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Era fuggita dopo aver investito e ucciso una ciclista, il Gip nega la custodia cautelare

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Una vita spezzata, un’altra rovinata.

A distanza di un mese dal drammatico evento, ci sono alcuni sviluppi in merito all’incidente stradale avvenuto in data 12 dicembre 2014 in via Zarotto ( nel tratto tra via Sidoli e via Traversetolo),  con esito mortale.

Dopo il sinistro, la conducente dell’auto investitrice si era data alla fuga, senza fermarsi per prestare soccorso e per assumersi le sue responsabilità. Nel giro di 24 ore, però, la Polizia Municipale era riuscita a risalire all’automobile coinvolta. Infatti, da un pezzo di paraurti trovato sulla sede stradale, si è risaliti dopo un’attenta attività di ricerca, al tipo di veicolo in questione: una Toyota Yaris blu.

La persona è stata identificata grazie al lavoro continuo che ha consentito, con gli elementi in possesso al reparto Infortunistica stradale e grazie anche alle testimonianze dei cittadini, di restringere il cerchio delle ricerche.

Si tratta di una ragazza molto giovane – S.C. le iniziali del suo nome – che è stata denunciata a piede libero.

Tutta l’attività investigativa svolta dal reparto Infortunistica stradale della Polizia Municipale è stata coordinata e delegata dalla Procura di Parma. La notizia di oggi è che il Gip ha respinto la richiesta di misure cautelari nei confronti della protagonista dell’incidente, ritenendo le esigenze cautelari presentate dalla Procura non sufficienti per assumere misure restrittive della libertà personale, anche in relazione alla giovane età dell’indagata.

Tuttavia lo stesso Gip ha apertamente riconosciuto la fondatezza delle indagini in relazione ai presupposti probatori raccolti dagli inquirenti, nonché l’esistenza di gravi indizi di colpevolezza.

La Procura sta ora valutando la possibilità di proporre ricorso verso il provvedimento del Gip, che comunque non fa venire meno l’impianto accusatorio.

A conclusione di questa fase, ecco il commento del comandante della polizia Municipale Gaetano Noè: “Ad un mese di distanza da un altro luttuoso evento che ha particolarmente colpito l’opinione pubblica – afferma Noè – ritengo doveroso sottolineare il buon lavoro svolto dalla squadra di infortunistica, che con un intenso e intelligente lavoro di indagine è riuscita in 24 ore ad individuare l’investitore, ed ha collaborato con la Procura per consolidare le prove in modo che si possa fare giustizia nel rispetto della vittima e della sua famiglia. Credo anche che il fatto che la Polizia Municipale di Parma, in due casi in pochi mesi, abbia assicurato alla giustizia due investitori che si erano dati alla fuga, possa indurre chi si trova in situazioni analoghe ad assumersi le sue responsabilità, anche alla luce del fatto che sono opportunamente all’attenzione del Parlamento inasprimenti delle pene per coloro che si danno alla fuga dopo incidenti stradali”.

ma perchè, se è stata lei ed è fuggita, non metterla in carcere, anche per dare l’esempio, dimostrare che l’omissione di soccorso va punita?

Passi tutelarne l’identità, ma lasciarla impunita, seppur la condanna non possa ridare vita a Mara Grisetti, non fa giustizia…

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