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Tar: gli avvocati di Parma contro la chiusura

L’ordine degli avvocati di Parma prende nettamente posizione contro la chiusura della sede cittadina del Tar.

Lo fa per bocca del suo presidente Ugo Salvini che, in attesa del 16 febbraio quando potrebbe essere scritta l’ultima parola sulla vicenda, boccia su tutta la linea la possibile soppressione.

Una posizione che il presidente aveva espresso con una lettera inviata ai parlamentari, già il 18 luglio 2014, e rilanciata con forza oggi, alla vigilia dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.

Salvini evidenzia da un lato la diseconomicità dell’operazione, e dall’altro il peggioramento complessivo della macchina della giustizia sul territorio, ricordando che i Tar sono “gli ultimi presidi di controllo rimasti all’attività della pubblica amministrazione”.

Vista la produttività della sede parmigiana, questa non solo non dovrebbe essere soppressa, ma dovrebbe aggregarsi a Modena, ritiene il presidente degli avvocati.

Per Salvini, dunque, “non è in alcun modo condivisibile la considerazione che mediante le soppressioni si conseguirebbero rilevanti risparmi.

E a maggior ragione per la sede di Parma, posto che l’attuale sede del Tar di Bologna, per accogliere l’organico e la documentazione proveniente da Parma, dovrà reperire altri locali con un inevitabile incremento di spese che andrebbero ad aggiungersi alle spese ed ai disagi del trasferimento”.

Inoltre, il Tar di Parma “se dovesse rimanere, potrebbe ridurre già nel breve le attuali spese, peraltro già coperte dal contributo unificato, senza che ciò comporti di servizi connessi al trasferimento”.

L’ordine degli avvocati di Parma, prosegue Salvini, “ha sempre ritenuto che la rapidità delle decisioni della magistratura costituisca un valore di giustizia per i cittadini tutti ed è anche un valore economico”. Infatti “come si evince dalla relazione annuale il tar di parma ha un’altra produttività con tempi ridotti di decisione. E ciò potrebbe eventualmente indurre a rivedere l’ambito territoriale di competenza estendendolo anche alla provincia di Modena. Ciò comporterebbe l’indubbio vantaggio di alleggerire il carico di lavoro del Tar di Bologna che potrebbe così ulteriormente ridurre i suoi tempi decisione”.

In terzo luogo, “dopo che sono stati abrogati i controlli preventivi sugli atti delle pubbliche amministrazioni, oggi i Tar sono rimasti uno dei pochi presidi di legalità dell’azione amministrativa, non potendo di certo pensare di delegare il controllo alle procure e alla Corte dei conti, che spesso intervengono a distanza di anni e con le frequenti note prescrizioni”.

E’ necessario pertanto “cercare di preservare questi presidi soprattutto nelle vicinanze dei luoghi di esercizio dell’attività amministrativa”. E questo, perché “la vicinanza del giudice di primo grado infonde un maggior senso di sicurezza ai cittadini alle imprese, che in presenza di attività che ritengono lesive su di loro diritti o interessi hanno la consapevolezza di potersi rivolgere per loro tutela ad un giudice che non è lontano, è facilmente accessibile, e rapido nel assumere le decisioni”. A ciò “si aggiunge un effetto dissuasivo preventivo nei confronti di chi intende praticare l’illegittimità”.

Inoltre, per Salvini, “non si può dimenticare che la distanza del giudice determina un rilevante incremento dei costi per l’accesso alla giustizia amministrativa introducendo un elemento ulteriore di dissuasione all’accesso alla giustizia, il che non corrisponde certo ai principi fondanti uno stato civile e democratico”. Con la soppressione dei Tar, insomma, “la giustizia sarebbe quindi sempre meno accessibile ai cittadini e soprattutto alle fasce più deboli”.

Il nostro sistema di giustizia, afferma in definitiva Salvini, “è sicuramente malato, ma la soluzione non è nè da un lato la logica dei tagli lineari, nè dall’altro le riforme che aumentano i costi di accesso alla giustizia  disincentivando il suo utilizzo”. La soluzione “sono riforme che impongono, anche in modo stringente tempi brevi e certi. Questo, per restare al mero dato economico, avrebbe effetti ben più rilevanti rispetto alle ipotetiche poche migliaia di euro discendenti dalla soppressione delle sezioni staccate dei Tar”.

Una giustizia rapida, conclude il presidente dell’ordine forense, “favorisce gli investimenti evitando che cittadini ed imprese devono attendere anni per sapere se possono, o non possono, attuare il loro investimento o il loro progetto”.

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