Costantino, presidente del Gruppo Gesin Proges – ormai è chiaramente un nuovo equilibrio socio economico caratterizzato da minori risorse pubbliche e da un livello di maggiore competitività. In questo passaggio però c’è il rischio concreto di una degenerazione del mercato e che s’inneschi una corsa al ribasso della qualità del lavoro, dei suoi diritti e delle sue regole. Questo sarebbe un danno gravissimo per tutti, per i lavoratori innanzitutto, ma anche per le imprese che traggono dalla qualità del lavoro la loro forza e, infine, per i mercati stessi il cui sviluppo non prescinde da imprese sane e responsabili. Per questo un nuovo patto tra queste imprese e un sindacato che sappia tutelare la loro competitività, che è la condizione della loro sussistenza, è ormai fondamentale”.

“Il protocollo sottoscritto tra sindacati confederali e gruppo Gesin – Proges rappresenta un primo importante segnale per invertire la tendenza rispetto al buco nero dei diritti e delle tutele che si è generato nel sistema degli appalti e subappalti, a committenza sia pubblica che privata, e per scongiurare il pericolo d’infiltrazioni illegali in uno dei settori più esposti – ha dichiarato Massimo Bussandri, segretario generale Cgil Parma -. Riaffermare principi di responsabilità sociale nella cooperazione, definire le caratteristiche di un appalto non a rischio d’illegalità, prevedere la tutela del lavoro come uno degli elementi qualificanti di chi partecipa al sistema degli appalti sono oggi affermazioni fondamentali. E la scelta di limitare gli effetti distorsivi del Jobs Act testimonia che la buona cooperazione non ha bisogno di scorciatoie per offrire lavoro e servizi di qualità. L’auspicio è che questo segnale venga raccolto da altri importanti gruppi cooperativi e dalle associazioni di rappresentanza, che dovrebbero investire, in stretta sinergia col sindacato, proprio sul contrasto ai furbetti del massimo ribasso e al lavoro povero e senza diritti, che sono elementi fortemente distorsivi della concorrenza nel settore. Solo così può partire una vasta campagna di sensibilizzazione delle stazioni appaltanti”.

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