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Turismo a Parma, Ascom smonta la Provincia: “Nessun boom”

L’associazione di categoria dei commercianti – a proposito dell’incremento di turisti che vedrebbe nel 2015 il 10% di aumento grazie agli stranieri (dati forniti dalla Provincia di Parma) e da quelli più recenti relativi agli effetti di Expo – sottolinea che per quanto il dato cosi come pubblicato “sembrerebbe confortante ed ottimistico, sia necessario, a nostro avviso, un ulteriore approfondimento al fine comprendere meglio la reale sostanza di tale dato”.

Come sottolineato nella conferenza con Federalberghi in cui furono analizzati i dati turistici riferiti al 2014, anche per quelli relativi ai primi cinque mesi del 2015, valgono secondo Ascom le stesse considerazioni, vale a dire che “i numeri vanno analizzati e compresi per la realtà che effettivamente esprimono”.

Innanzi tutto è “fuorviante attribuire agli arrivi il merito di un ‘boom turistico’, quando in questo senso, occorre considerare invece le presenze, ossia la permanenza, il numero delle notti. Se consideriamo poi che queste presenze sono costituite (e in alcuni casi in buona parte) anche da migranti che comunque soggiornano per un lungo periodo nelle strutture ricettive del territorio, allora non possiamo pensare di poter attribuire a questa realtà un corrispondente e positivo impatto turistico”.

Così come non lo si può attribuire ai tanto citati aumenti di flussi cinesi che “sono per lo più costituiti da gruppi organizzati che, soggiornando una sola notte nel parmense, a prezzi low cost, utilizzano il nostro territorio come semplice tappa di pernottamento per il raggiungimento di altre mete turistiche (Milano, Firenze, ecc)”.

Presenza quindi che “non apportano un reale contributo all’economia del territorio”; tuttavia Parma “resta una città il cui sviluppo turistico è ancora insufficiente, legato a tradizionali momenti di attrazione (come alcune importanti fiere o il Festival Verdi) e i cui flussi di presenze sono simili a quelli di tante altre piccole città d’arte in parte composti anche dai movimenti di quei turisti italiani che, per effetto della crisi, ripiegano sul territorio nazionale”.

Quello che emerge in sintesi dai dati, “correttamente analizzati e interpretati”, sottolinea l’associazione è che “Parma e il suo territorio hanno delle potenzialità turistiche, ma che queste non vengono sviluppate come si potrebbe ad esempio attraverso la programmazione di eventi realmente attrattivi, oggi insufficienti se non del tutto mancanti. L’effetto concreto di questa carenza la si legge neinumeri delle percentuali di occupazione camere dei nostri alberghi che continuano a calare mettendo in difficoltà le imprese del settore, nonché nella sofferenza del comparto commerciale del centro storico che non beneficia di quei consumi di cui tanto avrebbe bisogno”.

“È su questi dati che ci si dovrebbe quindi concentrare per definire una strategia globale utile allo sviluppo del turismo, sia in città che nel territorio provinciale”.

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