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Iren, Viero si dimette. E’ il “signor inceneritore” con due condanne per danno erariale

112509839-8019f293-c24e-45a4-80d2-22b0b9dd9f2fAndrea Viero, vice presidente di Iren, si dimette.

La multiutility lo ringrazia. Le associazioni dei consumatori, invece, che erano insorte alla sua nomina, tirano un sospiro di sollievo:

Il Consiglio di Amministrazione di IREN S.p.A. ha preso atto, in data odierna, della volontà manifestata dal dott. Andrea Viero, Vice Presidente del Gruppo e Amministratore Delegato di Iren Ambiente, TRM S.p.A. ed Iren Emilia, di procedere nel percorso, già maturato nei mesi scorsi, per un suo progressivo disimpegno nei ruoli ricoperti all’interno del Gruppo Iren. Considerata la gravosità degli impegni finora assunti ed in particolare il perimetro di attività sviluppate da Iren Ambiente insieme al desiderio di avviare nuove esperienze professionali, il dott. Viero ha quindi deciso di rinunciare da subito alle cariche di consigliere ed amministratore delegato nelle società del gruppo Iren. Per garantire una adeguata transizione sulle attività sin qui seguite, il dott. Viero manterrà la carica di Vice Presidente del Gruppo Iren, fino al 30 aprile 2015, accogliendo la richiesta avanzata in questo senso dai principali azionisti pubblici e dal Consiglio di Amministrazione di IREN S.p.A. – recita una nota del distributore.

 

LE REAZIONI DELLE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI AL TEMPO DELLA NOMINA: 

Andrea Viero, condannato per ben due volte dalla Corte dei conti per danno erariale, oggi direttore generale di Iren, 3 miliardi di debiti e l’orlo della bancarotta a poca distanza, eppure agli onori della cronaca.

“Alla luce dei risultati dell’azienda Viero è la classica figura che andrebbe rimossa per manifesta incapacità a portare la società fuori dalle sabbie mobili. Anche davanti agli evidenti stridori che continuano a provenire dal cantiere di Ugozzolo.

Primo fra tutti le tariffe che i cittadini di Parma e di tutta la provincia saranno costretti a subire per i prossimi anni (e che hanno già subito negli anni passati). Tariffe fuori mercato, impossibili da raffrontare con gli altri territori dove smaltire una tonnellata di rifiuti costa 90, 111 o 120 euro.  Com’è possibile e credibile che a Parma costi così tanto smaltire i rifiuti?

Oggi, in una situazione di mercato libero, che senso ha portare i rifiuti dove costano l’80% in più rispetto ad altri territori? Già a Bergamo hanno preso una giusta e drastica via, portare i rifiuti a Brescia, dove costa molto meno rispetto al loro territorio provinciale. Perché non adottare la stessa strategia? Il Movimento 5 Stelle, oggi impegnato a districare la difficile situazione finanziaria del Comune di Parma, rimane stupito di fronte al silenzio dei partiti davanti a una situazione come questa. Noi vogliamo difendere il diritto dei cittadini a spendere il meno possibile per smaltire i loro rifiuti.

Siamo colpiti dal fatto che nessun partito si esprima su questo passaggio fondamentale come il costo delle bollette, come se fosse dovuto non si sa bene a chi e perché. Noi vogliamo conoscere la verità fino in fondo. E’ per questo che abbiamo chiesto l’intervento della magistratura, affinché si possa fare finalmente chiarezza sul progetto dell’inceneritore che, nonostante le rassicurazioni di Viero, Parma non vuole, avendone scoperto i costi e avendo preso coscienza dei grandi rischi sanitari cui andiamo incontro, senza contare il danno che potrà causare ai marchi alimentari della nostra rinomata food valley.

Viero vuole rassicurarci dicendo che i dati delle emissioni saranno online, “sul loro sito”. Chi si assicura che il flusso dei dati non venga ritoccato? Che ci siano tutte le sostanze emesse monitorate? L’Italia è piena di situazioni in cui anche le migliori garanzie si sono poi risolte in pesanti inquinamenti del territorio e delle persone e l’Ilva di Taranto dovrebbe ormai aver fatto comprendere a tutti che chi conduce certi impianti è pronto a negare perfino l’evidenza.

Ma l’atteggiamento di Iren è evidente quando chiede un risarcimento di 28 milioni pur sapendo di non aver ottenuto né richiesto il permesso a costruire, e in questo caso non si capisce come mai il Comune di Parma (gestione Ciclosi) non abbia fatto appello al Consiglio di Stato di fronte a una sentenza assurda del Tar. Iren vuole succhiare fino in fondo tutta la polpa di Parma, anche quando si sa che non ne è rimasta. Scrive nero su bianco 51 euro di guadagno e poi di fronte all’evidenza il suo direttore smentisce che il dato fosse reale.

Lo stesso Viero che sostiene equa la tariffa del 2008 (155 euro a tonnellata) pur sapendo che era fuori mercato, addossando poi ai cittadini il ristoro ambientale concordato con i Comuni. Il piano economico-finanziario, che faceva parte dell’accordo di trasparenza sottoscritto da Iren nel 2006 davanti al consiglio comunale, non è mai stato mostrato. Le poche pagine consegnate al sindaco sono solo alcune slide senza dettaglio, impensabili come documento dal quale ottenere un finanziamento.

L’unico accordo possibile tra Iren e Parma è quello di mettere in soffitta l’inceneritore e progettare una gestione più virtuosa dei nostri materiali di scarto. Il rapporto con il territorio, già oggi molto teso, non potrà che peggiorare sensibilmente se Iren continuerà sulla sua strada senza tenere conto del clima cambiato di oggi. Non ha senso nemmeno sostenere che l’inceneritore serva al teleriscaldamento visto che a Reggio Emilia, anche senza inceneritore, si continuerà a fornire il servizio.

Come mai Andrea Viero, nominato da Graziano Delrio sindaco di Reggio Emilia, fa il pesce in barile e tace sul fatto che a Reggio con più rifiuti sono riusciti a costruire un sistema alternativo basato su raccolta differenziata, trattamento meccanico-biologico e la “fabbrica dei materiali” ideata dall’assessore provinciale Mirko Tutino? Forse perché Viero proprio contro Tutino ha avuto un duro scontro? Viero si rassegni: il Comune maggiormente rappresentativo della provincia di Parma non vuole l’inceneritore e vuole avviare alternative virtuose.

L’inceneritore è una grande bufala, a cui nessuno crede più, nonostante le interviste virtuose. Ma forse tutto si spiega col fatto che in realtà Viero è uomo del Pd, inserito appositamente per collocare sulle giuste poltrone le giuste persone. Forse tutto si risolverebbe se guardassimo da una giusta angolazione anche l’inceneritore e facessimo lo sforzo di gettare un po’ di luce su questa società così ramificata e inserita nei gangli della politica partitica.

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