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Torrechiara: fascino e leggenda di uno dei borghi più belli d’Italia

Il castello di Torrechiara è un maniero quattrocentesco caratterizzato da linee medievali e rinascimentali. SI trova collocato sulla cima di un colle  panoramico tra Parma e la Val Parma, sopra Langhirano.

Fu voluto dal conte Pier Maria II de’ Rossi quale possente struttura difensiva ed elegante nido d’amore per sé e l’amante Bianca Pellegrini:  è considerato uno dei più notevoli,  scenografici e meglio conservati castelli d’Italia.

Dal 1911 è monumento nazionale italiano  tutelato dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo in consegna al Polo museale dell’Emilia-Romagna.


L’originaria fortezza di Torchiara fu costruita in epoca medievale: la prima testimonianza risale al 1259, quando il podestà di Parma ne deliberò l’abbattimento perchè utilizzato dai ribelli come rifugio e base d’attacco alla città.

Già menzionato nel XI secolo come Torclara, il Castello di Torrechiara fu poi ricostruito tra il 1448 e il 1460 da Pier Maria Rossi in onore dell’amata Bianca Pellegrini, divenendo sontuosa dimora.

Il castello conserva perfettamente la sua mole di epoca tardomedievale a forma quadrata, compresa tra quattro torri e imponente cortina muraria merlata. Vi si accede tramite una lunga entrata coperta che conduce al cortile d’onore, dove è collocata la piccola chiesa di San Nicomede il cui portone è borchiato con i monogrammi di Bianca e Pier Maria.

All’interno, l’antica cucina, la stanza di Giove, del Pergolato, dei Paesaggi, della Vittoria, degli Angeli, del Velario e degli Stemmi presentano affreschi realizzati in epoca sforzesca da Cesare Baglione. Al piano superiore spicca la sala Degli Acrobati, decorata da artisti della scuola del Baglione e dal Paganino.

Particolare attenzione merita la Camera D’Oro, il cui nome deriva dalle foglie di oro zecchino che un tempo rivestivano le formelle alle pareti. La stanza conserva ancora oggi un raro ciclo di affreschi attribuito a Benedetto Bembo raffigurante scene del rituale dell’amore cavalleresco e la celebrazione del legame tra Bianca e Pier Maria. Vi si riconoscono gli stemmi dei due amati, due cuori con le frasi Digne et in aeternum (degnamente e in eterno) e Nunc et semper (ora e per sempre), a testimonianza dell’eternità del loro amore terreno. La Camera d’Oro si affaccia su un ampio loggiato realizzato a fine Quattrocento, quando il castello perse le originarie funzioni militari e si trasformò in dimora.

Nel corso del XX secolo l’edificio fu scelto quale set di noti film storici, tra cui nel 1937 Condottieri, di Luis Trenker, e nel 1985 Ladyhawke, di Richard Donner.

Il terremoto del 23 dicembre del 2008 causò numerosi danni al maniero, in particolare alle mura esterne della torre di San Nicomede e alla merlatura di coronamento; alcuni ambienti furono immediatamente chiusi e nel 2009 furono effettuati i lavori di consolidamento strutturale della struttura. Fu successivamente ristrutturato l’oratorio di San Nicomede al livello terreno, ove fu ricostruito il solaio di copertura crollato agli inizi del XIX secolo; al piano nobile fu così ricreata e restaurata l’originaria sala della Sera, posta al termine dell’infilata delle sale dell’Aurora, del Meriggio e del Vespro; gli ambienti furono riaperti al pubblico nel 2014

 

 

Il castello si erge a quota 278 m s.l.m. sulla cima di una collina terrazzata, è su pianta rettangolare attorno alla Corte d’Onore centrale, con quattro torrioni quadrangolari posti alle estremità; è circondata dalla tripla cerchia muraria in pietra, modificata alla fine del XVI secolo: la più esterna, demolita, attorniava la collina; quella intermedia, abbassata, cinge il borgo esteso a nord del castello; la più interna, in parte sopraelevata, lo contorna.

L’edificio è inoltre accerchiato da un doppio fossato, valicato in origine da due ponti levatoi: rivestito in pietra oltre che in mattoni sulla sommità delle torri, si innalza su alte scarpate, appositamente realizzate per motivi strutturali e soprattutto bellici.

L’accesso, originariamente collocato a nord-ovest, in prossimità della torre del Rivellino e dell’imponente torre del Leone, fu in seguito spostato a nord-est: il massiccio torrione d’ingresso in pietra, addossato alla seconda cerchia muraria, presenta verso l’esterno due diversi portali: quello più piccolo, ad arco a tutto sesto, era in origine destinato ai pedoni; quello più ampio, ad arco ogivale, serviva al passaggio dei carri e dei cavalli.

Dei due distinti ponti levatoi si conservano solo le tre alte fessure che ne ospitavano i bolzoni. In sommità sono poste perimetralmente le aperture ad arco ribassato tra gli antichi merli a coda di rondine, coperti dal tetto.

Sul lato ovest del piccolo spiazzo, su cui si affaccia la chiesa di San Lorenzo, si innalza la porta di nord-est, che attraverso una ripida rampa coperta, accessibile attraverso il portale ad arco a tutto sesto, conduce al primo cortile; il lungo edificio, nato originariamente come torre, è caratterizzato dalla presenza dei beccatelli al centro della stretta facciata d’ingresso, modificata in sommità, ove ancora si distinguono all’interno del paramento murario gli antichi merli ghibellini.

Il castello è dotato di cinque massicce torri quadrate, quattro delle quali poste alle estremità del Cortile d’Onore; le strutture sono tutte caratterizzate dalla presenza, in sommità, della fascia di alti beccatelli con caditoie, a sostegno dei camminamenti chiusi perimetralmente da merli ghibellini coperti da tetto.

Sono: la Torre del Rivellino, la torre del Leone, la Torre ddel Giglio, Torre San Nicomede e della Corte d’Onore.

CURIOSITA’ E PECULIARITA’

La Camera d’Oro, la più famosa stanza all’interno del castello, occupa l’intero primo piano della torre omonima, quella di nord-est. Era la camera da letto di Pier Maria Rossi, che la fece affrescare dal pittore Benedetto Bembo (1420 ca.-1495) nel 1452.

La stanza doveva avere anche funzioni di studiolo privato come sembrerebbe essere dimostrato dalla diversa decorazione presente nella parte dell’angolo a nord- est. Sulle pareti sono dipinte figure storiche e mitologiche con cui Pier Maria condivideva valori e virtù: Sansone ed Ercole, simboli della forza fisica, e Virgilio e Terenzio, simboli dell’importanza della cultura e dell’intelletto.

La camera era così chiamata in virtù della decorazione a foglie d’oro che ricopriva le formelle in cotto che rivestono interamente la stanza. La decorazione non è oggi più presente perché all’inizio del XX secolo l’allora proprietario, Pietro Cacciaguerra, asportò l’oro e disperse tutti gli arredi originali. Sulle formelle sono presenti cinque motivi diversi: arabeschi intrecciati su uno sfondo di tralci di mirto, pianta sacra a Venere, dea dell’amore, creano un disegno a scacchiera lungo le pareti.

A questi vengono alternati gli stemmi di Pier Maria (il leone rampante) e di Bianca (un castello sull’acqua tra due bordoni da pellegrino), una formella con due cuori sovrapposti sormontati dal motto in latino “digne et in aeternum” e un’altra dov’è rappresentata una M in stile gotico (lettera che per la grafica può ricordare le lettere M e B sovrapposte) con un nastro con la scritta “nunc et semper”, a celebrazione dell’amore di Bianca e Pier Maria.

La decorazione della volta è considerata una delle più eleganti e complete rappresentazioni quattrocentesche dell’amor cortese ed è piuttosto insolita, poiché nelle stanze da letto dell’epoca si trovano quasi esclusivamente decorazioni di tipo religioso.

Nelle quattro vele della volta a crociera è raffigurata Bianca, identificabile per la veste, il bastone, la conchiglia e le chiavi da pellegrina, per creare un gioco allusivo con il suo cognome, che attraversa uno ad uno tutti i luoghi in cui sorgono castelli del feudo rossiano in cerca dell’amato. Ognuna delle rocche e dei borghi è identificata con il nome, e ricreata con particolari realistici sia per quanto riguarda le strutture sia per l’ambientazione geografica.

Nelle lunette laterali viene celebrato l’incontro dei due amanti attraverso quattro scene: nella lunetta est i due si ritrovano colpiti dai dardi di un Cupido bendato, simbolo dell’amore cieco; nella lunetta sud, secondo un rituale cavalleresco, Pier Maria dona la sua spada a Bianca, in segno di assoluta sottomissione; nella lunetta ovest Bianca fa dono all’amato di una corona d’alloro, simbolo di fedeltà e di elevazione morale.

Nella lunetta nord, l’ultima del ciclo, vengono rappresentati Bianca e Pier Maria affiancati dai rispettivi castelli di Roccabianca e San Secondo, con al centro il Castello di Torrechiara, il loro nido d’amore.

Dalla stanza si accede ad una loggia panoramica, realizzata fra il XVI e il XVII secolo, aperta sulla valle sottostante.

Leggende – Come ogni castello anche quello di Torrechiara porta con se una leggenda. 
La leggenda popolare racconta la grande storia d’amore tra Pier Maria Rossi e la duchessa Bianca Pellegrini, trascorsa soprattutto nel castello di Torrechiara, dove i due erano andati a vivere. Secondo la leggenda, il fantasma del conte Rossi, durante le notti di plenilunio, si aggira nei pressi del castello, e ritorna spesso sul Rio delle Favole, strada che conduce all’ingresso della fortezza, recitando un motto dedicato all’amata : Nunc et semper (Ora e sempre). Il motto è rintracciabile anche nell’affresco della “Camera d’oro”, fatta costruire dal conte per lui e l’amata, precisamente sul nastro che lega i cuori dei due,sui quali sono effigiate le loro iniziali.

Location di film – Il castello è stato location nel 1937 degli esterni del film storico di Luis Trenker Condottieri, ispirato alla figura del soldato di ventura e condottiero Giovanni dalle Bande Nere.

Il castello di Torrechiara è stato poi usato come set cinematografico di film in costume, come ad esempio Ladyhawke di Richard Donner, interpretato da Michelle Pfeiffer, Matthew Broderick e Rutger Hauer.

Iniziative ed eventi:

Due cuori e…un castello (febbraio)
Settimana della Cultura (aprile)
Giorno di Festa a Corte, vita di Borgo (2 giugno)
Festival di Torrechiara (luglio- agosto): rassegna musicale

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