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Il piano Tavecchio è fallimentare in partenza: ecco perché

“E’ stato un incontro positivo – aveva detto ieri Federico Pizzarotti con un tweet, dopo aver congedato Carlo Tavecchio.  E’ stato delineato un piano che verrà sottoposto all’assemblea di Lega. Venerdì sapremo l’esito“.

Lo stesso numero uno della Figc aveva poi spiegato come sia stato predisposto un piano che verrà sottoposto domani in Lega, poi ai calciatori.

Ma in cosa consiste questo piano?  L’idea sarebbe quella di garantire lo svolgimento delle prossime due partite grazie ad uno sponsor, per poi racimolare i soldi necessari per terminare il campionato grazie all’aiuto degli altri club. Lo spiega la Gazzetta dello Sport.

Lo sponsor in questione sarebbe l’Erreà di Angelo Gandolfi, che già nei giorni scorsi si era detto disponibile ad aiutare la causa crociata. L’azienda parmigiana dovrebbe garantire i 100mila euro necessari per permettere al Parma di disputare le gare contro Atalanta e Sassuolo, ed arrivare così al 19 marzo quando la Procura prenderà una decisione sul possibile (e ormai probabile) fallimento della società ducale.

Questo è un passaggio decisivo, perchè in quella sede bisognerà poi riuscire a convincere l’eventuale curatore a concedere l’esercizio provvisorio, o almeno queste sono le intenzioni. Per farlo, sempre se verrà sancito il fallimento della società crociata, Tavecchio andrà a bussare alle sedi degli altri 19 club di Serie A per ottenere un contributo di circa 300mila euro a testa, che permetterebbe così di raccogliere circa 6 milioni di euro da consegnare al curatore fallimentare per arrivare fino in fondo a questa stagione.

Una domanda sorge spontanea: ammesso che Erreà presti il suo consenso e apra il portafoglio, cosa fa pensare a Tavecchio che i club di serie A intendano salvare il Parma? Parliamo di club indebitati, inguaiati, pieni di problemi. Cosa mai dovrebbe spingerli a autotassarsi per salvarne uno che magari in campionato gli porta via pure punti?

E ancora, calciatori e dipendenti. Senza garanzie fino al 19 marzo, a rischio di essere anche oltre. Se i calciatori possono mettersi una mano sul cuore e una sulla dignità, ai dipendenti che fanno la fame chi ci pensa?

E poi, dopo il 19 cosa sarà? E dopo il 30 giugno? Tavecchio se ne frega, ma è davvero un bene alimentare l’agonia del Parma oltre?

Non sarebbe più dignitosa e rispettosa una fine immediata, uno spegnimento brutale, senza code assurde, in nome della regolarità di un campionato che ormai, di regolare non ha davvero più nulla?

 

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