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Ospedale Vecchio: nessun “vantaggio” alla Pizzarotti. La Procura chiede l’assoluzione per mancanza di prove

Ospedale vecchioPotrebbe chiudersi con un nulla di fatto la lunga, complicata e annosa vicenda giudiziaria legata ai presunti abusi d’ufficio per il project-financing dell’ospedale vecchio, in Via D’Azeglio, pieno cuore dell’Oltretorrente.

Imputati, l’ex vicensindaco Paolo Buzzi, il responsabile unico del procedimento Giampaolo Monteverdi e l’ex assessore ai Lavori Pubblici Giorgio Aiello, mentre erano già stati rinviati a giudizio e verranno sentiti nella prossima udienza Paolo Pizzarotti e Aldo Buttini, titolare e amministratore delegato del’omonimo colosso delle costruzioni.

L’accusa ha chiesto l’assoluzione delle parti: troppo contraddittorie le prove, “scarsine” per reggere l’accusa che fossero intercorsi accordi tra pubblico e privato per far si che l’appalto andasse alla Pizzarotti.

Gli avvocati difensori, hanno affermato che il fatto non sussiste chiedendo l’assoluzione piena.

unknown-1STORIA DI UN’INCHIESTA INIZIATA NEL 2001 – Tutto ebbe inizio nel 2001, quando il comune di Parma bandì un concorso per riqualificare alcuni monumenti di interesse storico per la città attraverso il project financing.

Nel dicembre 2003, l’assegnazione dell’appalto “Ospedale Vecchio” all’Ati Pizzarotti-Foglia, che aveva presentato una delle tre proposte per realizzare l’opera in concessione di costruzione e gestione: questa prevedeva, fra le altre cose, la realizzazione di un hotel nel plesso.

Nel marzo 2005 il progetto preliminare venne sottoposto al Comitato tecnico-scientifico del Ministero per i Beni e le Attività economiche, ma due mesi dopo, a seguito di un ricorso amministrativo presentato nel luglio 2004 da parte dell’associazione Monumenta, capeggiata dall’avvocato Arrigo Allegri, venne concessa dal Tar la sospensiva al progetto e la decisione fu replicata alcune settimane dopo per un altro ricorso con capofila l’Associazione Italia Nostra.

Nell’autunno 2005 l’amministrazione comunale diede l’incarico all’Università di Parma: obiettivo, redarre un documento di analisi storico-critico dell’Ospedale Vecchio, poi inoltrato al comitato tecnico-scientifico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Nel frattempo il comune richiese alla Ati Pizzarotti-Foglia di adeguare il progetto secondo le critiche emerse dall’analisi storica. Adeguamento che venne presentato nel marzo 2006, fino ad arrivare, nel novembre 2006, l’ok della Sovrintendenza per i beni architettonici, seppure con le osservazioni integrate dal comitato tecnico scientifico.

Seguirono anni di battaglie e controbattaglie, la Giunta Vignali che prese il posto di quella Ubaldi, lavori fermi, perizie, controperizie.

Poi, il sequestro dell’immobile e l’iscrizione nel registro degli indagati 14 persone, tra cui 11 ex assessori: era il 30 settembre 2011, in pieno crollo della Giunta Vignali.

Nel 2013, il proscioglimento di nove indagati, l’accusa di abuso d’ufficio per i restanti cinque. Nell’occhio del ciclone, una delibera di Giunta del 2010 che prevedeva un “aggiustamento” delle condizioni economiche a seconda delle variazioni di mercato, a tutela dell’impresa aggiudicataria e a sfavore dell’Amministrazione: pareva tagliata su misura del colosso.

Pareva, perché ora sembra tutto troppo indiziario per arrivare a condanne, nonostante il Comune di Parma, che si è costituito parte civile, abbia chiesto il risarcimento di un milione di euro.

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