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Parma, un 25 aprile di festa e riflessione

La celebrazione del 70° anniversario della ‘Liberazione’ ha costituito un momento di riflessione e di festa. Si commemora oggi il 25 Aprile, i valori di coloro che hanno combattuto per la libertà e la democrazia del nostro Paese, di chi ha creduto in un’Italia affrancata dal totalitarismo e per questo ha sacrificato la propria vita. La fine della guerra, l’avvio di una nuova stagione per l’Italia sono stati motivo di riflessione in una giornata che ha preso avvio con la celebrazione della Santa Messa nella chiesa di Santa Croce, per proseguire, poi, con il corteo che si è formato a barriera D’Azeglio con la partecipazione del Corpo Bandistico Giuseppe Verdi e gli allievi dell’Istituto comprensivo a indirizzo musicale Sanvitale – Fra Salimbene, con la deposizione delle corone al monumento al Partigiano ed al monumento ai Caduti.

In Piazza hanno portato il loro saluto il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, Gianpaolo Serpagli consigliere provinciale con delega alla scuola ed alla viabilità in rappresentanza del presidente della Provincia di Parma Filippo Fritelli, il presidente della Consulta studentesca Gabriele Calì. L’orazione ufficiale è stata tenuta dalla politica, giornalista e scrittrice italiana Luciana Castellina, su proposta delle associazioni Partigiane che fanno parte del Comitato del 25 aprile, assieme a Comune e Provincia, e alla presenza delle autorità cittadine e dei rappresentanti della Giunta Comunale.

Essere capaci, nella quotidianità, di fare delle scelte anche coraggiose, così come i protagonisti della Liberazione fecero settanta anni fa per dare seguito ad una ‘Società partigiana’, una società che sia fondata sui valori della democrazia e della libertà che che abbia come punto di riferimento l’individuo, la sua umanità, la comunità in cui è inserito e l’apporto che il singolo è in grado di dare, ogni giorno, al suo sviluppo in positivo anche in un tempo di grande crisi, come quello attuale. E’ questo il messaggio trasversale lanciato dai relatori che si sono susseguiti sul palco delle autorità in piazza Garibaldi nel momento della celebrazione solenne dei 70 anni della fine della guerra, della Liberazione e della Resistenza.

Ha citato Antonio Gramsci il sindaco Federico Pizzarotti: “Mi sono convinto – scriveva Gramsci dal carcere – che quando tutto è o pare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente all’opera, ricominciando dall’inizio”. Ed ha fatto riferimento al sentimento di comunità che nasce, cresce e si sviluppa su basi solide come quelle della democrazia e della libertà. Per questo, ha ribadito il primo cittadino, “è necessario vivere la nostra comunità come soggetti attivi per continuare a contribuire alla sua crescita morale”. Tutto questo comporta rispetto del prossimo e impegno costante e continuo da parte di tutti, a partire da chi ricopre cariche istituzionali. “Solo così – sarà possibile – oltrepassare le barriere dell’indifferenza e guardare alle persone come essere umani così come ai 700 uomini, donne e bambini che sono morti nel canale di Sicilia”.

Il consigliere provinciale con delega alla scuola ed alla viabilità Gianpaolo Serpagli, in rappresentanza del Presidente della Provincia, ha rimarcato come alla base della lotta partigiana e della Resistenza vi fosse la “voglia di riscatto e di risorgimento democratico. E anche oggi, in un tempo di crisi, c’è bisogno di impegno civile contro nuovi opportunisti e tiranni populisti“. In questo, la Politica ha un ruolo importante, perché, “la politica siamo noi stessi”, ha detto Serpagli citando Giacomo Ulivi, perché, come diceva Fernando Santi, “la gente deve fidarsi della politica”. “E’ oggi più che mai attuale – ha concluso Serpagli – il messaggio dei componenti della 32° Brigata scesi dall’Appennino in città il giorno della Liberazione: portiamo necessità di rinnovamento e senso di fratellanza”.

Gabriele Calì, presidente della Consulta Studentesca, è partito dal senso del 25 Aprile come festa, come momento commemorativo e ha citato Sandro Pertini: “I giovani non hanno bisogno di prediche ma di esempi di onestà e di altruismo”. “Non è facile prendere delle decisioni – ha detto il presidente della consulta studentesca – sopratutto per noi giovani che a volte ci troviamo smarriti. In passato, i protagonisti della Resistenza hanno avuto il coraggio delle scelte, per questo adesso tocca a noi fare la nostra parte, guardando, come esempio, a chi ha permesso all’Italia di vivere il più lungo periodo di pace della sua storia in nome della libertà e della democrazia”.

Luciana Castellina ha concluso il suo articolato intervento ricordando che “sentirsi parte del 25 Aprile significa sentirsi parte, vittime e responsabili di tutti i disastri che affliggono il mondo”. “Celebriamo oggi – ha detto la scrittrice e politica – la ‘Liberazione’ e non la festa della ‘Libertà’ come Silvio Berlusconi voleva rinominarla. Celebriamo un processo, quello di costruzione di una vera e propria ‘Società partigiana’, ha detto citando Roberto Battaglia. Una società, quindi, in grado di organizzarsi, come fecero i Partigiani, per dare vita ad uno Stato democratico nel senso intrinseco del termine. Uno Stato in cui, come dice la Costituzione, all’articolo 3, ogni cittadino è chiamato a dare il proprio apporto ed messo nelle condizioni di determinare le scelte del Paese, rimuovendo anche gli ostacoli che limitano la libertà e l’uguaglianza. “Occorre ritrovare voglia, impegno e fantasia che resero protagonisti della storia della Repubblica i Partigiani. Democrazia è partecipazione, partecipazione ad uno spazio deliberativo”.

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