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Il Parma è epico: AtestaAlta fa piangere la Juve. Al Tardini finisce 1-0

TABELLINO 

Parma-Juventus 1-0

MARCATORE: Mauri al 15′ s.t.

PARMA (3-5-2): Mirante; Santacroce (dal 35′ s.t. Cassani), Mendes, Feddal; Varela, Mauri (dal 37′ s.t. Lila), Jorquera, Nocerino, Gobbi, Ghezzal, Belfodil (dal 41′ s.t. Prestia). (Iacobucci, Bajza, Mariga, Costa, Erlic, Palladino, Lila, Lodi, Coda). All. Donadoni

JUVENTUS (4-3-1-2): Storari; Lichtsteiner, Ogbonna, Chiellini, Padoin; Vidal, Marchisio, Sturaro (dal 22′ s.t. Pepe); Pereyra (dal 17′ s.t. Morata); Llorente, Coman (dal 35′ s.t. Vitale). (Rubinho, Audero, Bonucci, Marrone, De Ceglie, Evra, Matri). All. Allegri

ARBITRO: Gervasoni di Mantova

NOTE: ammoniti Marchisio (J), Chiellini (J), Mendes (P), Jorquera (P), Ogbonna (J), Gobbi ℗.

Francesca Devincenzi

La palla è rotonda, a volte Eupalla si incapriccia e ribalta i pronostici. Al Tardini è successo questo, col piccolo Parma che ha sofferto, messo in campo ogni risorsa, e lo dimostrano i crampi a fine gara, rischiato ma vinto, regalando ai tifosi una gioia immensa e alla Juventus un’amarezza piccola piccola, perchè il tricolore è già sul petto.

Ha deciso Josè Mauri, forse, juventino di domani.

COSì LONTANI, COSì VICINI – La rabbia e l’orgoglio, quelli del Parma. La forza e la grandezza, quelli della Juventus. La prima e l’ultima della classe, l’incenso e la polvere. Così lontane oggi Parma e Juventus, così vicine un tempo che adesso sembra troppo lontano, quando sgomitavano per tutto il vincibile. Una società solida e perenne da una parte, una serie di malfattori malandrini vestiti da presidenti dall’altra.

Eppure Parma – Juventus è sempre speciale, anche se profuma solo di passato, un profumo che diventa dolce pensando che non ci sarà più nell’immediato futuro. La prima squadra a giocare da fallita, l’artefice di una rivoluzione appena iniziata al sistema calcio, il Parma, contro quella che per alcuni, a torto o ragione, è l’emblema del marciume del sistema stesso, pur avendo pagato con la polvere della serie B, il fango degli scudetti cancellati e delle pene poi rimosse. L’ultima a retrocedere per uno scandalo, contro la protagonista dell’ultimo, ancora in coro.

L’avesse scritta Kubrick, non gli sarebbe uscita così grottesca questa sceneggiatura violenta e bellissima, capace di riempire di nuovo il Tardini di gente e di un crepitio di voci e applausi quando a squadra entra in campo. Perchè a modo loro, per quanto loro concesso essendo ancora terreni, per quanto fatto fino ad oggi, sono già ascesi a eroi dell’Olimpo, gli uomini di Donadoni.

LE FORMAZIONI – Il tecnico ducale recupera Mirante e Mauri, in campo dal primo minuto. Solo panchina per Lila e Costa, a sorpresa, anche per Ciccio Lodi: Donadoni gli preferisce Jorquera. Tanti assenti nella Juventus: fuori per infortunio l’indimenticato e amato ex Buffon, ma anche Tevez e Pirlo, oltre a Barzagli e Pogba. Solo panchina per il freschissimo ex de Ceglie. Mai ad Allegri sono mancate tante pedine importanti contemporaneamente, ma l’impressione è che abbia degni sostituti.

LA PRIMA OCCASIONE è DEL PARMA – La sfacciata leggerezza di attaccare dopo trenta secondi la trova la squadra di casa, che sgroppa a destra con Ghezzal e la piazza in mezzo, dove Nocerino sbaglia mira non di troppo. E passano quattro minuti perchè la palla del ko partendo dai piedi di Gobbi passi a quelli di Varela finendo intercettata per un nulla. La Juve da l’impressione di poter far male quando vuole, e quindi attendere. Passano dodici minuti, e l’intervento di Mirante arriva: punizione di Marchisio, Chiellini e Llorente vanno a colpire di testa ma l’estremo difensore ducale ci arriva per primo. La prima vera occasione per i bianconeri arriva al ventesimo, con un tiro insidioso di Pereyra dalla sinistra di Mirante, la palla gli rimblaza davanti ed è costretto a rifugiarsi in corner togliendo la sfera dal sette. Sulla ripartenza, velocissima, Nocerino lancia Belfodil partito sul filo dell’off-side: il franco algerino non ha assistenza dei compagni ma riesce ad aggiustarsi il pallone ed inventarsi un tiro a giro che lambisce l’incrocio esterno dei pali e sfila fuori. La partita è abbastanza lenta, e fa il gioco dei ducali che limitano i pericoli, costringendo i bianconeri a tentativi sbilenchi da fuori area.

DOPO UN QUARTO DI SECOLO DI RIVALITA’, UN CORO UNISCE LE DUE TIFOSERIE – E’ il 27esimo quando dalla Nord si leva un “Ghirardi la senti questa voce vaff…..”:il settore ospite prima tace, poi applaude, poi si unisce. Su qualcosa, sono tutti d’accordo. La pace armati sugli spalti non si riflette sul campo, dove sono ribaltoni di fronte e mezze occasioni, una per parte, ma quella più ghiotta è al trentunesimo per la Vecchia SIgnora: punizione a campanile che taglia l’area e finisce perfetta sul sinistro di Vidal che da mezzo metro colpisce a botta sicura ma trova davanti il piede di Mirante in uno scatto tutto di riflesso. E’ la prima avvisaglia di una Juventus che inizia a ingranare le marce e premere sull’accelleratore palesando la differente potenza del motore che divide l’ultima della classe dalla prima. A due dalla fine della prima frazione sono ancora il piede e l’istinto di Mirante a dire no: Pereyra lancia Coman che si beve la difesa ma non l’estremo difensore che lo attende in piedi e in qualche modo dice, permettendo a Gobbi la chiusura in angolo. E’ l’ultimo trillo del primo tempo, per il Parma non aver subito reti ne superiorità per 45 primi è l’ennesimo motivo di orgoglio.

LA RIPRESA – Sullo stadio aleggia quel clima di sacralità e unicità che solo Parma – Juventus porta con se. E’ una partita speciale, e lo si respira nei volti di chi ne sentirà la mancanza nella stagione che sarà. In campo cambia poco rispetto alla chiusura dei primi 45 minuti, la Juve quando affonda fa male, il Parma brilla di contropiedi: al quarto Lichsteiner atterra Ghezzal, che protesta ma non troppo, consapevole di non aver fatto nulla per stare in piedi. In un’altra era, ne avremmo scritto per settimane.

PARMA IN VANTAGGIO – Al tredicesimo ci prova Coman da fuori, palla alta, tre minuti prima un tentativo di Llorente si era schiantato contro i tabelloni. Al quindicesimo il Tardini potrebbe crollare sotto il peso dell’emozione: Belfodil lancia Mauri che al volo insacca il vantaggio gialloblù. E’ come tornare indietro negli anni, volare ancora, sognare ancora un po prima del risveglio più brutale, per i tifosi del Parma. Che in gol vada proprio il gioiellino che chissà non diventi proprio bianconero a giugno.

JUVE DI RABBIA, PARMA DI ORGOGLIO – La superiorità della Juventus si palesa nel momento in cui, colpita al cuore, inizia a spingere con veemenza. Allegri butta in mischia anche Morata e Pepe, e manda avanti tutti i suoi in cerca del pari. Belfodil si immola a fare il difensore aggiunta, Jorquera ricorre alle cattive per fermare Morata. Donadoni toglie Santacroce, azzoppato dai crampi ma applaudito, forse per la prima volta, poi si copre con Lila per Mauri Allegri si gioca la carta Vitale per Coman. La partita è scattosa, nervosa. Il Parma stringe i denti, la Juve tira le briglie, non vuole perdere ma sbatte contro un muro, a tratti ordinato, ad altri disperato. I crampi eliminano anche Belfodil, arriva così il debutto del fuoco per baby Prestia. La Juve è tutta nel possesso palla, nella spinta ossessiva, nei 5’ di recupero che per i bianconeri passano troppo in fretta e per il Parma non passano mai. Ma arriva la fine, Parma batte Juventus uno a zero. Ai bianconeri cambia poco, al Parma, ai suoi tifosi, questa vittoria cancella le amarezze di una stagione.

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