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Bancarotta fraudolenta. Come prevedibile iniziano a cadere le prime teste, in casa Parma, o meglio, in casa ex Parma Fc. In attesa dell’udienza fallimentare prevista per il 19 marzo, la Procura ha iscritto al registro degli indagati per bancarotta fraudolenta l’ex presidente Tommaso Ghirardi.
Lo rivela la Gazzetta di Parma. Non è più, dunque, un’accusa contro ignoti. Ma il primo presunto colpevole ora ha un nome, per i debiti lordi che sfiorano i 20o milioni: di fronte a crediti difficilmente esigibili, come il marchio, 50 milioni, e i 95 presunti di valori dei giocatori, ci sono rossi certi. Quelli con le banche: 48 milioni. 38 milioni ai fornitori, oltre ai 18 tra tasse e previdenza che hanno spinto la Procura a chiedere il fallimento.
Ma siamo nella prima fase dell’inchiesta, coordinata dai pm Amara, Ausiello e Dal Monte e portata avanti dal Nucleo di polizia tributaria della Finanza, è assai probabile che altre persone – tra amministratori, dirigenti, sindaci e revisori – possano poi essere affiancate all’ex numero uno del Parma, ad esempio, Pietro Leonardi, dimissionario, in fuga probabilmente da un buco più grande di lui.
Forse ora Ghirardi smetterà di divertirsi in giro per locali notturni, alla faccia dei dipendenti che ha affamato. Al momento, potrebbe non aver ancora ricevuto nessun avviso di garanzia, ma il cerchio si sta stringendo. Il 19 marzo, l’udienza per il fallimento, incombono.
Se il Tribunale dovesse sancire il fallimento di Parma Fc, la posizione di Ghirardi si aggraverebbe non poco. Non resta che attendere, confidando che la giustizia regali vendetta a quei tifosi, a quella città, cui è stato strappato un sogno.