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Parma, soffochiamo così

Con il dato di ieri, 54 microgrammi, si sono raggiunte a Parma le 2 settimane di aria fuorilegge.
E da 5 giorni tutte le province regionali hanno registrato valori oltre la quota limite di 50 microgrammi di polveri sottili per metro cubo di aria, con i picchi di Rimini, 116 µg/m3, Parma, 113, Reggio Emilia, 104.
Tutto il bacino padano è stato invaso a fine dicembre da una fitta nube di polveri sottili, che ha deciso di stazionarvi a lungo e nemmeno il forte vento di ieri è servito allo scopo. In realtà 11 giorni 73 valori fuori limite, 90 oltre la quota di attenzione di 40 microgrammi.
Sono dati climatici e morfologici che hanno condotto la pianura padana a diventare uno dei territori più inquinati al mondo.
A Parma gennaio è iniziato con risultati negativi record: su 11 giorni, 10 hanno superato il limite di inquinamento e il solo giorno in regola, il 5 gennaio, non lo ha superato per soli 4 microgrammi.
In dieci giorni ci siamo mangiati un terzo dei giorni fuori limite che la legge concede in un anno intero ed anche le previsioni per la giornata di oggi non sono favorevoli.
La nube parmigiana segue l’orientamento dei venti e spira verso nord est in direzione di Guastalla e non è da meno il dato del laboratorio del Paip, che misura 48 microgrammi di polveri nonostante la posizione periferica. Effetto camino, baby.
Abbiamo capito di essere ospiti di un catino accogliente.
Ciò che depositiamo nella sua aria ci viene immediatamente rimandato indietro.
Respiriamo i veleni che produciamo, dipende da noi.
Eccessivo traffico veicolare privato, industrie energivore, inceneritori, autostrade, caldaie domestiche, marmitte di mezzi desueti che continuano a transitare nei centri urbani.
E’ come per le diete: l’unica strada possibile, coerente, efficace è il mangiar bene, è l’inquinare meno.

Per fare ciò occorre ridurre le fonti di polveri sottili, significa spegnere quegli impianti inutili come le bocche fumiganti degli inceneritori, quelli delle centrali termiche a cippato, legna, pellet, lasciare le auto nei parcheggi esterni alle città e dotarsi di frequenti, puntuali, non inquinanti sistemi di mobilità pubblica.
Significa a largo raggio ripensare la mobilità di bacino per dotarsi di una infrastruttura leggera di trasporto su rotaia che sia capace di collegare periferie e centri urbani in modo da consentire e favorire l’abbandono dei mezzi di trasporto privati per scegliere metropolitane di prossimità.
Significa ridurre i consumi elettrici e energetici sostenendo le riqualificazioni strutturali degli edifici per migliorare la loro efficienza.
Significa dare priorità al tema ambientale perché è da lì che può ripartire il recupero della salute e delle economia di un territorio.
Ma le regioni sembrano invece concentrate su tutt’altro, come ad esempio utilizzare la risorsa bosco per bruciare. E’ la sindrome di Nerone, il luccichio delle fiamme.

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