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Leonardi: “La mia apologia”

“Buonasera a tutti. Ho convocato questa conferenza perchè mi sembrava giusto e doveroso, dopo che tutti avevano parlato. Sono stato zitto per rispetto del mio ruolo e per tutta una serie di avvicendamenti societari, però è doveroso ora parlare nel rispetto di tutto quello che è successo in questi ultimi giorni dove, non per fare la vittima, ma io qui non vivo da solo, ho una famiglia, e ho ricevuto di tutto, minacce, insulti, ed è giusto che dica quello che devo dire. Il motivo principale è quello che volevo annunciare che con questa nuova proprietà mi sono dimesso dal CdA e da ogni tipo di incarico nel CdA futuro. Questo è il motivo principale. La situazione è risaputa, ho operato sempre in piena coscienza e con il consenso delle proprietà che si sono succedute”.

Ha esordito così Pietro Leonardi nella conferenza stampa da lui stesso convocata, per dire la verità, tuta la verità, nient’altro che la verità. Sua, almeno. Dai debiti figli, a suo dire, dell’anno in serie B, degli acquisti, in primis, di Leon, Vantaggiato, Lucarelli e Reginaldo (quindi fatti da Berta) alle responsabilità varie. Ghirardi, Pizzarotti, ma non solo. Parole al vetriolo, per tutti. Con un plauso ai tifosi, una carezza alla città, una certezza “non mi sono mai pentito di aver accettato la carica di ad” e un monito: “me ne andrò presto”.

“Da oggi in poi sarò qui, fin quando ci sarà la volontà da parte della proprietà o del sottoscritto, con il ruolo preciso di Direttore Generale. Questo significa che dovrò gestire tutte le logiche organizzative e sportive, con il consenso della proprietà com’è successo negli anni precedenti.

Ho sentito tante cose, e volevo chiarirle, e sono riferite a perchè si è arrivati a questa situazione. Ho sentito tante inesattezze, del tipo che la causa del problema siano questi tanti calciatori. 160/170 è stato il massimo, ma io ho sentito numeri come 250, 300, 500. Questa è stata una politica assolutamente sportiva e sempre con il consenso della proprietà. Da questa politica sono venuti fuori giocatori come Sansone, Paletta, Borini, Ceppitelli, ed altri, e rapporti con società estere e di categoria inferiore che hanno valorizzato questa società. Mi viene da ridere, faccio una battuta, ma c’è stato qualche collega di una società che prima ancora dove operavo io ha detto che le comproprietà sono state tolte per colpa del Parma. Beh, da che pulpito viene la predica, tutti sanno perchè le comproprietà sono state tolte, ed il Parma non c’entra proprio nulla. Ad oggi il Parma forse ha otto comproprietà in essere. Ci tenevo anche a precisare che nell’arco temporale della mia gestione l’andamento delle campagne trasferimenti è sempre terminato in utile, per tutte le gestioni. Questo significa che se parliamo di 160/170 calciatori a differenza di altre squadre”.

Tanti i sassolini nelle scarpe di Leonardi, tante le precisazioni. “Altre cose che volevo chiarire, importanti: ho sentito da autorevoli voci che hanno timore sulla regolarità del campionato, e questo non lo permetto, in qualità di Direttore Generale, perchè conosco tecnico e giocatori, e non lo permetto. Dovrebbero pensare ad altro. La nostra regolarità e serietà è indubbia, negli anni, nei cinque anni e mezzo che sono stato qui. Dovrebbero andare a controllare qualche altro procedimento che si è concluso nei giorni scorsi, ed il Parma non è mai entrato in questi discorsi (L’inchiesta di Cremona sul Calcioscommesse, n.d.r.). L’onorabilità di questi gruppi che ho diretto non permetto a nessuno di toccarla”.

Dopo l’onore, i conti economici. “Andiamo al dunque su alcune situazioni di gestione. Bisogna partire da cinque anni e mezzo fa: io ho iniziato con una retrocessione, sono arrivato e non mi risulta di aver acquistato Reginaldo a certe cifre, Vantaggiato a certe cifre, Cristiano Lucarelli e Leon a certe cifre, con tutto il rispetto per i ragazzi, che chiaramente sono andati ad essere gestiti nelle annate successive, perchè non è che si pagano nell’immediato. Questo vuol dire che con questi giocatori non solo non si è fatta una plusvalenza nel rivenderli, ma non hanno determinato tantissimo all’interno del contesto sportivo, e poi per mandarli a giocare abbiamo dovuto fare qualche famoso incentivo all’esodo, che anche qui tante parole perchè nemmeno gli pagavano gli stipendi che erano stipulati all’epoca. Ho fatto qualche nome perchè se no sarebbe una cantilena. Vorrei però fare qualche nome degli acquisti fatti da questo Direttore che avrebbe fatto dei danni: prima non ho citato anche Mauri, Defrel, e tanti altri, portati a Parma a condizioni ultravantaggiose grazie anche al lavoro dei miei collaboratori. Quelli che abbiamo comprato sono Giovinco, Parolo, Belfodil, Biabiany, Pabon… Tutti questi soggetti oltre all’apporto che hanno dato, forse Pabon meno degli altri, ma sono stati tutti rivenduti con produttività di plusvalenza e con un risultato nelle gestioni aziendali”.

Dopo un breve ringraziamento alla stampa, “mi ha sempre garantito un certo contraddittorio”, Leonardiha passato in rassegna gli ultimi eventi. “Io vengo informato a cosa fatta di una trattativa tra il gruppo che aveva la maggioranza delle azioni del gruppo del Parma, con il gruppo che non si poteva mai dire, ma che io non ho nessun problema a dire, che era detenuto da Taçi. Io non sono mai stato invitato ad una riunione, mai invitato ad una trattativa, mai e poi mai. Sono stato solo informato a cose fatte, e da lì in avanti ho iniziato a stabilire nel ruolo che ricoprivo mettendomi a completa disposizione, a incontrare il gruppo, a incontrare ripetutamente Taçi, a fare attese di 7 o 8 ore davanti ai fax, o davanti agli alberghi, con molta umiltà, con molto sacrificio. A farmi presentare giorno dopo giorno vari Presidenti, e adesso leggo che ognuno si diverte a dire la sua, dando numeri al lotto. Ho partecipato ad una conferenza con l’avvocato Giordano dopo che avevo esternato che non avevo voglia di farla perchè non la ritenevo utile in quanto prima servivano i fatti e poi parlare. Non sapevo nemmeno che ruolo avrei ricoperto in questa società, mi sono messo a disposizione a tutela di alcune persone, e dirò alla fine chi sono, perchè per loro ho fatto tutto questo. La realtà è quella che siamo andati avanti con vari Presidenti e mi sono messo a disposizione. Nel momento in cui mi sono reso conto che dalle parole non arrivavano fatti, ho avuto un pensiero negli ultimi due giorni di mercato in totale autonomia perchè come al solito da maggio in avanti ho sempre rappresentato questa società da solo, e questo non me lo può nascondere nessuno, e ho cercato di risparmiare perchè mi stavo rendendo conto che non c’erano fatti, tant’è vero che nonostante gli acquisti che mi erano stati indicati dal gruppo Taci, di Varela, Rodriguez e Nocerino, sono riuscito a portare un utile anche da questa campagna trasferimenti. Magari dando un dispiacere a qualche tifoso, perchè ho iniziato a pensare che la cosa migliore era quella di limitare, ancora una volta, i costi. Anche in questa sessione di mercato si è prodotto utile, così come si è prodotto molto risparmio, negli anni successivi in riferimento ai contratti pluriennali di alcuni calciatori”.

Poi, un aneddoto. Io sono stato, e non voglio enfatizzare nemmeno questo, in ospedale. Qualcuno ci ha giocato sopra, sto andando avanti come sto andando avanti, ma non ho mollato un attimo, facendo riunioni addirittura a casa mia e qualche volta anche in ospedale. Domenica sera, quella di Milan – Parma, con Taçi, l’ultimo messaggio che ricevo è alle 21, e guardate quando fa gol Nocerino, perchè quello conta, al gol di Nocerino ricevo l’ultimo messaggio di Taci che mi dice: se vinciamo questa partita atterro questa sera direttamente a Parma. Può essere alle 21:40, quello che è. All’una di notte mi citofonano a casa, era il Presidente Kodra, che veniva a casa mia per comunicarmi che loro non avevano più intenzione di continuare questo tipo di iniziativa sul Parma. Quindi in quattro ore, con due gol del Milan, mi sembra che è passato… forse quei due gol avranno compromesso qualche cosa. A livello di indiscrezione è giusto dire che le operazioni di mercato le ho fatte io, non come ha detto Doca che Taci ha fatto l’uscita di Paletta, o le risoluzioni, perchè non è così. Allo stesso tempo da quanto mi risulta, e su questo ne sono certo, nell’atto di cessione era indicata già una due diligence e un accordo su quella che era la posizione del Parma in quel momento specifico. Quindi quello di dire che non rimaniamo perchè c’è un’esposizione o altri motivi e un qualcosa in più che sarebbe stato bene dire per tempo, perchè abbiamo perso tre mesi.

Quella domenica pomeriggio io avevo ricevuto una telefonata da un noto commercialista di Parma, che mi chiede se c’erano ancora i termini di una possibili acquisizione del Parma. Io rispondo di no perchè fino alle 21:40 ancora Taci doveva atterrare a Parma, dopo il gol di Nocerino, c’è già una cessione. Dopo questa mazzata all’una di notte, al mattino, proprio perchè ho sulla coscienza tante persone, nel senso che sono cosciente di quello che vuol dire il futuro di una società, di un’azienda che ha tante persone che ricevono stipendi, contatto di nuovo questo commercialista e faccio da tramite tra il gruppo Taci e questo nuovo gruppo che poi ora ha acquistato. Per mia consuetudine non partecipo alla trattativa, quindi non posso rispondere alle domande sulle cifre della cessione, ma si sono incontrati in uno studio di Milano e hanno concluso. Nonostante le mie difficoltà mi sono messo a disposizione per due giorni, con la neve, quello che sia e tutto il resto, perchè la mia speranza era quella di chiudere in fretta questa trattativa visto che mi era stato comunicato che non volevano più andare avanti.

La prima cosa che ho fatto, nel momento della chiusura, mi sono dimesso dal CdA, perchè mi sembra giusto che questa nuova proprietà abbia il massimo dei poteri e non sia assolutamente condizionata, ma allo stesso tempo ho dato ancora di più continuità di assistenza, cosa che farò in questi giorni, proprio perchè mi sembra doveroso più che per me per tutti gli altri. Ho assistito come tutti alla conferenza del nuovo proprietario, ho preso atto e attendo come tutti, e spero, che ci sia un buon esito per il bene di questa società. Se poi mi domandate se ho pensato alle dimissioni, rispondo che ci ho pensato, soprattutto quando non stavo bene, anche nel rispetto della mia famiglia, ma il senso di responsabilità verso tutte le persone del mondo Parma mi hanno sempre indotto a non farlo, e questo è il motivo per cui io sto ancora qui. Con troppa semplicità ho sentito autorevoli voci andare in televisione e dichiarare che la cosa migliore sarebbe quella che il Parma fallisse. Ma queste persone considerano cosa vuol dire per chi è dipendente, per chi ha una famiglia, cosa vuol dire questo? (Il riferimento è a quanto detto da Luca Baraldi a Agorà, ndr). Si fanno un esame di coscienza come me lo sono fatto io e come faccio tutti i giorni? Hanno mai pensato a quello che succede all’indotto Parma, dichiarando questo? E si parla della data limite del 16, la realtà è invece un’altra: bisogna portare rispetto, perchè c’è il tempo per fare tutto. Il male quale sarebbe? E non lo dico per portarmi avanti, perchè questa nuova proprietà ha detto che pagherà entro il 16, ma anche che fosse, il Parma deve lottare fino all’ultimo secondo che non succeda quello che non è giusto che succeda. C’è troppa facilità nel parlare in questo senso, troppo poco rispetto nei riguardi di chi lavora da tanti anni in questa società. Troppo facile farsi pubblicità, andare in televisione, non so per quale motivo, forse per trovare altri lavori.

Io mi sento di ringraziare i dipendenti, i consiglieri di minoranza, i calciatori, gli allenatori, lo staff ma soprattutto le persone che mi hanno voluto bene e me l’hanno dimostrato. Tanti mi hanno voltato le spalle. La mia famiglia è inutile che lo dico. Non so quale sia il mio futuro al Parma e quanto durerà, non penso tanto. Mi dispiace soprattutto per i tifosi che hanno dimostrato in questo momento, e non è retorica, che sono l’unica realtà ed il più bel patrimonio di questa società”.

A loro, Pietro, dispiace o spiegamento di forze di polizia convocate a Collecchio. Forse ancora non hai capito che siamo civili, seppur incazzati. Magari feriamo di penna, ma sicuramente non di armi.

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