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Protesta in provincia: no ai premi, si agli stipendi

I dipendenti della Provincia di Parma hanno manifestato oggi davanti alla sede di viale Martiri della Libertà contro i pesanti tagli subiti dalle Province e l’incertezza per i loro posti di lavoro.

Nei giorni scorsi, la Provincia aveva ammesso di non sapere se l’anno prossimo ci saranno i soldi per pagare gli stipendi per tutto l’anno. La manifestazione si è tenuta in concomitanza con una seduta del Consiglio provinciale e i dipendenti sono riusciti a far leggere una loro lettera nel consesso, firmata da decine di persone. Oggi in provincia si sarebbe dovuta tenere anche l’Assemblea dei sindaci, ma è stata rinviata alla prossima settimana.

La lettera è stata letta direttamente dal presidente Fritelli. In sostanza, i lavoratori chiedono una revisione delle posizioni organizzative e del salario accessorio, per garantire a tutti almeno il salario tabellare, ripartendo equamente i sacrifici imposti.

“Da parte nostra – commenta Fritelli – vi è la totale disponibilità ed attenzione a dialogare con le organizzazioni sindacali per avviare un processo di revisione e redistribuzione dei carichi e delle competenze di questo ente, oltre che un processo di eventuale mobilità di dipendenti verso gli altri enti del territorio. Questa amministrazione farà la sua parte, ma ha bisogno del completamento normativo”.

“Non siamo ancora in grado di valutare pienamente gli effetti del decreto sul personale – ha dichiarato il consigliere Paolo Bianchi , che ha la delega al Bilancio al Personale -, perché mancano dei tasselli importanti: la legge delega del governo e il riordino della Formazione professionale e dei servizi per il lavoro e quello delle forze di polizia. Inoltre non si conosce chi dovrà gestire le materie delegate, poiché ancora la Regione non l’ha definito. E le funzioni trasferite dovrebbero portarsi dietro il personale. La legge di stabilità, dovrebbe anche prevedere dei prepensionamenti con la normativa pre-Fornero, e aspettiamo la Conferenza Stato – Regioni sulle funzioni. Quanto richiesto dai dipendenti potrà essere utilizzato per garantire almeno il salario tabellare”.

Mentre fuori dal palazzo le bandiere sventolavano e i fischietti rompevano l’aria fredda di dicembre, all’interno la questione è stata discussa dai consiglieri. A parole, sono tutti dalla parte dei lavoratori. Si vedrà nei fatti se i nostri politici sapranno mantenere le posizioni. Gianpaolo Cantoni ha spiegato che l’organico della Provincia va mantenuto anche per riuscire a svolgere quelle funzioni richieste dai Comuni in forma associata, funzioni che i singoli Municipi non sono in grado di garantire da soli, ad esempio la Centrale unica di committenza o l’accesso ai fondi UE.

Gianpaolo Serpagli e Giuseppe Conti hanno lodato l’attaccamento al lavoro dei dipendenti di Piazzale della Pace e la loro capacità di dare risposte al territorio nel corso degli anni. I tagli? Colpa di Roma e di Bologna: “Abbiamo le funzioni, ma non le risorse per esercitarle”, ha detto Serpagli.

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