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Per la prima volta in mostra i disegni del bussetano Lupatelli alias Tony Wolf: ha incantato milioni di bambini con “Le storie del Bosco”

di Arianna Belloli

Con le sue tavole e illustrazioni ha incantato milioni di bambini dagli anni ’50 sino ad oggi. Antonio Lupatelli, in arte Tony Wolf, svela a Cremona, in mostra nelle sale espositive di Santa Maria della Pietà, il suo mondo fatto di personaggi fiabeschi e animali, che vanno dalle celebri “Le storie del bosco” ai personaggi Pingu e Pando.

Dal 2 dicembre al 28 gennaio, “CIAO – Mostra internazionale di illustratori contemporanei”, è occasione unica perché per la prima volta in assoluto vengono esposte al pubblico le opere originali di Lupatelli.

L’87enne Lupatelli alias Tony Wolf è stato anche, in occasione della mostra, presidente della giuria del concorso “Ciao”: l’associazione Tapirulan per la XIII edizione ha richiamato oltre 860 illustratori, infrangendo i record degli anni precedenti, con  opere giunte da oltre 45 paesi del mondo, che hanno risposto al tema “Ciao”, una forma di saluto amichevole e informale, usato soprattutto in Italia, ma ormai diffuso in quasi tutto il mondo.

Antonio Lupatelli è bussetano di origine ma cremonese di adozione, classe 1930, è conosciuto ai più con lo pseudonimo Tony Wolf. Con le sue illustrazioni ha accompagnato generazioni di bambini: non c’è famiglia che non abbia un libro di Tony Wolf nella propria libreria.

Lupatelli sin dalla prima infanzia vive a Cremona, è nato a Busseto in provincia di Parma ma il padre ferroviere si trasferisce bene presto nella città di Stradivari. Ha studiato in un istituto tecnico geometra perché dopo la grande guerra si pensava che per la ricostruzione del paese servissero geometri ma Lupatelli non ha mai smesso di credere di voler fare l’illustratore. La sua arte è autodidatta. Il suo primo lavoro è stato per una azienda cremonese che produceva cartellini per abbigliamento. Lì imperò a usare tempera e pennelli che l’hanno reso famoso in tutto il mondo.

Inizia la carriera professionale nel 1954 realizzando storyboard per Pagot Film, noti per aver realizzato il lungometraggio “I fratelli dinamite”. In questi anni conosce il disegnatore Rinaldo Dami è da quell’amicizia nasce una collaborazione che dura sino ad oggi grazie alla Edizioni Dami, ora passate al figlio Andrea Dami. Nello stesso periodo conosce e sposa anche la sua compagna di vita Licia, “che ancora sta la mio fianco ed è il mio primo critico” – racconta l’artista.

Mi ritengo un illustratore fortunato – continua Lupatelli  in una testimonianza raccolta dall’associazione in un breve video – venivo sempre accettato con molta naturalezza e fiducia. La Fratelli Fabbri per esempio mi permise di illustrare libri di fiabe e testi sussidiari delle elementari. Chi mi commissionava mi lasciava sempre carta bianca e la possibilità di esprimermi al meglio e con le tecniche che ritenevo più opportune“.

Trasferitosi poi in Inghilterra lavora con la casa editrice britannica Fleetaway. Tornato in Italia collabora al Corriere dei Piccoli e successivamente con Fratelli Fabbri Editore e Dami Editore con cui ha creato un sodalizio straordinario per durata e risultati, che oggi prosegue sotto il marchio Giunti. Oggi in commercio ci sono oltre 200 libri illustrati da Tony Wolf ma questi sono stati anche tradotti da case editrici estere, Andrea Dami ha stimato così 400 libri tradotti in 40 lingue che hanno venduto milioni di copie. “Ma contrariamente a quello che si potrebbe pensare non mi sono mai arricchito, sono sempre stato un proletario, un disegnatore tranquillo, con la vita da impiegato”. 

Della sua fama Lupatelli racconta: “Non amo espormi e per mimetizzarmi meglio nel corso del tempo ho assunto molteplici pseudonimi come l’Alpino, Antony Moore e Oda Taro. Ma quello che mi rimane più caro è Tony Wolf. Wolf come lupo, perchè era così che quasi tutti mi chiamavano quando stavo a Londra. Anche negli ultimi vent’anni, quando ci si ritira in pensione, ho continuato a illustrare libri di ogni tipo. Poi, cosa farò da grande, lo si vedrà…“.

La mostra a Cremona vuole così ripercorrere la sua intera carriera: una grande sezione è dedicata alle Storie del bosco” che hanno reso celebri i suoi libri: gnomi, folletti, giganti, fate e draghi sono i protagonisti delle sue opere.

A metà degli anni ’80 era in auge il genere fantasy per adulti. Piero Dami però ha reinterpretato questo filone adattandolo ai bambini e dando l’incarico a Lupatelli di produrre le immagini della nuova collana. I protagonisti sono personaggi fiabeschi ma soprattutto animali umanizzati.

Gli animali vivono le loro avventure insieme, come amici, sullo stesso piano, senza rapporti gerarchici“.

Gli gnomi, nella maggior parte delle storie protagonisti indiscussi, sono i personaggi che invece assomigliano di più agli umani, in quanto comunità. La caraterizzazione degli gnomi arriva dalla fantasia di Demi che decise che essi dovevano indossare casacca blu, cappello rosso, zoccoli olandesi. Ci sono poi i folletti, ripresi sempre in marachelle, un gigante le fate e i draghi.

“Una volta provai a fare una casacca verde, ma l’iniziativa fu stroncata sul nascere”. 

Caratteristica tra le più amate dell’autore è quella di produrre tavole “giganti”. “Quando il libro era gigante, le illustrazioni non potevano essere da meno. Riguardandole dopo anni fatico a capire come potessi lavorare su supporti così grandi, non ci stanno nemmeno sul mio tavolo di lavoro…“.

Molte delle mie illustrazioni sono ricche di particolari, è una caratteristica che ho sempre ritenuto importante perchè penso serva ad attrarre l’attenzione e la curiosità dei bambini. Io stesso mi diverto di più a disegnare immagini dettagliate. Qualche volta mi è stato chiesto quanto tempo mi ci volesse per completare un’illustrazione come questa. la verità è che non ne ho la più vaga idea“.

Negli anni Antonio Lapatelli ha avuto occasione anche per illustrare tutte le fiabe tradizionali, si dice molto legato alla storia dei “Tre porcellini” che si ispira a vecchi illustratori col pennino come Beatrix Potter. “Il pennino può dare risultati incredibili” ma da anni il non si usa praticamente più, difficile anche trovarlo nelle cartolerie.

Oltre alle ispirazioni fiabesche, nelle immagini di Lupatelli c’è sempre una vena di umorismo, “ho sempre avuto difficoltà il realismo ma è anche per una esigenza personale, istintivamente devo divertirmi io per primo“.

 

 

 

 

 

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