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Parma Calcio, Donadoni: “Prima della maglia onoriamo noi stessi”

Euro 2008 - Italia SpagnaDonadoni si è seduto oggi in Sala Stampa dopo due settimane. 14 giorni che in dote si sono portati il 7-0 di Torino, e le miriadi di voci legate alla cessione societaria ed alle difficoltà economiche di un club che ora, però, ha bisogno di pensare solo al campo.

Ecco le sue parole:

“Due settimane turbolente? Noi abbiamo solo un obbiettivo, che è quello di vincere assolutamente la partita di domani, questo è il nostro motivo principale. Il resto delle cose non dipendono da noi, possiamo solo scendere in campo e conquistarci una posizione di classifica più adeguata. Arriva un avversario che sta facendo bene, che ha il nostro obbiettivo, ovvero quello di salvarsi. Il futuro dipende da noi? Il fatto che questa sia una società gloriosa credo che questo si sia confermato con quello che questa squadra ha fatto negli ultimi anni, e c’è grande desiderio di continuare questa tradizione. Tutto quello che può accadere al di fuori ci interessa fino ad un certo punto. Noi abbiamo un compito: andare in campo e cercare di prevalere sull’avversario, il resto diventa una conseguenza logica che non so cosa possa determinare, ma noi dobbiamo avere questo desiderio forte, a maggior ragione vista la situazione“.

“Se il gruppo ha fiducia nella dirigenza? Noi non dobbiamo disperdere energie in discorsi che non ci danno nulla. Noi dobbiamo concentrare gli sforzi e le energie in un obbiettivo, e non nel capire se c’è feeling tra Donadoni e Tizio, oppure tra Donadoni e Caio. Tutto il resto spetterà a chi di dovere, ma non ci dobbiamo pensare. I problemi societari hanno distolto l’attenzione dal 7-0 di Torino? Credo che sia una domanda assurda, è un controsenso. Il Presidente è venuto a trovarci ieri, è stato con noi, ha parlato con la squadra. Questo è stato positivo e di questo lo ringraziamo. Ora la palla è tra i nostri piedi, e dobbiamo dare una dimostrazione diversa da quella vista a Torino, perchè non può essere vera una squadra che affronta una squadra, seppur forte come la Juventus, ed esce dal campo con un risultato del genere”.

donadoni1“L’aspetto psicologico non è un discorso che affronto dopo partite come quelle di Torino. Se riduciamo tutto in funzione di un risultato, vuol dire sbagliare completamente a fare il proprio mestiere. Io ritengo di capire qualcosa del mio mestiere, e quindi l’aspetto psicologico va di pari passo a tutti gli altri aspetti, come quello fisico, o atletico. Mirante non si è allenato per questi problemi alla schiena, Lucarelli ha avuto un fastidio, Acquah è tornato solo ieri, quindi sono tutti aspetti che mi portano a fare dei ragionamenti, e le mie valutazioni le farò dopo la seduta di oggi pomeriggio. In campo domani ci vogliono dei giocatori che dal punto di vista fisico siano al top, al meglio della condizione”.

“Dover vincere a tutti i costi non cambia nulla. Non è che per questo faccio dei ragionamenti diversi, bisogna sempre vincere a tutti i costi. L’avversario ti può mettere in difficoltà, e far cambiare determinati concetti. Ma noi dobbiamo andare in campo sempre per fare i tre punti, e non è che questa partita è diversa dalle altre. Questi punti sono importanti per la nostra classifica, ma l’atteggiamento dev’essere sempre lo stesso, altrimenti il risultato non lo fai mai. Mariga è un giocatore che ha necessità di crescere molto dal punto di vista fisico, proprio per risolvere i problemi che ha avuto. Chi ha visto gli spezzoni che lui ha fatto si può rendere conto. Sono valutazioni oggettive che vanno fatte, e ripeto il concetto di prima: domani serviranno giocatori che dal punto di vista fisico siano al meglio della condizione“.

“La lettera dei giocatori dimostra il fatto che non ci sono alibi e può essere un problema? Sarò impopolare, ma i giocatori non devono giocare per onorare questa maglia, devono giocare per onorare la propria professionalità. Se uno non ha questo obbiettivo, tutto il resto sono chiacchiere, solo discorsi. Se vado in campo cercando di dare il meglio nel rispetto di me stesso, allora diventa molto facile onorare la maglia che si indossa. Tutto il resto per me diventa retorica. E’ come quando si dice: “qual è la persona a cui vuoi più bene”, e può sembrare egoista ma sono io. Come posso voler bene agli altri se non voglio bene a me stesso? Prima bisogna dare il massimo per sè stessi, e grazie a questo si riuscirà a dare il massimo nei confronti della maglia, e di tutto il resto“.

“Le voci sulla cessione? Io non posso decidere nulla, non so se il Presidente stia facendo operazioni di questo tipo, e se le sta facendo è giusto che lo faccia con estrema tranquillità, e soprattutto con la coscienza che certe cose debbano rimanere tra lui e l’altro eventuale interessato. Non dev’essere tutto di dominio pubblico, soprattutto se le chiacchiere tendono a distruggere e disfare tutto. Il Presidente ha sempre tirato fuori i soldi, cercando di pagare tutti, mentre quelli che stanno fuori sono sempre pronti a puntare il dito, anche se con i soldi degli altri è facile. Serve maggiore rispetto. Poi si può criticare, ma critiche destinate a denigrare non sono positive. Che ambiente troveremo al Tardini? Credo che questo ci deve interessare fino ad un certo punto. Nel momento in cui saremo bravi a pensare solo al campo riusciremo ad avere un piccolo vantaggio in più per prevalere sull’avversario. Se invece penseremo a ciò che accade fuori è facile che ci sia una distrazione durante un calcio d’angolo o una punizione, e questo sarebbe deleterio per tutti“.

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