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Parma umiliato anche dalla Sampdoria, inspiegabili i cambi di Donadoni. Taçi che farà?

La differenza tra giocare a calcio e provarci. La differenza tra un allenatore con le idee chiare e uno che non sa che pesci pigliare. La differenza tra una squadra e un accumulo di identità senza idee, spinte solo dal cuore (nemmeno tutte). La differenza tra chi ha giocato due tempi, e chi ne ha stentato uno crollando nel secondo. La differenza, tra, nell’ordine, Sampdora e Parma, Mihailovic e Donadoni. La differenza, fatta dai due gol, di Bergessio e di Soriano, che fanno volare la Doria e affossano, ammesso fosse possibile, ancora di più il Parma. Ora sarebbe interessante capire che intenzioni ha Taçi. Cambio in corsa? Donadoni non pare più in grado di gestire e guidare la squadra…

PARTERRE D’ECCEZIONE – Sarà la giornata di sole, sarà il nuovo entusiasmo e un po di curiosità intorno al Parma che sta nascendo, ma al Tardini si registrano presenze illustri: Pasquale Giordano, indicato da Tommaso Ghirardi come presidente “in pectore” del Parma, Anika Taçi, sorella di Rezart, la fidanzata dello stesso e il suo uomo di fiducia, il ventinovenne Tino Taho. Come dire che il CEO albanese sta prendendo possesso di stadio, società, idee. FORMAZIONI – Donadoni manda in campo dal primo minuto il neo arrivato Nocerino, in difesa Costa viene preferito a Cassani, in attacco Bidaoui affianca Cassano. Mihailovic in attacco sceglie Bergessio ed Eder, solo panchina per Okaka, sulla trequarti spazio a Soriano.

PRONTI – VIA – Ed è la squadra ospite a spingere di più. Bergessio chiede un rigore al terzo dopo un piccolo contatto con Mauri, ma Gervasoni lascia correte. Paletta e Lucarelli dietro sbagliano parecchio, ma i doriani all’ultimo tocco non ne aprofittano, il Parma prova a affacciarsi al decimo ma prima Bidaoui, poi Lodi, finiscono in offside. Al 13esimo tocca ai ducali reclamare per un contatto sospetto Bidaoui – Romagnoli al limite, ma il direttore di gara lascia correre e la gara si assesta su una calma apparente fino al 21esimo quando Duncan si accentra e chiama Mirante al miracolo. Quattro minuti il miracolo lo fa Viviano: Rispoli serve Gobbi, gran botta centrale che l’estremo difensore neutralizza in due tempi. Dopo una mezza frazione di piacevole palleggio senza troppi pericoli, l’ultimo brivido se lo regala il Parma: prima per una punizione di Eder che si schianta sui tabelloni di un nulla, poi una palla persa in mezzo al campo, che lancia Soriano, a terra in area dopo un contrasto dubbio con Lucarelli. Per Gervasoni va tutto bene, ma ne segue una scaramuccia che accompagna le squadre…negli spogliatoi.

RIPRESA COL PRIMO CAMBIO – Fuori Lodi, dentro Mariga per Donadoni, un po a sorpresa, in verità. Donadoni si copre, ma rischia, al quinto, per un “petto a petto” Paletta Eder in piena area. Gervasoni lascia correre, probabilmente perchè il doriano non sarebbe mai arrivato sulla sfera. Il vantaggio della Sampdoria arriva al nono minuto: Eder si invola a destra, Gobbi sbaglia il taglio in chiusura e il brasiliano crossa in mezzo dove per Bergessio, lasciato colpevolmente solo, è facile battere Mirante gelando i ducali.

DONADONI SI AGGRAPPA A PALLADINO – Ad un primo cambio tatticamente inspiegabile, ne segue un altro volto forse a riequilibrare la squadra, ma che lascia intendere come il tecnico del Parma non sappia più che pesci pigliare, o comunque, non ci capisca più dentro nulla: fuori Nocerino, comprensibilmente insufficiente dopo mezzo allenamento coi compagni, dentro Palladino. Ma è ancora la Doria pericolosa, Eder vola via, Paletta lo stende, si prende il giallo e una punzione su cui Mirante interviene in due tempi.

LA DORIA RADDOPPIA – Al settantesimo Soriano chiude virtualmente la partita: Bergessio si invola, e in sospetto offside centra il palo in pieno, la difesa non spazza ne rinvia, arriva Soriano in corsa e insacca il 2 a 0 per gli ospiti. Donadoni, che ci capisce sempre meno, manda dentro Pozzi per Gobbi, mentre per la Samp entra l’ex, Okaka, coperto degli stessi fischi riservati qualche istante prima a Palladino. E proprio il numero 17 ducale, lanciato da Rispoli, a otto minuti dalla fine calcia alta una ghiotta occasione per accorciare le distanze. E la partita finisce così, col Parma umiliato, irriso, ultimo per sfortuna ma anche per demerito. E’ il peggior girone d’andata dall’approdo in serie A, è il peggior incubo per i tifosi.

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