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Omicidio di Alessia della Pia: è caccia all’uomo. Jella doveva essere espulso dall’Italia a settembre

1449574455780.jpg--mohamed_jellasere_espulsoE’ caccia all’uomo accusato di aver uccisio Alessia Della Pia, la 39enne parmigiana trovata morta domenica nell’androne del suo palazzo, in Via Dei Bersaglieri 7, Cinghio Sud.

Il compagno, che l’avrebbe  brutalmente picchiata e uccisa, è ricercato per omicidio volontario.

Polizia e Carabinieri stanno proseguendo nella caccia dell’uomo che ha numerosi precedenti per droga ed ora è ricercato in tutta Italia: per ora sono stati passati al setaccio, senza esiti, locali e ambienti frequentati dai connazionali.

SUL TUNISINO PENDEVA UN FOGLIO DI VIA MAI ESEGUITO – E la vicenda si arricchisce continuamente di dettagli che la rendono più cupa e assurda: sulla testa di Mohamed Jella, dal 14 settembre, pendeva un ordine di espulsione emesso dal questore di Ferrara.

Una lettera di via firmata 24 ore dopo l’uscita dell’uomo dal carcere della città romagnola, ma della quale, ovviamente, Jella non si è preoccupato troppo. In fondo, avrebbe avuto una settimana per andarsene, ma nessuno ha proceduto all’allontanamento coatto, pratica abbastanza desueta, e lui non ha fatto altro che spostarsi a Parma.

Dove, in uno scenario che ogni giorno emerge più violento e agghiacciante, fatto di gelosie, tradimenti e botte ricorrenti (c’è chi racconta che il tunisino portasse spesso a casa una giovane donna dai tratti orientali, e riempisse di botte pure lei), domenica ha probabilmente ucciso Alessia Della Pia, secondo i primi rilievi del medico legale, a calci pugni e colpi di mattarello.

I FATTI – Riversa a terra, nell’androne del condominio di Via Bersaglieri 7, all’estremità sud del quartiere Montanara, dove abitava da un paio di settimane insieme al compagno.

E’ stata trovata così Alessia Della Pia, 39 anni, parmigiana, assassinata forse proprio dall’uomo che amava, Mohammed Jella, nordafricano, ora, secondo le prime indiscrezioni, in fuga.

 

Si erano trasferiti da una quindicina di giorni nel palazzo popolare del Comune, gestito da Acer, un casermone nel budello del Cinghio Sud. Un palazzone di gente che va e viene “qua vediamo di tutto – lamentano i vicini – tossici, stranieri, prostitute cambiano sempre gli inquilini, e ogni volta è peggio”.

Qualcuno parla di continue liti tra i due, grida e porte sbattute. La sola certezza è il cadavere della donna trovato a pochi passi dalla porta d’ingresso del palazzo, coi capelli bagnati.

Secondo una prima, sommaria, ricostruzione, sarebbe stato proprio il compagno a chiamare il 118, per poi far perdere le proprie tracce. I paramedici, dopo averne constatato il decesso, hanno allertato i carabinieri.

Sul corpo non sarebbero state rinvenute ferite da arma da taglio, ma varie ecchimosi e contusioni che lascerebbero pensare che l’uomo possa aver strattonato la donna, facendola cadere dalle scale, o averla colpita a morte in casa, trascinandola poi giù, fino alla porta. O forse, che lei stesse tentando di sfuggire dal proprio aguzzino, ma sia stata raggiunta nei pressi dell’uscita.

Spetterà dunque all’autopsia stabilire la causa della morte.

Del femminicidio, per la precisione.

Per leggere i dettagli, fare clic qui.

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