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Fido inquilino sgradito: a Parma non tutti gli affitti sono pet-friendly

di Titti Duimio


Succede nella civilissima Parma dove persino il Comune istituisce un apposito servizio di Benessere Animale, succede nel 2021 anno di Parma Capitale della Cultura in cui civiltà, rispetto e tolleranza vanno a braccetto per definire una comunità vincente.

La denuncia si legge sulla pagina Facebook di E.N.P.A:

“Facciamo appello ai locatori  perché in città è quasi impossibile per chi ha animali trovare appartamento in affitto. Impera la clausola di divieto di detenere animali all’interno dell’appartamento . Ci sono persone che vivono nella nostra città per motivi di lavoro come il personale  in ambito sanitario o  dell’istruzione. Non possono acquistare un immobile perché potrebbero trasferirsi. Spesso il loro gatto o cane é il punto fermo della loro vita  e gli si nega questo affetto.  Oggi siamo venute a conoscenza di una persona che ha due gatti da anni, contratto scaduto e non rinnovato, il solo alloggio trovato è un bilocale con divieto di tenere animali. Col cuore infranto ci ha chiesto aiuto per trovare  loro una nuova famiglia.

Non è giusto, chiediamo che ci sia comprensione e rispetto per chi  vive col proprio animale.”

Succede che ancora qualcuno decida di non affittare appartamenti a chi è accompagnato da un animale da affezione, che sia un cane, gatto e “forse anche dei pesci rossi-dice con un pizzico di amara ironia Lella Gialdi-presidentessa di E.N.P.A che da anni in città, in modo volontario, cerca di risolvere le mille problematiche attorno al mondo animale-

Eppure succede-aggiunge-Pochi casi per fortuna, una decina negli ultimi mesi ma ancora troppi”

È successo recentemente a un professionista, un medico, che si è trasferito a Parma e per ben due mesi si è visto negare un regolare contratto d’affitto a causa dei suoi tranquillissimi gatti considerati elemento di disturbo per la civile convivenza tra condomini, fino a doversi rivolgere a E.N.P.A per chiedere il rispetto per i suoi compagni di vita.

Intendiamoci, nessuna norma violata visto che la legge permette al locatore di prevedere nel contratto di affitto un divieto di detenere animali domestici in virtù dell’autonomia negoziale, ciò significa che le parti sono libere di determinare il contenuto del contratto, fermo restando il rispetto delle regole dettate dall’ art. 1138 del Codice Civile che impone solo ai regolamenti condominiali di non vietare la presenza di animali da compagnia nello stabile.

“Immediatamente la comunità di animalisti che ruota attorno all’ente si è attivata e abbiamo trovato una sistemazione pet-friendly per il medico e i suoi gatti presso un locatario sensibile che riconosce l’importanza degli affetti animali”

I benefici della compagnia quotidiana di un animale domestico sono ormai noti da tempo: sugli anziani, sul loro umore e sulla qualità della vita dedicata all’attenzione e alla cura di un essere vivente che ricambia con affetto, sui bambini che giocano e imparano il rispetto per l’altro, come pet therapy in diversi casi di disagi relazionali, ma non solo.

“Io stessa ho provato sulla mia pelle la capacità di aggregazione e socializzazione che si può avere portando a spasso il cane- racconta ancora Lella Gialdi- Da quando mi sono trasferita in un appartamento in un quartiere semi periferico della città mi sono trovata a far fare il giretto quotidiano ai miei due amici quattro zampe fino al parco più vicino e mi sono accorta di quanta gente attratta dagli animali si ferma a fare chiacchiere e a iniziare conversazioni che poco alla volta diventano vere e proprie relazioni di amicizia e di dialogo reciproco. I cani, per definizione ispirano fiducia, e le persone si fidano e si riconoscono in chi vive e rispetta un animale domestico uscendo dal proprio isolamento in cerca di un contatto con l’altro, con il vicino di casa, instaurando un proficuo scambio di parole e pensieri che creano comunità di cui si sente tanto la mancanza ultimamente”

Naturalmente ogni tipo di convivenza deve rispettare regole di buon senso e tolleranza comune che impongono ai proprietari di appartamento in affitto di considerare gli inquilini a quattro zampe come ospiti graditi, ma anche ai possessori di animali d’affezione di garantire un controllo e un’educazione del proprio ‘compagno’ nella piena attenzione per le esigenze altrui, solo così sarà possibile “educare alla tolleranza e alla civile convivenza reciproca facendo un grande passo in avanti nella cultura del rispetto. Bisogna parlarne e avviare una campagna di sensibilizzazione che porti dialogo e confronto, perché solo attraverso l’informazione e la conoscenza si possono abbattere le intolleranze e avvicinare le persone per costruire comunità migliori con maggiore rispetto in tutti i campi” conclude Lella Gialdi.

Anche questa è cultura.

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