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‘La cultura coltiva la comunità’- Al via il progetto al femminile ‘Pianeta Fresco’ che fa dell’arte un luogo da vivere

 

di Titti Duimio

Giorgia Ori e Erika Gaibazzi, classe ‘91 e ‘90, direttrici insieme a Federica Pilloni dell’Associazione culturale OTTN Projects che ha portato in città la grandiosa installazione ‘Florilegium’ dell’artista inglese Rebecca Louise Law visibile in San Tiburzio, trasformano la loro intuizione in un progetto visionario di arte diffusa e condivisa, un vero e proprio ‘sistema’ di relazioni culturali a portata di comunità.

E lo fanno in una villa padronale abbandonata nella campagna di Torrile dove il tempo coincide ancora con i ritmi lenti del fiume e i suoni della natura scandiscono la differenza del giorno e della notte, alla riscoperta di un gigantesco disegno di equilibri vitali stropicciati da una “supposta superiorità antropocentrica” in nome di una modernità presunta.

“La cultura coltiva la comunità- spiega Giorgia Ori davanti all’albero di mele cotogne circondato da platani secolari che abitano indisturbati il terreno della villa in un ciclo infinito di perfezione vitale. Un luogo dove si respira la storia degli uomini in perfetta sintonia con la terra che la ospita- Ci prendiamo uno spazio che nessuno ci offre per coltivare idee, soprattutto se sei giovane e donna, ci aggrappiamo con forza ai nostri ideali per con-fermarci e non fermarci. E in questo posto tra i campi abbiamo sentito l’energia giusta per iniziare il nostro viaggio nella ‘coltura della cultura’, nell’educazione della complessità che rifugge ogni semplicistica soluzione di visione di arte relegata in spazi chiusi e per pochi.

 

“Le opere si incontrano nei luoghi della vita e della natura in un concetto di arte che permea l’intero contesto in cui è concepita, in perfetta armonia con il suo messaggio e non inserita in luoghi asettici che ne slegano il significato- aggiunge Erika Gaibazzi- un esempio recente è l’installazione della Zucca gialla a pois dell’artista Yayoi Kusama trascinata nelle onde da un’inondazione improvvisa trasformandola in ‘una monumentale e bellissima conchiglia’. Come curatrici ci siamo poste la domanda ‘e se dovesse succedere qui l’arte prodotta sarebbe materiale inquinante o qualcosa che può ritornare da dove è venuto?’

Forse oltre le visionarie intuizioni gli artisti dovrebbero produrre opere in perfetta armonia con il rispetto per la natura e noi qui vorremmo studiare con loro soluzioni in linea con questo concetto di ambientalismo reale e non solo annunciato per offrire visioni più che oggetti”

E per fare questo Giorgia e Erika iniziano dall’ascolto. Dei segni recenti di chi ha abitato la villa sovrapponendo gesti a chi li ha preceduti. Dei suoni della campagna e di chi la anima. Dei contadini che con sistematica ritualità rispettano colture e culture dettate dai ritmi e dai saperi della natura.

Ascolto, curiosità, rispetto, natura.

Queste le linee guida che fanno del progetto ‘Pianeta Fresco’ un’alternativa rivoluzionaria nel panorama della proposta culturale, dove ogni minima sfumatura di colore del dettaglio crea la sequenza perfetta di una spirale infinita di possibile armonia funzionante e condivisa. Un sistema di relazioni da costruire, un luogo di arte da vivere, una celebrazione della ritualità vitale e non solo un’idea da inseguire.

“Non vuole essere solo un banale elogio bucolico della bellezza della natura il nostro, ma anche un luogo di contraddizioni e di strappi, cupe notti di naturale ferocia animale si contrappongono a solari giornate di ritmica bellezza, racconti di pacifiche vite contadine vissute all’interno della villa si alternano a pezzi di storia oscura come il fascismo, i suoi gerarchi e la fuga di Mussolini che pare sia stato nascosto in questi sotterranei. Il male e il bene si alternano naturalmente come nella quotidianità con lo stesso diritto di presenza e di memoria, e come tali vanno riconosciuti e raccontati. Così nell’arte la bellezza non è una priorità ma un incidente necessario che passa prima dall’esigenza di un gesto reale, bello e brutto che sia.

I prossimi step:

 

“Il tempo non condiviso da una comunità è un tempo che non esiste- spiegano le due ideatrici del progetto- e per questo per realizzare il nostro Pianeta Fresco abbiamo bisogno di relazioni. Con chi ci vive accanto per iniziare, con chi crede nella nostra visione e con chi vuole contribuire a realizzarla.

Il 25 settembre organizzeremo una presentazione ufficiale a porte chiuse per raccogliere fondi e sostegni pratici per risanare la villa sempre nella filosofia della collaborazione di intrecci fra le arti. Artigiani, artisti del fare che lascino tracce del loro lavoro ma anche ricercatori di materie scientifiche come matematica e fisica che ben si sposano con l’astrattezza degli ideali dietro al nostro pensiero, come dimostra la presenza di Ariane Koek della Residenza d’artista del Cern nel nostro comitato scientifico.

E ancora, semplici finanziatori che potranno unirsi a noi per costruire un luogo di proposte. 4 gli step fondamentali: messa in sicurezza e cura delle piante secolari che ci circondano e della fauna che le abitano, accesso al Sisma-bonus per la ristrutturazione, terza fase: impiantistica e infissi da recuperare nel rispetto della struttura per poi passare all’arredo con artigiani e artisti.

Un modello di sistema culturale, dunque, che sottrae la figura dominante e dominatrice dell’uomo unico artefice del suo destino che sovrasta e piega la storia di cui è unico protagonista, e la restituisce nella sua piena consapevolezza intellettuale di attore indispensabile all’interno di un equilibrio complesso di cui è responsabile attraverso la conoscenza e il dubbio al fianco dell’altro e oltre da sé.

Chi fosse interessato a partecipare all’incontro che si terrà il 25 settembre alle ore 17 può scrivere a

info@pianetafresco.org

e contribuire a creare questo luogo di cultura contemporanea interamente al femminile under35.

www.pianetafresco.org

Ph.Credits Sandro Capatti

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